Un suono sordo subentra nella sala sotterranea, alle prime luce dell'alba, quando tutti ancora dormano. Il nuovo compito è arrivato. Il messaggio cartaceo ha attraverso mezzo continente per arrivare a loro, a quella stanza sconosciuta da chiunque, anche dai presenti, perché non sanno mai dove si trovano nel momento del riposo, le loro missioni sono così importanti che per proteggerle, neanche i diretti interessati hanno il diritto di conoscere i dettagli. Aspetta solo a Thomas assemblare i pezzi.
Il rumore li sveglia di soprassalto.
La luce entra da dei piccoli spiragli sul soffitto, non è molta ma dona al piccolo ambiente un aspetto tetro e angosciante.
L'aria è stantia e i soldati ci mettono un pó per tornare lucidi, da quella che si è rilevata un nottata impegnativa, colma si sudore e insetti.Il messaggio cartaceo viene posto sotto il controllo di Chris, l'informatico della squadra, che ha il compito di decifrare il biglietto.
Gli uomini sono ormai tutti in piedi, sono scesi dalle loro piccole brandine di stoffa e legno.
<<Chris! Sbrigati!>> sbraita Thomas mentre raccoglie tutte le armi presenti, <<ho fatto, ho fatto>> ripete Chris con le mani tremanti. Il tempo è fatale in questi momenti.<<California>> urla il ragazzo mentre stacca tutti i cavi collegati alla banca dati. Simon passa con la tanica di benzina ogni centimetro dell'alloggio, in modo che una volta divampato l'incendio, tutto bruci immediatamente, perché nessuno deve trovare i segreti nascosti in quel buco nel terreno e si sa che non appena il fumo arriverà alto in cielo richiamerà occhi indesiderati. Per quel momento la squadra già dovrà essere fuori dal paese.
Casualmente della benzina va a finire proprio sugli occhiali di Stive. Lui sbraita fermando la sua corsa, <<Simon! L'hai fatto apposta!>> urla con tutto il fiato che ha in corpo, <<così la prossima volta mi lascerai l'ultimo pezzo di pizza!>> risponde a piena voce Simon.
Gli schiaffi di Thomas sui colli di entrambi i ragazzi echeggiano per le pareti sotterranee, <<vi pare il momento?>> domanda divertito.Il tempo sta per terminare, devono uscire adesso. Raccattano tutto il possibile e si precipitano alla luce cocente del sole del deserto. L'elicottero è già in postazione. Tutti salgono a bordo saltando, Stive si aggrappa allo sportello e le eliche cominciano a girare. In pochi minuti sono in volo.
Chris è ai comandi, mentre Adam aziona il dispositivo che fa saltare in aria l'intero edificio. Thomas controlla la mappa stropicciandosi gli occhi per la povere che gli irrita le pupille. Osserva il cielo, le nuvole e si ricorda come lei amava guardarle. Ricorda quel giorno, stesi sul prato contando le nuvole bianche che danzavano sopra le loro teste trasportate dal vento. Chiude gli occhi e li strizza ancora. Non la ama, non può amarla. Non l'ha mai amata, neanche le stava simpatica. La sua arroganza, la sua testardaggine, la sua speranza nella vita, lo mandavano fuori di testa; eppure la pensa così spesso. Ricordava la sua malattia genetica che le aveva colpito gli occhi, mangiandogli il colore delle iridi e cancellando il marrone per lasciare posto ad una specie di celeste misto a giallo, che lei si ostinava a spacciare per dorato. Ricordava i suoi capelli castano scuro, lunghi e mossi che nessuno era mai riuscito a tagliare, altrimenti quelle formici sarebbero finite in qualche parte del corpo del mal capitato. Per non parlare del suo carattere forte, di come non aveva mai versato una lacrima da quando l'aveva conosciuta, o di come era l'unica a non aver timore di lui, di come gli teneva testa. Ma non l'amava, non l'aveva mai amata.
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Tenente e Soldato
Short StoryLa guardava da lontano, come si guarda un fiore nella neve. Con meraviglia, possessione, paura che possa appassire. L'aveva persa e lo sapeva, era a conoscenza che forse quella prospettiva sarebbe stata l'unica a sua disposizione; forse per sempre. ...