Silence.

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Quella nuova consapevolezza rese impossibile il sonno di Michael, che restó ad ascoltare musica per tutta la notte, cercando di non pensare o, perlomeno, cercando di non far affollare troppi pensieri nel suo cervello stanco. Michael odiava il silenzio: odiava quel fastidioso rumore che sentiva quando tutto taceva, odiava I silenzi imbarazzanti tra due persone, odiava le persone che facevano cadere I discorsi, come se non ci fosse nient'altro da dire, ma in quel momento lui sembrava udire le parole rimaste nell'aria, ragionava su quello che l'altra persona potesse star pensando.
Lui sapeva che Luke amava il silenzio: era rilassante, dopo aver sentito solo urla per due ore e mezzo, rimanere ad ascoltare il vuoto.
Il biondo era steso sul suo letto con gli occhi chiusi, ma senza la minima intenzione di dormire. Si sentiva solo, anche se sapeva che c'erano altre quattro persone sul bus, ma lui sentiva una malinconia incredibile, un senso di vuoto che il silenzio omaggiava ma rendeva allo stesso tempo sempre più triste. Voleva Michael.
Si alzó piano e arrivó ai piedi del letto del ragazzo dai capelli lilla, che avvertendo una presenza dietro di lui aprì gli occhi.
«Posso rimanere qui? » gli chiese il più piccolo.
«Certo » Michael espresse tutta la sua dolcezza in quella risposta, che gli uscì talmente vellutata dalle labbra che a Luke venne spontaneo abbassarsi per baciarlo delicatamente.
Si stese vicino a lui, il suo petto toccava quello del maggiore, che sorrise passandogli una mano tra i capelli.
«come faremo con gli altri?» sussurró Luke
«vuoi che lo sappiano?» Michael speró di non aver lasciato trapelare la speranza che celava la sua domanda, dirlo ai ragazzi lo avrebbe reso ancora più vero, quasi tangibile.
«penso di sì, più in là magari» Luke si avvicinó ancora di più al ragazzo dai capelli lilla e lo bació delicatamente sulle labbra, desiderando che quei momenti non finissero.
Avrebbe voluto allungare le notti, quei piccoli momenti di solitudine in cui l'oscurità non gli faceva aver paura del giudizio altrui, ne' del proprio giudizio. Ancora non aveva realizzato che quello che faceva, quello che sentiva per Michael era giusto, puro come qualsiasi sentimento. Eppure era lì. Era lì contro il giudizio degli altri, era lì contro le sue paure. Era lì perché quello era il suo Mikey. Quella era la persona che voleva trovarsi accanto la mattina, quella era la persona con cui avrebbe voluto coccolarsi sotto le lenzuola.
«Notte Mikey»
«Notte Lukey»

#MySpace
Hiiii
Non sono morta, ho avuto solo parecchio da fare, questo capitolo è parecchio corto ma vabbe, mi piace come sto scrivendo questa storia eppure mi sembra di star disegnando solo la cornice del quadro... Vabbe, non so neanche io come andrà a finire, buona lettura c:

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