Piccoli passi

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Continuavo a camminare avanti e indietro per la mia stanza, dovevo calmarmi, non era difficile no? Mi sedetti davanti allo specchio e osservai il mio riflesso, ero indecisa se raccogliere i miei capelli neri in una coda o lasciarli così ondulati, come mossi dal vento. Optai per la coda, dicono che vada sempre bene quando bisogna apparire decisi. Mi ripassai anche il mascara sulle ciglia, questi occhi blu dovevano avere maggior decisione. Puntai il dito conto lo specchio, "puoi farcela, puoi farcela" ripetei al mio riflesso. Respirai come se quello fosse il mio ultimo respiro e girai la maniglia della porta.
"Oh Mia, meno male che sei arrivata, mi aiuti ad apparecchiare?" mi chiese mia madre stendendo il bucato.
"Veramente io..." "Grazie, tesoro, i piatti sono ancora in lavastoviglie" venni subito bloccata. Aspetterò la fine della cena, pensai.

"Allora io vado a fare la passeggiata col cane" fece papà alzandosi "No" urlai "aspetta, devo parlarvi." Papà si sedette immediatamente, "che c'é piccola?" Piccola, ho sempre odiato i nomignoli, ma sorvolai; "io ho deciso cosa fare, del mio futuro, intendo" "cioè, non definitivamente, bhe ecco" iniziai a balbettare abbassando drasticamente la voce " prenderò un anno sabbatico"
"Cosa? Tesoro non ho sentito, alza la voce" mi suggerì papà, accarezzandomi la mano " Prenderò un anno sabbatico" dissi tutto d'un fiato con una innata sicurezza. "Cosa?" Questa volta mamma scattò e non era perché non avesse capito. "Non puoi, cosa ne sarà dello studio, devi andare avanti ora che sei più fresca, non puoi perdere un anno o sarai sempre in ritardo, sprechi tempo e..." Mamma continuava a versare parole su parole nella speranza di convincermi, ma io ormai sapevo come era fatta, perciò volsi lo sguardo verso mio padre. "Cosa ne pensi?" Tirò l'ultimo tiro di sigaretta e la spense nel posacenere "sono fiero di te". Questa volta fui io a pensare "cosa!" cioè non mi aspettavo una risposta negativa da parte sua ma neanche così tanto positiva. Dalla risposta della mamma però intuii che anche lei non si aspettava questa reazione." Ma si cara, questa esperienza le servirà nella crescita, piuttosto che scegliere un percorso e poi non concluderlo preferisce capire meglio e compiere dopo la sua scelta" il suo tono dolce misto a saggezza e approvazione, mi convinse ancora di più della mia decisione "non possiamo fare altro che incoraggiarla."
"Grazie, papà" farfugliai.

Mamma e papà stavano ancora discutendo quando rientrai, alla fine era toccato a me portare giù Roller, il cane. Mia madre mi porse la sedia "tesoro, siediti" fece una pausa "hai già pensato cosa fare durante l'anno sabbatico?" Mi domando un po' intimorita dalla risposta. "Si" risposti sicura "pensavo di andare dallo zio in Australia."
"Lo zio?" - "Si, mamma, tuo fratello" replicai. "Ma è fantastico" si intromise papà. " Non puoi andare da Diego, lui è.."
"È cosa mamma?"
"Uno sconsiderato" disse riluttante
"Non è vero, lo dici solo perché lui ha avuto il coraggio di lasciare tutti gli agi della tua famiglia e inseguire il suo sogno" ringhiai alzandomi "lo dici solo perché lui ha avuto il coraggio di tentare" adesso stavo camminando diretta verso camera mia "tu non avresti realizzato la metà di ciò che ha fatto lui!" Sbattei la porta e mi coricai sul letto. Forse avevo esagerato, ma ero troppo stanca per domandarmelo. Mi rimboccai le coperte e m'addormentai.

"Dovresti chiederle scusa sai?"
"Buongiorno anche a te, papà" ironizzai
"Non scherzo, piccola, le hai parlato in maniera troppo dura, non se lo meritava, lei ha solo paura di perderti"
"Tu non ne hai?" lo interrogai "Ma certo"- "Ecco" lo interruppi bruscamente "perché tu non hai reagito così, ma lei si?" Mi lanciò un buffo sorriso "ma perché la mamma è la mamma." Assurdo, ma che risposta è. Mi diressi verso la sua stanza; gli assi del pavimento scricchiolarono quando aprii la porta. "Adesso mi alzo, amore" sussurro dal letto "Mia, sei tu!" Sobbalzò. "Si, scusami, io.." non sapevo cosa dire "Lo so" sopraggiunse riempiendo il silenzio con la sua voce  piena "dispiace più a me, vedi...è difficile capirti Mia." Abbozzai un sorriso, quella difficile da capire era lei, ma non glielo dissi, mi limitai a guardarla; eravamo davvero simili.
"Allora, hai già parlato con lo Zio?" Ammiccai "dice che sarebbe felice se io andassi da lui." Prese il computer dal comò "prenotiamo il volo allora"
Mi gettai su di lei, non dissi niente, l'abbracciai e basta, tutto ciò che dovevo dire lo diceva il mio corpo per me.

La metà che ci divideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora