Austin stava parlando con Scolapasta, non riusciva a capire bene cosa si stessero dicendo ma probabilmente Austin gli chiese se se la sentiva di essere trasferito insieme al battaglione di rinforzo e Scolapasta rispose affermativamente.
Dopo aver preparato il necessario si imbarcarono per raggiungere l'Italia.
"Tu non hai paura?". Chiese Frank a Scolapasta.
"E di cosa dovrei averne? Se morissi avrei di certo più pace di quanta ne ho in vita". Rispose serio.
"Posso fidarmi di te, Scolapasta?". Chiese un po' incerto dopo qualche minuto di silenzio.
"Certo che si! Per chi mi hai preso? Spara". Rispose deciso.
"Detto da te... perdonami ma è un po' esilarante". Disse Frank.
Scolapasta alzò gli occhi al cielo sbuffando sonoramente.
"Hai, che ne so? Magari un cugino che ti assomiglia o qualcuno che è qui in guerra che io abbia potuto incontrare?". Chiese.
"Uhm... non saprei". Rispose Scolapasta.
"Ho come la sensazione di averti già visto. Non ci siamo mai incontrati prima però. Uhm... mi sto scervellando!". Ed era vero, aveva ripassato tutti i volti familiari in cerca di somiglianze ma non aveva trovato nessun riscontro.
"Non so come aiutarti". Disse facendo spallucce. "Era per questo che mi hai chiesto se potevi fidarti?". Chiese poi un po' disorientato.
"Uhm... certo, cos'altro dovrei dirti?". Rispose con una risata isterica.
"Se prima avevo dubbi quella risata mi ha decisamente convinto. Andiamo, parla!". Replicò sarcastico.
"Parlerei ma non ho niente da dirti".
Scolapasta inarcò un sopracciglio invitando il medico a parlare.
"Davvero". Aggiunse per rafforzare il concetto.
In tutta risposta lo sguardo di Scolapasta si fece ancora più sottile in cerca di risposte.
"Non costringermi ad estorcerti la verità". Minacciò incrociando le braccia sul petto.
"E come?". Chiese curioso Frank.
"Ho i miei metodi". Rispose stiracchiandosi.
"Per esempio?". Chiese con una punta d'incertezza.
A quel punto Scolapasta corse verso di lui buttandolo a terra con un colpo di spalla.
Frank sbattè a terra con un tonfo pazzesco che fece voltare mezzo plotone verso di loro.
"Ahio". Disse il medico restando a terra e guardando gli altri.
"Non ce lo ammazzare, poi chi lo cura se si fa male?". Disse Dan che era stato mandato come assistenza.
"Uhm... tu?". Rispose Scolapasta.
"Fammici pensare... no". Rispose Dan ridendo.
"Comunque, Frank, tu hai qualcosa da dirmi". Concluse Scolapasta aiutandolo a rialzarsi e trascinandolo nella stiva dove non c'era nessuno.
"Allora...". Lo incoraggiò Scolapasta.
Quel posto era semi illuminato, si vedevano solo i contorni dei barili della polvere da sparo ed alcuni fucili pronti all'uso.
Gli ricordava tanto quel sotterraneo e, non appena i ricordi cominciarono a farsi strada nella sua mente, cominciò a sudare freddo.
Era riuscito a tenerli a bada per un po' ma adesso erano tornati con la furia di un uragano e la sua mente non aveva abbastanza armi per ricacciarli indietro.
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The Freedom To Obey (Frerard)
Fanfiction1941, l'America entra in guerra dopo l'attacco a Pearl Harbor e recluta tutti i maggiorenni. Non importa se contrari o no, sono stati chiamati a servire il paese e non possono tirarsi indietro. Lontani da casa e con una gran voglia di tornarci sono...