0.4 Calum

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14 Aprile 2016
Ore 12:40

Calum era appoggiato al muretto che delimitava il cortile della scuola, mentre insiprava fumo da una sigaretta.
Non aveva alcuna paura che i professori lo vedessero.

《Che coglione quel Clifford. Tornerei indietro a dargli altri due pugni.》grugnì Andy.

Calum aggrottò la fronte, ripensando a quel ragazzo con i capelli tinti e i maglioni sempre di qualche taglia più grande. Gli dava il nervoso il fatto che fosse così debole.
Perché non provava a difendersi invece di piagnucolare come una femminuccia? Sperava che qualcosa cambiasse o che arrivasse un principe a salvarlo? Povero illuso.

《Non dici niente, Calum?》

《Dico che per oggi abbiamo già fatto abbastanza》rispose lui.

《Cosa ti prende? Prima non lo volevi colpire e ora lo difendi pure. Stai diventando anche tu un frocetto?》ringhiò Andy, afferrandolo per la giacca e spingendolo contro il muro.

《Metti giù quelle zampe.》rispose a tono il moro.

《Altrimenti?》rise l'altro stringendo la presa. 《Ricordati chi comanda qui, Hood.》

Calum spense la sigaretta che aveva in mano su quella di Andy e sorrise quando lo vide allontanarsi di scatto con le lacrime agli occhi per il dolore 《Se sei furbo, non ti metterai contro di me, Andy.》e decise di rientrare.

Si diresse inconsciamente verso il bagno, voleva controllare come stesse Michael.
Rimase dietro la porta per evitare di essere visto.

Il ragazzo era lì, mentre piangeva accucciato in un angolo.
Gli occhioni verdi colmi di lacrime, un segno rossastro sul volto, il sangue ormai secco.

Calum si ritrovò ad avere compassione per lui, stava quasi per andare ad aiutarlo ma poi ci ripensò. Michael doveva cavarsela da solo e trovare la forza di rialzarsi.

Ore 00:30

Calum si rigirava nel letto, non riusciva a darsi pace. Non sapeva perché continuasse a pensare a ciò che era successo quella mattina, non era nemmeno la prima volta che Andy faceva male a Michael o che lo insultavano.

Però c'era qualcosa di diverso. Non lo aveva mai guardato negli occhi prima di quel giorno. Erano così belli, ma allo stesso tempo tristi. Chiedevano pietà.

E lui non ne aveva avuta.

Sbuffò e lanciò lontano le coperte. Non doveva pensare a quello.

Michael era uno stupido, un debole che non sapeva difendersi. Meritava quello giusto? Gli sarebbe stato utile, magari avrebbe iniziato a capire che doveva reagire.

Basta. Alla fine era tornato a pensare di nuovo a lui.
Calum si alzò, davvero nervoso, e si diresse verso la finestra dopo aver preso un pacchetto di sigarette e l'accendino.

Ad un certo punto sentì un lieve rumore dal piano di sotto.
Tese le orecchie e ne sentì un secondo, passi che avanzavano.
Afferrò il coltellino che teneva sul comodino e scese lentamente, cercando di non farsi sentire.

Sentì la porta chiudersi, e sospirò di mezzo sollievo quando sentì la risata di sua mamma.

《É così che accogli tua madre? Ahahah figlio ingrato.》e bevve un altro sorso dalla bottiglia che aveva in mano. Calum la guardò semplicemente disgustato.

《Non mi aspettavo che tornassi a casa, pensavo fosse un ladro.》e abbassò il coltellino.

《 È uno schifo qui, nemmeno un ladro vorrebbe entrare》e poi rise sguaiatamente.
Calum la guardò male. La casa era completamente trascurata, ma di certo lui non aveva tutta la colpa.

La donna fece qualche passo, ma le girò la testa e la bottiglia le cadde di mano, andando in frantumi.

《Ow, era l'ultima che potevo comprare》guardò dispiaciuta i cocci di vetro. 《Mi presti un po' di soldi, Jack?》

《Io sono Calum.》disse lui. Gli occhi ancora più neri.

《Ah, dov'è tuo fratello?》

《Al cimitero, mamma.》

Lei si sedette sul divano e sospirò. 《Eh già... Perché non sei morto tu al suo posto? 》e poi rise di nuovo.

Calum andò di sopra.
Continuava a ripetersi di non piangere. Lui non era Michael Clifford.

Con gli occhi appannati, si vestì con i suoi soliti skinny jeans neri e una delle poche magliette pulite che aveva nell'armadio e poi prese le sue vecchie converse.
Si infilò in tasca il cellulare, le sigarette e prese il portafoglio con risparmi che nascondeva sotto il letto.

Quando scese sotto sua mamma stava ancora blaterando 《Ah, che schifo la mia vita. Sono bloccata qui con te. Ahaha non ti fa ridere la parola blocco?》

Si accorse che il figlio era di nuovo lì con lei e si rivolse a lui mentre barcollando si dirigeva in cucina.

《Fammi un piavore》 e poi di nuovo quella fastidiosa risata. 《Non sapevo se dire piacere o favore.》

《Jack?》dopo alcuni secondi di silenzio, si accorse dell'errore e riprovò. 《Calum?》

Ma il ragazzo se ne era già andato.

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