Capitolo 12

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Tristan non voleva realmente ignorare William, ma quella sera aveva amici dei suoi genitori a casa, e non voleva assolutamente apparire maleducato stando tutto il tempo appiccicato al cellulare.
La figlia di questi signori, Anastasia,continuava a lanciargli occhiate maliziose, ridacchiando ad ogni sua battuta, e al biondo fu subito chiaro il flirt in atto da parte della ragazza, ma lui era davvero gay, e non ci trovava niente in un paio di tette, e soprattutto in una vagina.
Quando lei si sedette accanto a lui sul divano, ci mancò pochissimo che prendesse il telefono e rispondesseal suo amico su kik, perchè davvero, quella ragazza doveva capire lasua indifferenza, ma un'occhiataccia da parte del padre lo fece tornare sui suoi passi.
"Tristan, mi accompagneresti un attimo fuori così mi fumo una sigaretta?"
Non avrebbe voluto per nulla, ma doveva.
"Va bene"
Andarono fuori e lei si accese una marlboro rossa.
"Certo che fa freschino, non trovi?"
Tristan roteò gli occhi infastidito,poi si tolse la giacca e la poggiò sulle spalle di Anastasia.
"Sei un vero cavaliere" e poi si avvicinò per baciarlo.
Lui subito si scostò, ma lei spense la sigaretta e poi prese il suo viso fra le mani e poggiò le proprie labbra sulle sue.
Non lo lasciò andare per una ventina di secondi, al termine dei quali Tristan aveva le labbra macchiate del rossetto rosso mattone della ragazza.
"E sei anche molto carino"
Tanto ormai l'aveva baciato, poteva evitare i complimenti del cazzo.
"Torniamo dentro?" domandò lei afferrandogli la mano.
"Anastasia, puoi non tenermi per mano?"
"Stiamo troppo bene insieme, quindi no."
Fu lui a scostarla bruscamente, rientrando in casa.
Una volta dentro, la ragazza, si tolse il giubbotto del biondo bruscamente, siccome era un po' arrabbiata, e nel farlo, il telefono di Tristan scivolò dalla tasca, atterrando sul pavimento dal lato dello schermo.
"PORCA PUTTANA NO"
"Tristan, modera il linguaggio" lo rimproverò sua madre.
"Scusami Trì, non volevo"sembrava così dispiaciuta.
Provò a riaccenderlo, ma senza nessun risultatò, dovette così mordersi la lingua per evitare di imprecare.
Anastasia aveva già in mente un piano per farsi perdonare, così lo trascinò in camera sua e lo buttò sul letto, iniziando a spogliarsi.
"Ti prego rivestiti" disse lui guardando altrove.
"Devo farmi perdonare"
"Non devi, non preoccuparti, si aggiusta"
"Ma mi sento in colpa" si morse il labbro in maniera provocante, ma la sola cosa che provocò in Tristan fu un conato di vomito.
"Anastasia..."
"Sì?"
"Copriti ti scongiuro"
"Ma che problemi hai?!?"
Evans sospirò prima di "Sono gay e non ho davvero voglia della tua vagina" dire.
Lo sguardo allibito di Anastasia sarebbe stato esilarante, se non avesse appena fatto coming out con la figlia di carissimi amici di famiglia, famiglia che non sapeva della sua omosessualità.
"Non è possibile"
"Lo è.."
"Ma allora è vero che tutti i più fighi sono ricchioni"
Tristan alzò gli occhi al cielo per quel ridicolo appellativo, ormai non si offendeva nemmeno più, ma era davvero irrispettoso.
"E i tuoi come ha reagito?"
"Non lo sanno"
Gli occhi della ragazza si illuminarono di malizia.
"Allora sarò la tua ragazza di copertura"
"Altrimenti lo dirai ai miei?"
"Non sono così stronza. Lo faccio per te"
Il biondo prese in considerazione l'idea, a scuola molti sapevano fosse bisessuale, perchè i primi anni era ancora sessualmente confuso e quindi aveva frequentato diverse ragazze. Inoltre non c'erano molti omofobi, ma quei pochi che lo erano, erano anche persone che conoscevano i suoi.
Forse accettare lo avrebbe aiutato.
"Va bene, sarai la mia copertura."

Written Off ※ Tradley EvansonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora