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Il pianoforte finalmente era arrivato, si era divertita a montarlo insieme alle sue coinquiline e insieme a un tecnico gentile e divertente.

"Ora ci suoni qualcosa, però!"

Le sue due coinquiline erano sedute a terra appoggiate a uno dei tanti specchi attaccati ai muri.

"Va bene.."

Toccò i tasti lentamente mentre pensava a cosa suonare, quando ad un certo punto le venne in mente una vecchia canzone che aveva scritto, testo e sottofondo.

Iniziò a suonare i primi accordi.

"L'amore non è una colpa, non è un mistero, non è una scelta, non è un pensiero.."

Mentre le sue dita lunghe ma piccole premevano i tasti per creare quella dolce melodia faceva risuonare la sua voce cantando quelle parole che aveva scritto una settimana prima di suo pugno su quei piccoli e semplici accordi che aveva imparato.

"E intanto io preferisco sognare!"

Quella parole non erano pensate su Marco, ma su ciò ci provava lei quando qualcuno le chiedeva cos'era per lei l'amore.

Appena finì ci fu silenzio per qualche secondo.

"Sei cotta, stra cotta.."

Ginevra diede una pacca sulla schiena a Elena.

"Cosa? No, non è vero. Non sono innamorata di nessuno, e poi di chi?"

"Come di chi? Di Marco! Vi abbiamo sentito ieri.."

Un'altro colpo alla schiena di Elena da parte di Ginevra.

"Come vi permettete a origliare ciò che faccio?"

La due amiche rimasero in silenzio a testa bassa. Così lei si alzò e uscì dalla stanza e andò nella sua stanza mentre le sue amiche sì pentivano di ciò che avevano fatto.

Si buttò sul letto e osservò la batteria. Nella sua mente risuonava solo il silenzio, proprio come in quella casa.

Quando a un punto il telefono di Sofia fece un suono. Era un messaggio.

Prese il telefono, veniva da un numero sconosciuto.

Se ti fa piacere, stasera ti porto in un posto. Alle 19:00 passo a prenderti.
Marco.

Lei rispose accettando, senza pensare, e si segnò il numero.

Così si alzò e si mise a cercare qualcosa da mettere. Optò per un pantaloncino rosso e una camicia bianca. Si fece una doccia, si vestì e controllò l'ora. Erano le 18:55, Marco si sarebbe fatto sentire a momenti.

Decise di scendere a stare davanti al portone per non dare sospetti.

"Dove vai?"

Stava giusto aprendo la porta quando Ginevra la chiamò.

Si girò e la guardò.

"A svagarmi, non so quando torno."

Aprì la porta a corse giù per le scale.

Appena aprì il portone si ritrovò Marco a pochi centimetri da lei. Era lì sulla soglia della porta, i suoi occhi profondi puntati sui suoi vitrei. Le mise una mano sul fianco e l'aiutò a scendere, ma anche quando fu al sicuro continuò a tenergli quella mano sul fianco.

E a lei piaceva.

Era una sensazione calda e dolce, e più era vicina a Marco si sentiva bene e al sicuro. Lui poggiò la sua fronte di quella della ragazza e i loro naso si scontrarono.

Ne sentivano il bisogno, ognuno sapeva il bisogno dell'altro.

Lì, appoggiati al muro, davanti agli occhi del mondo, si sentivano al sicuro. Non avevano bisogno di niente se non di un loro contatto. Se non di una loro carezza.

L'accompagnò alla moto e le diede un casco, salirono e lei si strinse al suo corpo. Durante il viaggio chiuse gli occhi e appoggiò la mano sul cuore di Marco.

I suoi battiti erano accelerati, ma sicuri. Non c'era imbarazzo tra i due. Lui si sentiva bene e lei era completamente persa in lui.

Volevano ricominciare da capo, era quello il loro intento.

E non c'era inizio più bello.

Andarono a casa di Marco e, appena lui chiuse la porta alle sue spalle, portò vicino a se la ragazza e appoggiò le labbra sulle sue. Era un bacio disperato, dolce, gentile, delicato, desiderato da tempo. Le mani di lei accarezzavano la sua barba mentre lui continuava ad accarezzargli i fianchi.

Erano lì, in mezzo a quella stanza disordinata, piena di idee, di vinili, di libri e di disegni. Erano soli, lontani dal mondo, a baciarsi dopo tanto tempo. Niente li avrebbe disturbati. Erano da soli. Il cellulare di Marco spento e quello di Sofia a casa. Ogni cosa che avrebbe potuto farli tornare alla realtà era spento o chiuso.

Quando si staccarono sorrisero insieme guardandosi negli occhi.

"Hai proprio ragione.."

La voce della ragazza era sussurrata, come se da un momento all'altro qualsiasi parola avrebbe potuto rompere tutto.

"Su cosa?.."

"Su tutto.."

E le labbra di lei tornarono su quelle di lui, più appassionatamente, con più felicità. Il sapore di tabacco sulla lingua, l'amore che tutti e due in quel momento provavano.

Le mani curate sotto la camicia di lei che accarezzavano la sua schiena, le dita che tiravano i riccioli di lui, il vetro freddo su cui erano appoggiati, le labbra gonfie, quella leggera patina di sudore sulle fronti dei due, il desiderio e l'amore.

Lui iniziò a camminare indietro, accompagnando la ragazza con la mano sulla sua schiena, senza mai lasciare quel contatto. Arrivarono nella sua camera da letto, quando lui iniziò a sbottonare la camicia di lei, la sfilò e strinse il corpo della ragazza a se lasciando cadere a terra la camicia. Non voleva fermare quel contatto, aveva paura che tutto quello era solo un sogno, che tutto sarebbe sparito nel giro di qualche secondo. Continuarono a spogliarsi a vicenda, senza mai sbattere di baciarsi. Si sdraiarono sul letto. Lei era sotto di lui, che le baciava il collo. Si sentivano amati, si sentivano liberi insieme, senza dover pensare al passato, senza essere costretti a nascondersi.

Si lasciarono andare in loro stessi, per tutta la notte, senza mai lasciare quel contatto tra di loro. Era importante, era forte, erano loro.

Coperti solo da un leggero lenzuolo si osservavano, tenendosi per mano, sorridendo sotto la luce dell'alba, osservati solo dal buio di quella stanza, incidendo sulle loro mani tocchi delicati e leggeri che avrebbero ricordato per tutta la loro vita.

-Okay, è piccolo ma è della lunghezza giusta. Questo capitolo é pieno di emozioni e, per quanto io faccia schifo a descrivere scene d'amore, questa volta mi congratulo con me stessa. Vorrei tanto che gli mi commentiate con le vostre considerazioni e con le vostre emozioni, credo che un lavoro sia completo solo con i pensieri di chi vede tutto da spettatore o da lettore. Io vi ringrazio, ci chiedo una stellina per farmi sapere che ci siete e commentare.
Vi voglio bene. ❤

Michelena

Un cuore in due || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora