La mia roccia

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La sveglia suona all'impazzata, mi sono dimenticata di disattivarla; accidenti pure in vacanza mi sveglio alle 7. Decido di spegnerla e di rimettermi a dormire.
"Ho sentito che sei sveglia" mi urla mia madre; a quando pare il karma vuole proprio che io mi svegli. "Adesso arrivo" rispondo fra lo scocciato e l'addormentato. La colazione era già in tavola. Venni investita dall'odore di tabacco alla menta di papà; era sempre presente come una quarta persona.
"Allora come ci si sente da maturanda, èh" chiese papà intanto che rosicchiava un biscotto " come al solito, solo con un obbligo in meno" risposi dopo aver bevuto la spremuta.
"In meno o in più" replicò mia madre "potresti aiutarmi in negozio nelle vacanze e poi non dimenticare che devi ancora scegliere l'università e.."
"Si, mamma lo so, non stressarmi di prima mattina" la fermai in tono alterato. Perché i genitori devono sempre metterti davanti all'evidenza delle cose, o almeno, perché lo fanno in maniera così brutale e alle 7 del mattino. Aspettate almeno quando anche il sole può dirsi sveglio, il che secondo me avviene sempre intorno alle 10.
"Veramente, pensavo di andare dal nonno oggi" replicai " è tanto che non lo vedo e gli avevo promesso che sarei passata"
"Che splendida idea" mamma mosse il capo in segno di approvazione; chissà perché ma quando dici che vai a trovare i parenti, e lo fai di tua spontanea volontà, guadagni sempre sorrisi e consensi come se non gli sembrasse vero ciò che hanno sentito.

La casa del nonno si trova vicino al mare, lui era un pescatore e non si è sentito di abbandonare il suo "fidato amico" come lo chiama lui o mare, per le persone comuni. Nonno Mario è la mia roccia e io sono la sua anguilla. Sinceramente non ho mai capito perché , perché 1) sentisse la necessità di chiamare ognuno con il nome di un pesce 2) per me scelse proprio anguilla, cioè parliamoci chiaro, chi vuole essere un'anguilla al posto di un delfino? Tuttavia lui continuava a chiamarmi così perché sosteneva che non ero una persona facile da trattare ed ero sfuggente , così lui definiva le anguille.
"È bello èh, il mare, lo fisso ogni giorno per ore e non mi stanco mai" disse in tono pacato "allora quale vento ti porta fin qui figliola?"
"La voglia di vederti nonno!" ammiccai
"Oh andiamo, non ci crede neanche la testa del pesce spada sul muro" scattò. In effetti il mio nonnino non può definirsi una persona dolce, è sempre molto diretto e non bada ai convenevoli; i miei dicono che io abbia preso da lui questo carattere scontroso.
"Hai vinto" gli sorrisi "l'indecisione... Io non so come andare avanti, nonno"
"Inizia col versare il caffè nella tazza e siediti, non si può parlare senza essersi calmati" mi rispose distaccando gli occhi dalla finestra per posarli su di me. "Lo zucchero è nel barattolo rosso o giallo?"
"Aprine uno, assaggia qualche granello e scoprilo, non chiedere aiuto per cose estremante semplici che si risolvono con un niente" mi rimprovera.
Ma perché, mi chiedo, in fondo mi serviva solo per risparmiare tempo, queste sue uscite proprio non le capisco.
"Vedi Mia" continua "tu ti poni troppe domande su questioni estremante futili"
"Il mio futuro non mi sembra futile" gli lanciai un occhiataccia.
"Guarda il mare, Mia, anche lui cambia, un giorno è mosso, un altro è liscio, un altro ancora ha i cavalloni che lo dominano, eppure è sempre lui" lo guardo con aria estremamente confusa,  "quello che intendo" rivolge ancora lo sguardo dal mare a me "nessuno può predirre come sarà il mare il giorno dopo, tuttavia se ci fermiamo ad osservarlo possiamo farcene un'idea." Si fermò per sorseggiare il suo caffè, "farcene un idea" ripetei sedendomi, forse anche io dovevo fermarmi, per poter chiarire la mia situazione e "farmi un idea" di quel che dovevo fare. "Si, Mia, proprio così, l'idea è la partenza."
Gli sorrisi "grazie per il caffè", "quando vuoi" mi disse lanciandomi un occhiata compiaciuta, lui aveva già capito che nella mia testa stava già germogliando "l'idea."

La metà che ci divideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora