Capitolo 1

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CAPITOLO REVISIONATO

17 Novembre 2016 -Forse non è la fine!-

Avete presente quando gli alberi di pesco sbocciano e i petali color rosa antico rendono un'atmosfera romantica, quasi da film.

Quando gli amori si rincontrano di nuovo, sotto la luce della luna, o quando si avverte la sensazione nel cuore che finalmente si è tornati a casa?

Era così che mi sentivo e, dopotutto andava bene.

Lui era lì, seduto in una panchina di legno sotto un albero, che aveva perso tutto le sue foglie e  che si abbinava perfettamente a quello che in questi giorni, avevo provato costantemente.

Ma adesso ero qui, e lui con il viso spento, il corpo più magro e la felpa perfino troppo grande per le sue spalle larghe, stava seduto a guardare il lago, pensieroso.

Non sapevo esattamente cosa stesse provando, ma il viso di Mark, aveva detto chiaramente come stava.

«dopo ogni allenamento va in quella panchina per ore» mormorò, soppesando le sue parole.

Come se potesse dirmi il resto.

« hai portato via con te la sua vitalità » Jaebum continuò,  alzandosi dal divano, con il viso adirato e la voce un po' rotta.

Era come se il mio male adesso non bastasse, e in fin dei conti, quello che avevo provato guardando i loro visi stanchi, mi aveva spezzato il cuore in piccolissimi granelli di vetro.

Mi facevano così insensibile?

Ma del resto, avevano anche ragione, non sapevano nulla.

Mi sono tenuta tutto dentro, lasciando solo lontanamente immaginare qual era il vero motivo per cui fossi scappata.

Come biasimarli?

Come biasimare il mio dolore, queste lacrime che da un mese non hanno smesso di scendere e tutto quello che provavo era un freddo, che mi spegneva dentro.

Riuscivo solo a sentire che il mio cuore non provava nient'altro, oltre i ricordi e una voglia immensa di abbracciarlo.

Avevo rinnegato più volte questi sentimenti ma...

Come potevo definire ciò che provavo?

Qualcosa che andava oltre all'aspettarlo dopo ogni concerto, oltre lo svegliarlo di controvoglia, perché aveva un'intervista da fare, e oltre all'osservarlo mentre sorrideva a tante ragazze.

Oltre i chilometri, oltre le carezze improvvise e oltre i baci in fronte.

Che nome aveva tutto questo, se non il suo?

« Yugyeom-ssi »Urlai con una voce che voleva rimanere incastrata nelle corde vocali.
Quasi senza coraggio.

Alzò lo sguardo dai suoi anelli delle dita.
I capelli gli coprivano le sopracciglia e quegli occhi che tanto amavo.

Quanto erano cresciuti in un mese?

E poi aveva fatto una nuova tinta?

«Non sono una codarda!» Sospirai piano tra le parole, che, suonavano tremendamente frustate da quell'attesa scostante.

Sorrisi poi, felice per averlo detto.

Quel suo messaggio, mi era rimasto impigliato nella mente e continuavo a rigirarmi nel letto la notte, senza nessuna voglia di iniziare a dormire.

Volevo tornare lì, per far vedere chi era Jamie.

Io non sono codarda.

"Invece non appena avevi sceso le scale dell'aereo ti sei resa conto che il motivo per cui ti trovavi  qui, adesso era un altro.

 YUGYEOM'S LOVE   Yugyeom Got7❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora