Ceruleo

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Lorenzo non si presentò a scuola il giorno successivo, né quello seguente.
Che fossi io il motivo della sua assenza?
Scacciai subito quel pensiero.
Come potevo anche solo concepire di essere tanto importante per lui?
Probabilmente aveva l'influenza, o la mononucleosi, data la quantità di ragazze con cui si intratteneva.
La settimana trascorse velocemente tra i monologhi deliranti della Contini, le lezioni di danza e le telefonate a Greta.
Lorenzo era diventato un pensiero lontano, distante.
Mi sentivo ridicola ripensando a che effetto mi avesse fatto incrociare il suo sguardo.
Quella distesa color cobalto che si era insinuata prepotentemente nel profondo del mio petto, fino ad annientare ogni mia capacità di autocontrollo, era ormai sbiadita, tenue e vacua.
Il blu dell'oceano sconfinato capace di inghiottirmi, aveva lasciato il posto all'azzurrino di un laghetto dall'acqua trasparente con qualche riflesso ceruleo.
Non mi importava nulla di lui e del suo delirio di onnipotenza.
Annoiata, premetti il tasto home del mio iPhone.
Lo schermo si illuminò istantaneamente.
12.45.
Mancava solo un quarto d'ora alla fine della lezione, poi sarebbe finalmente iniziato il weekend.
Aprii il diario e aspettai che la Contini assegnasse i compiti.
'Visto che molti di voi si sono lamentati del compagno o della compagna con cui dovranno lavorare al progetto di maturità...'
A quelle parole si levarono mormorii speranzosi da ogni angolo dell'aula, cui seguì un silenzio carico di aspettative.
La Contini attese di avere l'attenzione di tutti, poi riprese.
'Entro martedì preparerete una relazione su un testo a vostra scelta di Seneca, ovviamente in coppia con la persona alla quale siete stati abbinati lunedì.'
Senza curarsi minimamente dell'aperta contestazione e dello sconforto che seguirono, riprese a blaterare.
Sorrisi compiaciuta: potevo nascondermi dietro l'alibi della prolungata assenza di Lorenzo.
Non appena suonò la campanella, raccolsi il quaderno e lo infilai nello zaino, pregustando il meritato relax che mi sarei concessa nel pomeriggio.
Mentre stavo per uscire dall'aula, udii distintamente la voce della Contini superare il chiasso dei gridolini dei miei compagni.
'Ferrari! Ferrari!'
'Mi dica'
Mi porse un bigliettino.
'Visto che Grimaldi è malato, ho pensato potesse servirti il suo numero di telefono. Così potrete mettervi d'accordo per la relazione.'
Prima che potessi ribattere, mi congedò con un 'buon weekend!'
accompagnato da un sorriso a trentadue denti.
'Stronza'
Mormorai tra le labbra.
Ripiegai il foglietto e lo misi in tasca.
Per tutto il tragitto verso casa non feci altro che pensare a quel quadratino di carta.
Dopo pranzo lo rigirai fra le mani per qualche minuto, finché non mi decisi finalmente ad aprirlo.

GRIMALDI LORENZO
VIA SOLFERINO n. **
20121, Milano
331******8

Presi il coraggio a due mani e gli scrissi un sms.

Ciao Lorenzo, sono Chiara.
Spero tu stia meglio :)
Ho avuto il tuo numero dalla Contini, ci ha assegnato una ricerca per mercoledì.
Dovremmo metterci d'accordo...

Lessi e rilessi quelle poche parole. Le cancellai e le digitai di nuovo decine di volte.
Premettevi invio senza guardare, con il dito tremante.
Aspettai la risposta, che ovviamente tardava ad arrivare.
Cercai di concentrarmi su qualcos'altro.
Mi odiava così tanto da non ritenere che meritassi nemmeno un sms?
Ricopiai gli appunti di filosofia, poi mi preparai un tè.
Dopo circa un'ora fissavo il display dell'iPhone pregandolo di illuminarsi.
Mi maledissi mentalmente per quello che stavo per fare, ma provai a chiamarlo.
Dopo qualche squillo, attaccò la segreteria.
Sospirai sonoramente.
Magari stava davvero male e io pensavo solo a quella stupida ricerca.
Scrissi un nuovo sms per scusarmi.

Scusami.
Immagino tu non stia bene, richiamami appena puoi :)

Meno di trenta secondi dopo, il familiare 'drin' mi notificò l'arrivo di un messaggio.
Una scarica di adrenalina mi attraversò.

Ferrari, sto benissimo.
Non agitarti.
Semplicemente non ho voglia di richiamarti.

Ho visto mani perdersi per paura di stringersiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora