Peter si girò lentamente verso di me.
Aveva gli occhi iniettati di sangue. Era rabbioso.Si portò una mano sulla guancia e inclinò la testa di lato.
Il freeze che aveva avvolto tutti si scongelò e partirono dei mormorii sorpresi. Una ragazza con i capelli rosa che era seduta vicino a lui si alzò velocemente e chiese a Peter se stava bene.
Era alta e robusta, sembrava un cane da combattimento, e infatti quando mi guardò strinse la mascella e disse : -Ora ti uccido-.Io non avevo mai picchiato altre persone. E dato che capelli rosa era il doppio di me non avevo molte chance di scamparla.
Guardai Peter e sbuffai. Era davvero un esagerato. Gli avevo tirato uno schiaffo mica una bomba.Mi accorsi della reazione che aveva provocato il mio sbuffo.
Capelli rosa spalancò gli occhi, poi mi guardò con sguardo omicida: - Sbuffi pure? Credo proprio che qualcuno debba farti capire come stanno le cose qua-.
-No Jade, non devi farlo tu- disse con voce bassa Peter e capelli rosa che a quanto pare si chiamava Jade fece un passo indietro.
Fece un ghigno e poi disse a capelli verdi di avvicinarsi.
-Ti va?- gli chiese sorridendo, anche se poi fece una smorfia perché gli faceva ancora male la guancia.Capelli verdi annuì ma non disse nulla.
Gli altri intorno a noi cominciarono ad incitarlo con delle grida.Mi formicolava la caviglia. Anzi mi bruciava proprio. Abbassai lo sguardo e vidi che sul bracciale si era accesa una lucina rossa che stava lampeggiando.
Sentivo il cuore martellarmi nel petto mentre lui si avvicinava.Mi guardò negli occhi e per un millisecondo ci vidi della compassione, poi tornò ad assumere un'aria di scherno.
Intorno a lui tutti che strillavano e ridevano. Peter si era rimesso in piedi con l'aiuto di Jade e ora ridevano anche loro guardandoci.
Capelli verdi fece un sorriso falso e alzò un sopracciglio per farmi sentire ridicola.
Spostai lo sguardo dai suoi occhi neri e mi guardai le mani.
No. Stavo per piangere. Non piangevo da quando avevo quattordici anni e non potevo fare ancora la figura dell'idiota debole.
Cercai di resistere all'impulso ma una lacrima mi scese comunque.
Nessuno la notò perché mi sbrigai a mettere una mano sulla guancia per toglierla.Nessuno la notò a parte capelli verdi che ormai era vicinissimo.
Per un attimo corrucciò le sopracciglia e si fermò, poi vedendo che io lo fissavo, si ricompose e per schernirmi disse a bassa voce : - Che bambina-.La caviglia bruciava più che mai e fu come se una piccola scossa mi attraversò il corpo.
Mi avevano strappato la mia vita di prima, quella che mi piaceva, quella a cui ero abituata.
Mi avevano trascinato in un posto a me ignoto, dove tutti mi ritenevano una sciocca indifesa.
Ma io non ero così. Non lo ero mai stata. Avevo sempre sudato per tutto quello che volevo. Non mi ero mai fatta sottomettere da nessuno.
E ora questo gruppo di idioti pieni di sé voleva farmi sentire ridicola. No. Non ci sarebbero riusciti.Ringhiai.
Capelli verdi fece un passo indietro.
Un'altra scossa pervase il mio corpo. Questa volta più potente tanto che mi lasciò spaesata e cominciai a vedere tutto sfocato.
Mi focalizzai sul verde e lo guardai ancora per un'ultima volta negli occhi.
Poi sentii un dolore improvviso alla mascella che mi fece cadere a terra dal dolore tanto che svenni.Mi aveva tirato un pugno.
Aprii gli occhi e vidi un soffitto bianco.
Ero sdraiata su un letto che era morbidissimo, quasi ci sprofondavo. Provai a tirarmi sù ma mi faceva male tutto il corpo.
Decisi di fare pressione sui gomiti e di provare a sollevare il busto.
Con un po' di sforzo ci riuscii.Mi trovavo in una stanza ben arredata. C'era un armadio molto grande grigio, un tavolo con delle sedie, uno specchio lungo e due porte; pensai che una era per il bagno.
Casa mia faceva davvero pena rispetto a questa stanza, anche se pensai che nemmeno questo era quello che Lex definiva 'lusso'.
C'era un orologio bianco appeso alla parete, erano le 12:34. Per quanto tempo ero svenuta?
Il ricordo di capelli verdi che mi guardava con quasi disprezzo mi fece rabbrividire, così mi appoggiai di nuovo al cuscino troppo morbido.
Dopo poco la porta a sinistra si aprì ed un ragazzo entrò nella stanza. Aveva la stessa uniforme di Cliff solo che a lui stava decisamente meglio.
Aveva i capelli color miele e gli occhi azzurri erano come due fanali in mezzo al bianco delle pareti. La cosa che mi fece stare sull'attenti però fu l'aggeggio che aveva legato alla cintura uguale a quello con cui Cliff mi aveva dato la scossa.
-Ciao Zahira- mi salutò sorridendomi.
Risposi con un sopracciglio alzato senza ricambiare il sorriso.Il ragazzo ridacchiò.
-Sempre così scontrosa?- chiese scherzando.
Alzai gli occhi al cielo.
-Cosa c'é?- chiesi con voce stanca.
Mi guardò per un attimo poi si sedette al tavolo.-Vieni qui, dobbiamo parlare-disse indicando la sedia davanti a lui.
-Non riesco a muovermi, mi fa male tutto- risposi a bassa voce -e poi tu saresti...?-.
-Mi chiamo Jake-disse sorridendo mentre si avvicinava al letto.
Mi aiutò ad appoggiarmi alla testiera del letto anche se io protestavo dicendo che comunque ce l'avrei fatta da sola.Era un ragazzo molto solare e gentile a differenza di Cliff.
-Allora,mi hanno mandato qui perché ogni nuovo ragazzo che arriva al Verlame ha diritto a fare tre domande; io sono qui per rispondere alle tue- annunciò.
-Mi trascinate in un posto contro la mia volontà e mi fate fare addirittura tre domande? Wow. Davvero, credo sia troppo.-commentai ironica.
Gli uscì una risata imbarazzata. E ci fu un attimo di silenzio.
Poi io sospirai.
-Beh,allora credo che approfitterò della grande opportunità- dissi con un sorriso per sciogliere un po' la tensione.
Buttò fuori l'aria che evidentemente stava trattenendo e disse: -Avanti spara-.Ma le guardie non dovevano essere rigide e senza scrupoli?
Comunque mi piaceva questo Jake, sembrava abbastanza disponibile e per il momento ero decisamente stufa di avere intorno persone complicate.-Aspetta,ho sete- annunciai con voce roca. Non bevevo da.. ormai non sapevo più quanto e la gola mi era diventata una specie di deserto con tanto di rotola-campo.(1º)
Jake annuì, poi si alzò e aprì la porta destra. Dopo poco ne uscì con un bicchiere di plastica con dentro un succo tra il verde e il giallo.
-Che cos'é?- chiesi annusando il contenuto.
-Succo di pera, ti rimetterà in sesto il tempo necessario per le domande, poi potrai andare nella mensa- mi spiegò.
Ah,c'era anche una mensa. Buono a sapersi dato che avevo anche molta fame ma mi vergognavo a dirglielo.-Quindi, Zahira, vogliamo iniziare?- chiese Jake facendomi un gesto di incoraggiamento con le mani.
Bevvi un sorso del succo di pera che mi piaceva davvero tanto e mi sentii un po' meglio.
Annuii. Forse finalmente sarei riuscita a fare un po' di ordine nel casino che c'era nella mia testa.
(1º)rotolacampo: con "rotolacampo" si indica la formazione vegetale caratteristica di alcune specie di piante che, giunte a maturità, si staccano dalle proprie radici e rotolano sospinte dal vento.
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A trail of ash
Science FictionIn un futuro distopico, dove niente é come sembra, Zahira, sedicenne introversa orgogliosa e indipendente, scopre di essere completamente diversa da ciò che ha sempre creduto. Quando viene portata a forza in un istituto di ricerca chiamato Verlame l...