9. Confessioni

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-Quando ero piccola vivevo con mio fratello , mia madre e mio padre a Londra.

In quel periodo credo di aver avuto sei anni ed Elvis otto.

Ai miei occhi la mia famiglia era perfetta.

Una settimana dopo Natale , mi padre è stato licenziato perchè si era infortunato alla gamba e non poteva più sollevare i pesi che nel suo mestiere era fondamentale.

Mia madre , in quel periodo , faceva la badante e assisteva le anziane nel nostro condominio.

Non guadagnava molto ma con lo stipendio di mio padre riuscivano ad arrotondare.

Non ci mancava niente ma dopo Natale mia madre dovette lavorare il triplo : lavorare in una officina la mattina , la badante nel pomeriggio e...- Carlotta strinse i pugni.

Deve essere difficile per lei raccontare questa storia.

Le avvolsi il braccio attorno alle spalle per darle conforto e "coraggio".

-Se non vuoi , non continuare-

-No no , sto bene, allora , e di notte lavorava come barista in un pub , il suo capo gli diceva che lei doveva essere sempre gentile con i clienti e afferare, se così la vogliamo mettere, ogni loro desiderio.

A mio padre non piaceva quel lavoro (e come dargli torto) e per questo litigavano spesso.

Mia mamma gli diceva che quel lavoro le faceva guadagnare di più rispetto agli altri due e che non poteva permettersi di perderlo.

Quel giorno quel fatidico giorno , io ed Elvis sentimmo l'ennesimo litigio ma con una differenza : lui aveva bevuto molto più del solito.

Mio fratello mi portò in camera sua e ci chiuse a chiave dentro la nostra cameretta.

Io piangevo e avevo un sussulto a causa del singhiozzo ogni volta che sentivo mia madre che urlava per le percosse che riceveva...Fino a quando non ci fu silenzio e un brivido freddo mi raggelò il sangue.

Pregai Elvis di andare a controllare e così fece ; credo che quell' immagine non la toglierò più dalla testa : il corpo inerme di mia madre massacrata , mio fratello che batteva i suoi fragili pugni sul petto di ... nostro padre...la quale spingeva Elvis per non farsi colpire e il silenzio spezzato dalla sirena della polizia.

la sentenza fu buona con lui : dieci anni con la richiesta degli arresti domiciliari dopo cinque anni.

Ma mio padre la sapeva lunga, infatti lui per i primi due anni si comportò in modo impeccabile , ricevendo così dal tribunale , uno sconto della pena per buona condotta : sette anni e otto mesi con la richiesta degli arresti domiciliari dopo tre anni dalla affermazione della sentenza.

Quei cinque anni senza di lui fu il paradiso letteralmente.

Noi fummo affidati alla sorella minore di nostro padre : lei si prendeva cura di noi : preparava da mangiare , faceva la spesa , ci portava a scuola puliva la casa e si prendeva cura della nostra salute , secondo me cercava di colmare il vuoto lasciato da nostra madre.

Zia continuò anche dopo il permesso degli arresti domiciliari a nostro padre.

Io avevo undici anni ed Elvis tredici.

Se per noi , adesso , era la cosa peggiore che ci potesse capitare , ci sbagliammo di grosso.-

Carlotta fissa il vuoto è persa nel racconto .

Posso capirla perdere una madre è molto doloroso , sopratutto se la si perde in quel modo , è una cosa frustrante.

La mia curiositaà mi incita a continuare ma il buonsenso mi dice di lasciare il tempo al tempo.

La voce del cuore. (Momentaneamente sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora