Chapter 10

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"Non credi che sia meglio conoscerci prima di iniziare a fare un lavoro assieme?" chiede mentre pranziamo

"Con conoscerci che intendi...?" dico

"Farci delle domande, sapere di più sull'altra" dice

"E se io non volessi dirti delle cose?" chiedo

"Faremo una domanda a testa, con obbligo di risposta da entrambi, così saremo pari" risponde

"Ci sto" dico solo perché voglio scoprire qualcosa in più su di lui

Mi mette un pugno davanti alla mia mano

"Che c'è?" chiedo

"Batti il pugno no?!" dice

"Ok..." dico

"Sei strana, se non conosci queste cose da giovani voglio vedere come farai tra vent'anni" dice

Faccio spallucce.

"Dunque, parlami di Ezra" dice

"Eh?" dico

"Iniziamo con le domande, parlami di tuo fratello" dice

"Ehm...lui si chiama Ezra e ha cinque anni in più di me. È un medico, è fidanzato con una sua collega ed è il mio migliore amico" dico

"Poi?" chiede

"Poi, basta. Cos'è sta storia che vivi qui?" chiedo

Non risponde.

"Voglio saperlo, io ho risposto" dico insistente

"Il direttore del college è mio padre. Mi ha comprato questa casa per farmi stare l più lontano possibile da lui e dalla sua nuova famiglia" risponde

"E io che ci faccio qui quindi?" chiedo quasi scioccata

"Credo ti abbia mandato qui per mettermi la testa a posto...non c'è nessun progetto da fare, mi ha fatto promettere di dirlo sennò mi avrebbe sfrattato da qui e io non ho nessun posto in cui stare" risponde

Lascio il piatto ancora pieno sul tavolo e vado al piano di sopra salendo lentamente le scale visto il piede ancora dolorante.

"Aspetta Sofia" dice *è la prima volta che mi chiama per nome*

"Lasciami" dico quando mi prende un braccio

"Che vuoi fare?" chiede

"Andarmene, spiegami cosa ci faccio io qui. Faccio compagnia ad un ragazzo che nemmeno conosco, che mi prende per il culo dal mattino alla sera chiamandomi Scimmietta e che mi ha mentito sin dall'inizio" dico arrabbiata

Continuo a salire le scale a fatica.

"Ti ho mai fatto del male fisico?" chiede

"Cosa?! No..." rispondo

"Ti ho mai detto qualcosa che davvero ti ha offeso?" chiede

"Si" rispondo fermandomi e girandomi verso di lui

"Allora rimani e lascia che io mi faccia perdonare" dice

"Non mi sopporti, cosa ti servo qui? A prepararti il pranzo..." dico rispondendomi da sola

Arrivo in camera mia e chiudo la porta alle mie spalle.

Mi butto sul letto e piango.

Piango, perché nella mia vita nessuno è mai stato sincero con me...non pensavo che lui lo sarebbe stato, ma credevo che avremmo dovuto essere sinceri l'uno con l'altra.

Neanche Ezra è stato sincero con me, gli voglio molto bene, ma spesso mi ha mentito anche se per il mio bene.

"Sofia, aprimi" dice da dietro la porta

Non gli rispondo, ma mi ricordo che non ho chiuso la porta a chiave e quindi può aprirla.

Mi alzo dal letto e corro verso la porta ma è troppo tardi dato che lui è già dentro.

Chiude la porta a chiave e la mette in tasca.

Mi giro verso il letto dandogli le spalle.

Non ho voglia di stare nella stessa stanza con questo ragazzo che nemmeno conosco, non ho voglia di ascoltarlo.

Qualsiasi cosa mi dirà io non lo ascolterò.

Mentre penso a tutte queste cose lui mi abbraccia da dietro.


Così per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora