10. Halo

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//Sofia\\
Sto ripensando a tutto ciò che è successo oggi, al bullismo, alla prof, a Michele, a tutto... Soprattutto a Michele...
È incredibile come, con un semplice abbraccio di uno "sconosciuto", io mi senta al sicuro, mi sento protetta. Io riesco a sentire la sua anima, un'anima dolce e buona, che però urla, vuole esprimersi, vuole aprirsi, ma non riesce. Conosco Michele da poco, ma è come se lo conoscessi da anni, sto davvero bene con lui. Ho intenzione di scoprire di più sulla sua anima, è come un labirinto pieno di sorprese: oggi il bullismo, domani quale sarà?

Il giorno dopo...

Oggi voglio scoprire qualcosa di nuovo, voglio sapere di più riguardo l'anima di Michele. Voglio conoscere le sue passioni, le sue abitudini. Siamo amici, no? Perché non dovrei sapere queste cose? Ho così tanti quesiti.

Arrivo fuori scuola e lo vedo lì, è triste e riesco a sentire la sua anima triste e chiusa. La tristezza dentro me, sono cieli neri che, io so, non si scioglieranno più. La sua anima urla questo.

Me: Michi eccoti!
Michele: Oh ehm ciao Sofia.
Me: Come va? Perché sei qui così presto?
Michele: La vera domanda è perché TU sei qui così presto
Me: Rispondimi.
Michele: Beh perché amo l'inverno, amo il fascino che emana questo albero ormai senza foglie, è un uomo che ormai ha perso ogni speranza, un uomo dell'anima gelida. Poi oggi sono qui a quest'ora perché voglio evitare altri "guai". Mi sento una formica in un mondo di giganti, mi sento inutile.
Me: Michele, tu non sei inutile, perché lo pensi? Ti conosco da poco, ma so già che avrai un ruolo molto importante nella mia vita. Lascia volare via le parole delle persone, non hanno sentimenti, mio caro Michele, tu sì. Tu sei speciale, per me.
Michele: Lo pensi davvero?
Me: Lo penso davvero.
Michele: Ho bisogno di un abbraccio. Puoi aiutarmi?
Lo abbraccio, lui ricambia. Mi sento protetta nelle sue possenti braccia, protetta dalla sua altezza e dalla sua infinita dolcezza; il freddo scompare, tutto scompare, ci siamo solo io e lui in questo momento. È un grande amico, sono così fortunata.

Michele: su andiamo piccolina.
Me: non sono piccola, sono solo diversamente alta.
Michele: dai - dice sorridendo - andiamo in classe.

Il tempo passa veloce e arriva l'intervallo, non voglio lasciare Michele solo.
Me: Oggi tu vieni con me
Michele: Con te? Dove? Quando? A fare cosa?
Me: Zitto e vieni con me.

Insieme ci dirigiamo nel cortile, ci sediamo sull'erba bagnata e iniziamo a parlare.
Me: Sai Michele, io ho un "potere".
Michele: Quale?
Me: io... io... Io riesco a sentire le anime, come Beyonce. Sento che la tua anima è triste, vuoi parlarne?
Michele: La mia anima non è triste, io non sono triste, sono diversamente felice. È difficile parlare di questo, riesco a parlarne solo tramite le mie canzoni.
Me: Canzoni? Tu scrivi canzoni?
Michele: Sì, ho sempre pensato che la musica fosse l'unico mezzo buono per esprimere le proprie emozioni. La musica è uno sfogo per me.
Me: Voglio sentire una canzone
Michele: Ora no, magari la prossima volta.

Tre ore dopo...

Lea: Sofi, oggi vieni a casa mia? Dai, dobbiamo guardare OITNB.
Me: Lea mi dispiace, ma non posso, Michele deve mostrarmi una cosa
Michele: io..?
Me: Sì tu, andiamo su! Scusami Lea.
Lea: non ti preoccupare, a domani

Michele: Cosa devo farti vedere?
Me: Più che vedere, ascoltare. Voglio ascoltare una tua canzone
Michele: ma...
Me: Niente ma, ora andiamo a casa tua e mi fai ascoltare qualche pezzo.

Scendiamo dall'autobus, sembriamo due vecchiette, ma abbiamo freddo e dobbiamo riscaldarci in un modo o nell'altro.

Michele: Questa è casa mia, appoggia lì lo zaino e il cappotto. Ti va una cioccolata?
Me: Sì grazie, non dico mai NO alla cioccolata.

Dopo aver bevuto la cioccolata, io e Michele ci dirigiamo in camera sua, una camera, chiamata da lui, magica, perché proprio lì le sue canzoni prendono vita.

Michele: Ti faccio ascoltare Un mondo più vero.

Si siede e inizia a suonare, suona da dio.

E da qui, sopra le costellazioni dove ha senso programmare le illusioni; e da qui, dove non esistono ragioni, ma il coraggio che ci rende autentici.

Ha una voce a dir poco spettacolare.

Voglio un mondo più vero, voglio tenderti la mano anche se so che sei lontano perché il prezzo di un sorriso non si può quantificare e ogni tua lacrima disseta il tuo mare.

Ascolto senza far rumore, cullata dalle note emanate da quel pianoforte e dalla sua voce, una voce angelica.

Me: Ma sei bravissimo, da quanto tempo scrivi?
Michele: beh, scrivo da quando avevo dodici anni, anche se il mio primo pezzo non è molto bello
"C'è un pittore folle che non dipinge da un po',
sostiene che la vita è nera già di per sé
Non vuole peggiorare con la sua abilità
di fare con i colori quel che più gli va."
Vorrei tanto che tutti conoscessero e ascoltassero le mie canzoni, amo sognare e ci vuole coraggio per sognare. Tanto coraggio. E tu, invece cosa ami fare?

Sono lì ferma senza parlare, sono troppo impegnata a pensare a quanto io sia codarda, a tutto il tempo perso e alla frase detta da Michele.

Ci vuole coraggio per sognare, quel che io non ho, quello che io ho perso.

Breathe - SofieleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora