8otto

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Alle parole della mia sorellina che chiama Hunter mi arriva un pugno allo stomaco.

Perché sta chiamando proprio lui?

È passato un sacco di tempo, non credevo che in un momento come questo avesse detto il suo nome.

<Come vedete sta dormendo, dovremmo lasciarla riposare> dice il dottore per chiedervi di uscire.

<Non potremmo restare qua, dottore?>
Domanda mia madre.

Il dottore ci pensa un po' e poi acconsente <va bene, ma è importante che riposi. Ora vi lascio, oggi all'ospedale c'è molto lavoro da fare.>

<La ringrazio> dice mia madre prima che il dottore ci sorrida ed esca.

Dopo circa un'oretta mia madre mi si avvicina attenta a non fare rumore <vado a prendere un caffè, te ne porto uno? Tanto l'operazione inizia tra mezz'ora.>

<Okay, un cappuccino, grazie.>

Appena mia madre esce guardo dolcemente mia sorella e mi spaventa di nuovo facendo il nome di quella persona.

Per tre volte, e per tre volte gli chiede di restare.

Basta, devo chiamare Jessica, non è una situazione normale.

<Rispondi...> prego al telefono.

<Pronto?> fa lei dall'altra parte del telefono.

<Jessica, sono Claire.>

<Ehi, ciao> dice lei in tono triste.

<Jessica, sono all'ospedale, da Lia.>

<Cosa?! Veramente? Non mi avevi detto niente.>

<Lo so...scusa. Oggi fa un'intervento importante ma...è successa una cosa strana.>

<Cosa?! Claire, non farmi rimanere sulle spine, dillo e basta!>

Sento aprire la porta ma non mi giro, sarà mia madre.

Berrò dopo il cappuccino anche se lo voglio subito per calmare i nervi.

<Quando sono arrivata Lia stava dormendo e nel sonno ha fatto un nome.>

<Quale?> chiede subito.

<Hunter.>

Basta, voglio il cappuccino.

Mi giro verso la porta allungando la mano ma, al posto di mia madre, mi ritrovo lui in piedi davanti a me.

<E poi?> chiede Jessica mentre rimango imbambolata ritraendo la mano lentamente.

<Claire, ci sei?> chiede ancora.

<Ti richiamo> dico senza staccare gli occhi da lui.

Guardo lo schermo un secondo solo per chiudere la chiamata e poi alzo di nuovo la testa.

Mi alzo in piedi <che ci fai qui?> chiedo infilando il cellulare nella tasca dei jeans.

<Stavo cercando un mio amico che si è rotto una gamba.>

<In questo reparto?> chiedo trattenendo un sorriso.

Si mette le mani in tasca guardandosi i piedi <non sanno dare buone indicazioni> risponde indicando la porta dietro di lui con il pollice.

C'è un attimo di silenzio che lui rompe subito <come sta?>

<Non lo so, quando sono arrivata dormiva già.>

HE'S MY BEST FRIENDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora