Hero mi stava mordicchiando i jeans stretti che avevo preso in un vecchio negozio di abbigliamento ormai andato distrutto. Lo scostai dal pantalone e gli feci un paio di carezze. Ero seduta per terra e mi faceva male la testa. Alzai gli occhi e vidi che Cliff Ortiz mi stava fissando.
-Che é successo?- chiesi un po' scossa.
Strinse le palpebre e mi lanciò un'occhiata gelida.
-Mi segua signorina Orbrest- ordinò lui.
-Eh?!- lo guardai corrucciata e alzai un sopracciglio -io non mi muovo da qui-.
Il Sergente sbuffò, poi borbottò qualcosa sul fatto che 'eravamo tutti uguali' e prese un piccolo aggeggio di metallo bianco dalla cintura. Si avvicinò al mio braccio e poi mi spinse quell'oggetto strano sulla pelle, mi accorsi di che cos'era solo quando sentii la forte scossa.-Si svegli!-
Percepii una voce lontana che mi continuava a tormentare per svegliarmi, ma io non avevo le forze per alzarmi.
-É ancora sotto shock. Che potenza ha usato sergente?-
-La solita-
-Di solito le scosse normali non fanno quest'effetto-
-Non so cosa dirle signore..-
Aprii gli occhi lentamente e vidi una grande faccia spigolosa a pochi centimetri dalla mia.-Finalmente si é svegliata!- esclamò il ragazzo che mi stava osservando.
Aveva la carnagione olivastra ed i capelli color caffè e sullo zigomo una piccola cicatrice sbiadita dal tempo.
Doveva essere uno scienziato o un medico o qualcosa del genere dato che indossava un camice bianco con un cartellino che però non riuscivo a leggere.
Si allontanò dal mio viso e schiacciò un pulsante verde che fece inclinare il mio lettino in modo da stare seduta.-Zahira- sospirò il ragazzo - mi hai fatto preoccupare molto, nessuno ci ha mai messo così tanto a svegliarsi-.
Quindi avevano fatto lo stesso trattamento anche ad altre persone.
-Chi é lei?- la mia voce era roca e bassa.
Mi guardai attorno e vidi che nella stanza bianca dove mi trovavo c'era anche Ortiz. Quel bastardo mi aveva trascinato in questo posto e mi aveva anche fatto prendere la scossa.
Lo guardai in cagnesco e lui abbassò lo sguardo.
-Oh, giusto, che sbadato che sono- disse il ragazzo mettendosi una mano sulla fronte facendo una smorfia -mi chiamo Brayden Bollost e sono un ricercatore- affermò raddrizzando il suo cartellino già perfettamente dritto. Mi rivolse un ampio sorriso che però non ricambiai.
-Dove sono?- domandai gelida.
Brayden alzò gli occhi al cielo e sospirò.
-Ogni cosa ha il suo tempo Zahira, non preoccuparti, a tempo debito avrai tutte le risposte-.
-Come fai a sapere come mi chiamo- ringhiai.
Liquidò la mia domanda con un gesto e prese da uno scaffale una fialetta contente un liquido blu.La stanza era completamente bianca, c'erano delle apparecchiature di metallo e sembrava di stare in un ospedale ma contemporaneamente in un laboratorio scientifico.
-Che schifo é?- urlai - non provare a toccarmi-.
Lui fece una faccia a metà tra il divertito e lo scontroso.
-Stai calma. Ti devo mettere questo liquido su una ciocca di capelli, ci servirà per riconoscerti- disse lui lentamente.
Si avvicinò alla mia testa e io provai a divincolarmi ma mi accorsi che ero legata al lettino con delle cinghie.
Mi prese una ciocca di capelli e ci versò sopra il contenuto della fiala che stranamente si rivelò estremamente solido e compatto tanto da appiccicarsi subito alla ciocca la quale cominciò subito a prendere un colorito blu scuro.Brayden mi rivolse un sorriso e mi salutò, poi fece un cenno a Cliff ed uscì dalla porta.
Cliff annuì e si avvicinò a me.
Mi agganciò una specie di bracciale alla caviglia e poi sciolse le cinghie che mi tenevano legata al lettino.
Stavo per urlargli contro e prenderlo a pugni ma mi interruppe prevedendo la mia reazione.
-Seguimi e non fare domande, se starai zitta e buona sarà meglio per entrambi-.
Chiusi la bocca ma gli rivolsi un'occhiata glaciale. Lui scosse la testa e mi fece uscire dalla stanza.
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A trail of ash
Science FictionIn un futuro distopico, dove niente é come sembra, Zahira, sedicenne introversa orgogliosa e indipendente, scopre di essere completamente diversa da ciò che ha sempre creduto. Quando viene portata a forza in un istituto di ricerca chiamato Verlame l...