13.Un salice al chiaro di luna

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Quella sera fu un po' difficile trovare la strada per arrivare al giardino ma dopo un paio di tentativi riuscii a trovare le scale che mi avrebbero portato nel posto accordato.

Ero in ansia, in parte dovuta al fatto che non sapevo cosa aspettarmi da lui ma anche perché sarebbe stata la prima volta che io e Vincent saremmo stati completamente soli.

Magari voleva uccidermi e far sparire il mio corpo solo perché gli ero antipatica, poteva essere uno psicopatico e io non lo sapevo, era un rischio andare a quell'incontro ma decisi di correrlo. D' altronde la mia curiosità aveva quasi sempre la meglio.

Aprii la porta e mi ritrovai nel giardino.
Di notte si aveva una visuale completamente diversa da quella diurna, aveva un fascino inquietante, un po' come Vincent.
C'era la luna piena nel cielo scuro che rischiarava leggermente il giardino e forniva di strane ombre gli oggetti e le piante circostanti.

Mi diressi verso la fontana di marmo, il leone scolpito in cima sembrava più feroce della prima volta in cui lo avevo visto.

Feci un giro su me stessa di trecentosessanta gradi per cercare il salice di cui mi aveva parlato Vincent, lo individuai con un po' di fatica poiché il giardino era talmente vasto da sembrare un parco, anche se potevo comunque scorgere il muro che lo recintava. Era situato su di una piccola collinetta in una zona leggermente in penombra.
Non riuscivo a vedere il tronco perché le fronde lo coprivano completamente.

Mi avvicinai all'albero e scostai con una mano i lunghi rami.

Avevo tutti i sensi in massima allerta, Vincent in parte mi inquietava ,e stare da sola con lui non era una gran cosa anche se le pulsazione frenetiche del mio cuore non la pensavano come il mio cervello.

Richiamai all'appello la mia lucidità e con un gran sospiro entrai sotto quella campana di foglie.

Vincent non era ancora arrivato.
Sentii il mio corpo rilassarsi.
Mi stesi sull'erba tagliata e appoggiai il busto al tronco umido dell'albero.

Un lieve filo di vento faceva ondeggiare le fronde scure del salice.

Ad un tratto sentii che qualcosa mi aveva colpito alla testa. Lo raccolsi dal terreno ed era un sassolino.
Spostai il mio sguardo verso l'alto e vidi che Vincent era accovacciato su un ramo più alto.

-Ahia!- esclamai portandomi una mano sulla testa, non mi ero fatta realmente male ma volevo farglielo credere per farlo sentire un po' in colpa anche se dubitavo fortemente che Vincent potesse mai sentirsi in colpa.

Lui non sembrò nemmeno farci caso al mio gesto e con aria di superiorità disse : - Hai una buona vista- .

Come avevo fatto a non vederlo?
Forse ero stata troppo presa dall'ansia e dal panico che non avevo fatto caso ad una figura scura appollaiata sui rami alti.

Il chiarore lunare filtrava tra i rami e gli proiettava ombre spigolose sul volto. Era incredibilmente bello e misterioso.

-Sei inquietante, smettila di fissarmi- annunciò lui con una smorfia.

-Non ti stavo fissando- borbottai io - e poi parla lui -ribattei stizzita.
Non volevo passare per pesce lessa.

Alzò un sopracciglio e con fare ironico annuì.

Stavo per dirgli quanto sembrasse un idiota con quell'espressione  ma lui con un balzo felino atterrò sul prato vicino a me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2016 ⏰

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