"Credo sia paura. Paura d'amare. Credo sia restare soli per paura di rimanere soli.
Penso di aver paura di essere felice perché ogni volta che lo sono, succede qualcosa di brutto.
Probabilmente incontrerai qualcuna che ti ricorderà me. Qualcuna con la stessa coinvolgente risata, che quando si innervosisce Sclera e che quando è decisa nulla la ferma. E quando la incontrerai, la guarderai e le farai un sorriso, uno dei tuoi che mostrano fieri i denti e le farai desiderare di essere seduta anziché in piedi davanti a te perché le sue gambe tremeranno. Le chiederai il nome e il numero, uscirete;dopo pochi giorni di conversazioni senza senso, piene di imbarazzo e parole dolci scritte di notte. E lei ti dirà di sì, perché chi può resisterti? Io non ho potuto. Forse lei non mangerà, come me, per l'imbarazzo. Forse avrà i capelli lunghi e lisci, lisci come io non ho mai avuto a causa dei miei capelli disordinati che amavi accarezzare! E lei guarderà nei tuoi occhi e tu sarai preoccupato, non hai mai creduto che le persone ti amassero come tu ami loro. Quindi baciala. Portala a ballare. Portala al mare. Passale l'altra cuffia. Abbracciala. Amala. Voglio che tu la ami. Tu ti innamorerai di lei come la prima volta che ti innamorasti di me, amerai il suo sorriso, le sue insicurezze e stravaganze, le sue mani e il suo viso e va bene così, non preoccuparti. Andrà bene perché io ti ho amato una volta e tu hai amato me, ed è stato indescrivibilmente, assurdamente fantastico. E penso che qualcun altro mi riservi l'amore che tu mi hai dato; e se avessimo mai l'occasione di trovarci ancora un giorno, beh spero che tu mi abbia scordata perché io ti ho voluto così bene da andarmene, perché era giusto così...
Non sono stronza come sembro. La Vera me è dolce, sensibile, fragile. Troppo fragile. Così fragile che dopo tutto il dolore provato ha deciso di congelare il suo cuore, i suoi sentimenti. E ora ha paura. Paura di esporsi.
Ma l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente.