Erano in silenzio, seduti stretti sul divano, lui guardava i suoi capelli attorcigliandoli al indice e lei era immersa nei suoi occhi.
Erano circondati dalla musica che usciva dalle casse. E si fissavano, senza dire niente, lui che fumava una sigaretta su quel divanetto in terrazza e lei che lo fissava, perdutamente innamorata.
Per quanto lei aveva cercato di non innamorarsi, quella notte passata tra baci e amore l'aveva fatta perdere. Dopo che il sole era sorto i due si misero a parlare. Lei voleva sapere di più di lui, dei suoi artisti preferiti, di cosa facevano quando erano insieme prima dell'esercito, di come si erano conosciuti, e poi quel dettaglio, il fatto che il primo bacio era avvenuto molti anni prima.
Ma a lei non importava, non lo ricordava, ma comunque era contenta per ciò.
Marco finì la sigaretta, era il momento di rompere quell'atmosfera.
"A cosa pensi?"
Lei rimase un po' spiazzata da quella domanda. Nessuno si era mai interessata dai suoi pensieri, oltre al suo medico e allo psicologo.
"Io.. Beh, a cosa verrà dopo."
"E cosa verrà dopo?"
Ci pensò un attimo. Il futuro, quella persistente realtà che odiava, che si realizza ogni secondo che passa.
"Non so predirre il futuro, ma credo che se lo vogliamo possiamo creare qualcosa."
"Il futuro si crea, Sofia. Non esiste già, forse l'unica cosa che è già decisa è il tempo, ma ogni cosa che può essere decisa influenzerà il futuro. Quindi se noi decidiamo di frequentarci il futuro sarà pieno, se lo vogliamo, di momenti insieme e.. di tutto quello che noi decidiamo."
Ciò che Marco aveva detto era vero, ma non aveva deciso lei di entrare in coma e di dimenticare tutto quello che aveva passato, soprattutto di dimenticare Marco, che iniziava a piacerle sempre più.
"Forse, Marco."
Lei si appoggiò al suo petto e si lasciò andare dai battiti del suo cuore, si sentiva felice, estremamente felice. Aveva paura che tutto si sarebbe spezzato da un momento all'altro. Aveva paura, ma la felicità era più grande.
"Senti, se andiamo a mangiarci qualcosa? Io ho un po' di fame.."
Lei alzò la testa e lo guardò stupita.
"Che c'è?! Sono umano, ho fame come tutti.."
E di lì a poco un brontolio risuonò nella pancia di lei.
"Vedi, sai essere umana anche tu."
E la baciò. Un bacio sulle labbra, un piccolo bacio contente tanto amore. Così si alzarono, si rivestirono e andarono in un bar lì vicino.
Mentre lui beveva il suo caffè lei lo guardava compiere ogni piccolo gesto mangiando un cornetto caldo. Era strano pensare a come due giorni prima lo odiava a morte ed ora stava iniziando ad amarlo, che ogni suo dettaglio le piaceva e si sentiva bene a ogni tocco che le dava.
Ma era ancora insicura sull'innocenza di Marco su quello che le era successo, forse era facile innamorarsi di lui, ma non lo conosceva abbastanza da dire di amarlo davvero. Aveva bisogno di sapere di più.
"Io devo andare in studio, ho varie cose da sbrigare, puoi venire con me o ci vediamo dopo, se ti va."
I suoi pensieri furono distratti dalla voce di lui.
"Oh, no. Devo andare a lavorare con Ginevra ed Elena al bar. Possiamo fare stasera che ci vediamo per fare qualcosa.."
Lui sorrise, era un sorriso malizioso ma non troppo. Sembrava stare architettato qualcosa.
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Un cuore in due || Marco Mengoni
FanfictionAvere un cuore in due non è facile, al massimo diventa un'abitudine, che se ti amo io poi ti fermi tu, chi resta ne ha di più. Succede che i giorni corrono sbiadisco io, sbiadisci tu, non lo vorrei. Ma abbi cura di quello che sei, di ciò che senti e...