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Odio la pioggia.
Odio l'autubus.
Odio Chantal.
Odio mia madre.
Odio matematica.
Odio i libri pesanti e gli armadietti che non si aprono.

Appoggio tutto per terra e incomincio a battere dei pugni sul mio armadietto, che al momento odio pure.
L'unico fatto positivo è che Chantal ha cambiato il suo, perciò non me la ritroverò nei paraggi spesso.

"Problemi con l'armadietto?" Mi volto verso la voce ed ecco un bellissimo ragazzo offrirsi di aiutarmi con questo ammasso di ferro.

"Be' se puoi, mi faresti un vero favore." Dico spostandomi e sorridendogli.

Lui da una botta da sopra e l'armadietto si apre subito.

"Comunque mi chiamo Noah. È stato un piacere..."

"Dana. Mi chiamo Dana e il piacere è tutto mio, considerando che era da cinque minuti che stavo cercando di aprirlo."

"Aspetta, ma tu non sei mica l'amica di Chantal Evans?" Sbuffo alzando gli occhi al cielo. Possibile che mi ricolleghino sempre a lei?

"Forse è meglio ex amica."

"Oh è fantastico allora! Mamma mia pensavo di aver aiutato un'altra gattamorta come lei e invece ho trovato una piccola ribelle!" Dice sorridendomi e scompigliandomi i capelli.

"Be' ci vediamo in giro Dana!" Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e poi se ne va via. Io invece rimango ferma dov'ero, scioccata per il piccolo bacio sulla guancia.

"Simpatico il tuo amico, lo sa che tu sei già impegnata, vero?"

Mi giro di scatto e vedo un Luke incazzato nero.

"Ciao Luke. E no, non lo sa perché lo ho appena conosciuto. Ma non c'è bisogno di fare il geloso dato che io e te ci stiamo solo frequentando e tu non hai alcun diritto su di me." Dico sbattendo l'armadietto.

Vorrei solo che capisse che non ha una certa autorità su di me e spero anche che dicendo così magari si svegli e mi chieda di metterci insieme. Anche perché dopo tre uscite in cui ci siamo baciati più volte, mi sembra palese che ci sia qualcosa. E se comunque continua a pensare che invece siamo solo amici lo vorrei sapere. Anche perché a questo punto potrei benissimo concentrarmi su altri ragazzi o anche su altre cose. Non mi arrabbierò se lui non vuole nessuna relazione, voglio solo sapere cosa vuole davvero.

"Hai ragione. Non ho alcun diritto. Sai cosa alla fine io e te non siamo mai stati altro che amici e basta. Perché frequentarsi se tanto io non voglio avere una ragazza?"

Cosa?

Senza neanche accorgermene gli tiro uno schiaffo e me ne vado via. Le mie gambe si muovono da sole e in quattro e quattr'otto sono fuori da scuola, con ancora i libri in mano e la pioggia a bagnarmi.

Ho sempre pensato alla pioggia come qualcosa di freddo e bagnato e per questo l'ho sempre odiata. Mentre adesso, seduta su questa altalena cigolante, non posso fare altre che ringraziarla per "cullarmi" nel mio sfogo. Non che debba servire a nascondere le mie lacrime, considerato che per umori singhiozzi chiunque potrebbe capire che sto piangendo. Ma più che altro mi sento meno sola, come se anche lei stesse piangendo con me.

Il telefono continua a squillare ma non ho voglia di rispondere. Non voglio sentire le scuse di Luke, non voglio sentire Ashton o Calum o Michael. Non voglio sentire nessuno tranne una persona.

Alla fine aveva ragione. Dopotutto Chantal ha sempre ragione, che tu lo voglia o meno.

Prendo il telefono e neanche lo avessi fatto apposta ecco che mi sta chiamando.

Faccio scorrere il dito sullo schermo e porto l'apparecchio all'orecchio.

"Brutta roba i cuori infranti."

"Scusa C, avevi ragione tu."

"Lo so stupidina, lo so. Adesso dimmi dove sei che vengo a prendere."

"Al parco vicino all'asilo."

"Va bene Dana, due secondi e arrivo."

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