Abbatere muri per costruire ponti

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Mi schiarii la voce, per attirare l'attenzione di Lorenzo, ma lui finse di non avermi sentita.
'Ehmmm..'
Riprovai, senza sapere come iniziare la conversazione.
Finalmente si degnò di sollevare la testa.
'Quindi... Siamo in coppia insieme..'
Cominciai.
'Davvero?'
Chiese ironico.
Sospirai, pentendomi subito di aver detto una cosa tanto banale.
Chiusi le palpebre per qualche secondo, cercando di concentrarmi per evitare di arrossire.
Appena riacquistai il controllo, riaprii gli occhi e ritrovai Lorenzo a pochi centimetri da me.
Come la prima volta, fui turbata dall'intensità del suo sguardo.
Affogai in quelle pozze cobalto, incapace di muovermi, o anche solo di pensare.
Il blu mi avvolse, cancellando tutto ciò che avevo intorno, finché non rimase solo l'oceano.
I flutti, che ormai mi sommergevano, si spinsero più in profondità nel mio petto.
Quasi faticavo a respirare.
'Ferrari, vuoi un bicchiere d'acqua?'
Mi schernì Lorenzo, evidentemente compiaciuto.
'No. Possiamo parlare del progetto ora?'
Risposi acida e irritata.
Mi sentivo terribilmente ridicola. Come poteva un suo semplice sguardo provocare in me un tale reazione?
'Certo, magari però evita di fissarmi, non vorrei andassi in ipoventilazione di nuovo... '
Rispose con il solito sorriso sarcastico.
Strinsi le labbra, ancora più irritata dal fatto che fosse consapevole dell'effetto che mi faceva.
'Che argomento ti piacerebbe affrontare?'
Cercai di sviare, senza incrociare il suo sguardo.
'Innanzitutto dovremmo affrontare l'argomento riguardante la nostra... "collaborazione". '
Rispose, mimando il gesto delle virgolette per sottolineare l'ultima parola.
'Cosa intendi dire?'
Chiesi inarcando le sopracciglia.
'Che prima di decidere l'argomento, devo decidere se voglio collaborare con te o meno. '
Ribatté con espressione annoiata, senza dare alcuna importanza alla cosa.
'Eh?'
Domandai preoccupata.
'Si può fare l'orale anche senza presentare il progetto di coppia.
Sono solo punti extra per la lode, ma tanto ho già crediti a sufficienza.'
Mi spiegò.
'Modesto, il ragazzo.'
Borbottai a voce bassa, ma non abbastanza perché non mi sentisse.
'Potrò sembrarti superbo, ma che tu ci creda o no, è la verità '
Rispose facendo spallucce.
'Beh, quei crediti sono importanti per me e credo sia indispensabile la tua collaborazione per poterli ottenere...'
Cercai di farlo ragionale.
'Mi dispiace, ma devo capire se vale la pena investire così tanto tempo in una cosa tanto inutile per me e, mi dispiace, ma lo farò in maniera totalmente egoistica, visto che ti conosco appena.'
Rimasi senza fiato e lo guardai uscire dall'aula mentre mi liquidava con un frettoloso 'Ciao Ferrari, ti farò sapere' e il solito sorrisetto ironico.
'Aspetta!'
Gridai, dirigendomi a mia volta verso la porta.
Involontariamente stavo impedendo il passaggio alla Contini.
Decisi di cogliere l'occasione.
'Professoressa, devo parlarle!'
Esordii in modo meno pacato del solito.
'Ferrari, non puoi farlo un'altra volta? Ho una riunione tra 15 minuti'
Provò ad evitare il discorso.
'Ci vorrà solo un secondo'
Risposi, intenzionata a non mollare.
Vedendomi tanto decisa, alzò le mani in segno di resa.
'D'accordo, dimmi.'
'Grimaldi non ha la minima intenzione di collaborare con me. La prego, mi assegni ad un altro gruppo o mi permetta di fare da sola il progetto. Sa quanto tengo alla lode!'
La supplicai.
'Ferrari, ricordi cosa vi ho detto?
Uscire dalla "comfort zone" -mimò il gesto delle virgolette con le mani- diventare adulti, relazionarsi con persone poco collaborative.'
'Poco collaborative?!
Un conto è essere poco collaborativi, un conto è essere tanto egocentrici da affermare di avere così tanti crediti da non aver bisogno del progetto.'
Il mio tono era decisamente aggressivo e irritato.
'Ti assicuro che la sua non è superbia, ma semplice realtà: ha davvero crediti da vendere.'
Disse con calma la Contini.
'Quindi non ci sono speranze.' Constatai, in preda allo sconforto.
'Andiamo, sono sicura che riuscirai a fargli cambiare idea.'
Disse, poco convinta, forse tentando di confortarmi.
'E se non ci riuscissi?'
'Dovrai trovare un altro modo per ottenere quei punti, ammesso che ce ne sia uno.'
Ribatté seria.
'Sta scherzando? È come cercare di abbattere un muro a mani nude.'
Risposi disperata.
'Abbattere muri per costruire ponti'
Concluse in tono solenne, poi se ne andò tutta soddisfatta.

Ho visto mani perdersi per paura di stringersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora