Giro l'angolo della pizzeria, mi trovo su una strada principale credo, c'é molto traffico e riesco a riconoscere alcuni negozi di marche famose. Spero sia south hill ma l'ultimo passante mi aveva detto che era un po' lontana dalla pizzeria quindi non credo sia questa. Costeggio il marciapiede cosparso di palme e alberi di altro genere, faccio lo slalom fra i cani e i bambini; mi sento un po' goffa a dirla tutta, spero solo che manchi poco. Continuo su questa strada quando vedo appoggiato al muro un ragazzo. È molto bello, i suoi capelli mossi biondi scuro gli cadono a ciocche sul viso, il suo corpo è da atleta, farà sicuramente sport, per non parlare
dell ' altezza; anche se non gli ero abbastanza vicina per dirlo avrei giurato di arrivargli solo alle spalle.
Mi accorgo che anche lui mi sta fissando, faccio per voltarmi ma qualcosa mi trattiene. Io quel ragazzo lo conosco.
"Se vuoi ti regalo una mia foto, dura più a lungo, sai?"
Ora mi volto incrociando istintivamente le braccia "cosa ci fai qui Logan?" Sbuffo
"Ti aiuto, che domande"
"Non ne ho bisogno"
"Lo vedo" dice tutto divertito "infatti sei vicinissima a south hill"
"Davvero?" Dico quasi entusiasmata
"No" inizia a ridere "ma dovresti vedere che sorriso ebete hai appena fatto"
Gli tiro un pugno "ci si arriva comunque"
"Ci impieghi il doppio del tempo"
"E allora?"
"Le pizze si raffreddano" dice con fare sapiente "però questo cliente non le voleva già pronte" fa una smorfia "la solita fortunata"
La mia mano pizzica, sento di volergli dare uno schiaffo, ma mi trattengo.
Parto però come un razzo attraversando la strada. Le macchine si fermano, ma un motorino non mi vede e non frena. Me lo vedo addosso, sono spacciata penso. Chiudo gli occhi, non voglio sentire l'impatto.
Mi trovo a terra. Apro gli occhi "Logannn" strillo.
"Non c'é di che" è sopra di me; lui mi aveva salvata dal motorino, non ci potevo credere "suppongo che urlare il mio nome in quel modo sia la tua maniera di dire grazie, èh principessa"
"No, cioè si" per la prima volta ero impacciata "comunque non chiamarmi più principessa o ti ci metto io sotto una macchina" sbotto.
"Vedo che non hai subito alcun trauma, sei sempre molto gentile"
Lo fulmino mentre mi pulisco dalla polvere. "Grazie."
Sorride "dai abbiamo ancora un po' di strada, andiamo"
"No, scusa precisiamo, io ho ancora un po' di strada"
"No, noi"
"Ti ho detto che non ho bisogno di te"
"Se non avessi bisogno di me a quest ora saresti già nell'oltre tomba" mi dice tutto sarcastico
"Esagerato"ribatto "sarei in un comodissimo letto di ospedale" muovo un angolo della bocca come mezzo sorriso
"Allora la prossima volta ti ci lascio, così ti ritrovi nel tuo comodissimo letto!" Sospira arrabbiato, si gira e inizia a camminare.
Rimango basita, forse ho un po' esagerato, infondo lui mi aveva aiutata, si dai non diciamo salvata.
"Aspetta" gli urlo correndo.
"Pensavo non ti servisse il mio aiuto"
"Sei ancora arrabbiato?"
"Non sono arrabbiato, Mia" mi guarda storto
"A me sembra di sì" mi giro per guardarlo e lui ricambia lo sguardo "è che tu" fa una pausa "mi sfinisci"
"Cosa" penso fra me e me, ora sono io a essere sfinita, ma chi si crede di essere questo ragazzo. Svoltiamo un bar e prendiamo la strada in mezzo al parco per deviare. "Guarda che nessuno ti ha chiesto di accompagnarmi" dico con aria da broncio
"Guarda che adesso sei stata tu a venirmi dietro" dice divertito
Mi sale l'omicidio, stai calma Mia, mi dico.
"Quanto manca?" Questa volta ho davvero il broncio. Ride "e ora perché ridi?" Questa cosa mi dava ancora più sui nervi.
"La tua faccia" esclama "vedi che sei ancora una bambina, in fondo"
Gli faccio lo sgambetto e lui cade, ma non si fa niente. "Hai proprio ragione" gli dico ridendo "però almeno io sto stare in piedi."

La metà che ci divideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora