Dearly Beloved, are you listening?

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Se avreste chiesto ai soldati di esprimere un desiderio avrebbero risposto tutti allo stesso modo: "Voglio tornare a casa dalla mia famiglia".

Come dar loro torto? La guerra era arrivata e si era imposta prepotentemente nelle loro vite senza alcun preavviso, senza lasciare loro il tempo di metabolizzare la notizia.

Le circostanze avevano deciso per loro, nemmeno tutto il patriottismo possibile era abbastanza da far sopportare loro la lontananza dai loro cari, per questo, quando il permesso di Ray venne accettato, lui non stava più nella pelle.

"Ho sentito che vai via". Esordì Gerard avvicinandosi alla branda del suo amico che stava facendo i bagagli.

"Non riesco ancora a crederci! Rivedrò la mia famiglia". Rispose con un sorriso smagliante.

"Sono felice per te, amico". Sorrise Gerard. "Senti, posso... uhm... posso chiederti un favore?". Chiese poi diventando serio.

"Sapevo che c'era qualcosa sotto. Avanti, spara". Rispose l'altro.

"Visto che ti è di passaggio, potresti fare un salto a casa mia? Solo per dire a mia madre che sono vivo e sto bene". Chiese speranzoso Gerard.

"Io... quello che mi stai chiedendo... non posso farlo, è pericoloso per te e per la tua famiglia, davvero Gerard, non è fattibile". Rispose amareggiato l'amico.

"Ray, per favore, voglio solo che sappiano che sono vivo". Cercò di convincerlo.

"Gerard i tedeschi ti stanno cercando! Spero tu sappia quanto questo sia pericoloso". Insistette Ray.

"Capisco il tuo problema ma io ho davvero bisogno che loro sappiano che...".

"Con tutto il mio cuore, no". Lo interruppe.

"Ray, te lo sto chiedendo in ginocchio, ti supplico. Hanno detto a mia madre che sono morto nel caso i tedeschi fossero andati a chiederle qualcosa ma io voglio che lei sappia che io sono ancora vivo, che vorrei parlare con lei e che mi manca tanto. Ti sto implorando, Ray". A quel punto Gerard stava per piangere e Ray si sentiva un mostro a dirgli ancora di no quindi cedette e si lasciò convincere dal suo amico.

"Grazie! Sei fantastico!". Sorrise Gerard.

"Scrivi una lettera, la consegnerò personalmente per evitare rischi". Ray non era per niente sicuro ma vedere Gerard in quelle condizioni non gli aveva lasciato molte possibilità.

"Certo, mi metto subito al lavoro". E detto questo si dileguò lasciando Ray in compagnia dei suoi dubbi.

Il giorno seguente, il giovane medico, imbracciò i suoi bagagli e si recò al forte per salutare i suoi compagni.

Attraversò il ponte levatoio e con grande sorpresa si trovò davanti Frank e Gerard, ancora assonnati, dato l'orario, e con i capelli arruffati che cercavano di improvvisare un sorriso.

"Che ci fate qui?". Chiese Ray sorridendo.

"Volevamo salutarti prima che andassi via". Sbadigliò Frank.

"Guardate che ritorno". Sorrise.

"È un modo per dirti che... insomma... ci mancherai, ecco". Precisò Gerard grattandosi nervosamente la testa.

Nonostante Ray stesse cercando con ogni singola fibra del suo corpo di trattenersi, quell'immagine lo aveva colpito a tal punto che si fiondò tra le braccia dei due.

"Anche voi mi mancherete, ragazzi". Disse stringendoli forte.

"Così ci uccidi, Ray". Rise Frank.

The Freedom To Obey (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora