"Quindi è qui che vivi" chiedo incredula
"Niente male è" aggiunge soddisfatto
"Proprio no!"
Non ci posso credere zio Diego vive proprio qui. Mi aspettavo una catapecchia disordinata come quella del nonno e invece mi ritrovo una casetta tutta pulita e ordinata. Aveva addirittura un giardino. Non ci potevo credere! Anche se guardandomi intorno più o meno tutti hanno una casa come la sua.
Dentro non si poteva di certo dire un hotel a 5 stelle ma aveva tutto lo spazio di cui necessitavo.
"Andiamo Mia, muoviti! Sistemerai dopo le tue cose, ora andiamo in negozio"
Sono confusa "in negozio? Che negozio? Il tuo?"
"No quello del vicino" Gli faccio la linguaccia "non pensavo ne avessi uno."
Sogghigna "Tua madre non ti ha detto niente?"
"Non avrei reagito così altrimenti!" rispondo seccata. A dire la verità sono un po' curiosa, sapevo che mio zio era uno intraprendente ma non pensavo avesse aperto una sua attività "e..che negozio avresti?"
Si avvicina tenendo stette le chiavi della macchina "Se ti alzi dal letto te lo mostro"

"Una pizzeria? Tu possiedi una pizzeria?" Ero sorpresa.
"Come fai ad essere così limitata" mi solletica "ma non sono limitata!" mi difendo.
"Guarda meglio allora, sull'altro lato"
Mi sporgo dal porticato "un bar!"
Sono estrefatta, mio zio era davvero un uomo in gamba.
Faccio un po' di giri intorno ai due edifici comunicanti, dovevo riconoscerlo, era davvero un bellissimo lavoro. Anche la posizione era niente male, essendo sulla spiaggia molte persone usufruivano del bar e alla sera la pizzeria faceva il pienone.
Sento dei passi alle mie spalle, faccio per girarmi ma mio zio mi precede fermandosi davanti a me
"Cosa ne pensi?"
"È davvero bellissimo" sono euforica, non so perché, ma mi sentivo fiera di lui. Forse perché dal nulla era riuscito a creare tutto questo.
Appoggia le mani sui fianchi e ride
"Quale preferisci?"
"Entrambi, credo"
"Oh, andiamo Mia, scegli!"
"Mm..io..no davvero non posso decidere mi sembrano entrambi grandiosi"
Si avvicina al mio viso "È così allora?"
Annuisco "bene! Inizierai con la pizzeria allora, c'é più bisogno"
Rimango immobile per qualche secondo, dovevo recepire la notizia "scusa, cosa?"
"Hai sentito"
"Si ma non capisco"
"Cosa c'é da capire, lavorerai per me"
"Appunto questo non capisco, perché?"
sono furiosa, io non dovevo mica lavorare, un anno di pausa significa un anno a poltrire, a fare di tutto purché fosse estraneo al lavoro e lo studio.
"Io non voglio"
"Prima di tutto non fare la bambina e in secondo luogo cosa pensavi di fare scusa? Dato che sei in casa mia seguirai quello che ti dico, intesi?"
Assurdo, mio zio ha 39 anni, pensavo fosse molto più aperto, è peggio di mio padre. "Okay" gli dico scontrosa "dovrò anche farti il bucato e robe simili?"
Sogghigna "se ci tieni" scoppia a ridere "devi solo aiutarmi in negozio, nel resto sei libera." Aspetta, ci pensò un pochino "libera? Posso tornare tardi anche alla sera?"
"Si, Mia, vuoi che te lo scriva così te ne convinci?"
Lo abbraccio "no, va bene così"
Alla fine lavorare era solo un compromesso.
"Quando inizio?"
"Adesso! È l'ora di punta, farai le consegne, okay?"
"Okay"

La metà che ci divideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora