Capitolo 5

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Mi svegliai con un mal di testa insopportabile, sperando che fosse stato tutto un brutto sogno. Sperai di risvegliarmi nel mio nuovo letto con James al mio fianco e che la lettera non fosse mai arrivata. Ma quando aprii gli occhi capii che era tutto vero. Ero stesa sul ruvido pavimento di legno della stiva. Intorno a me c'erano James, Albert, Richard e..... e Jhonatan. Mi sorrise come se niente fosse.

Avrei voluto urlargli in faccia tutto ció che pensavo di lui, ma oltre a loro avevo svegliato tutta la ciurma e nessuno doveva sapere chi fossi. Nessuno.

Cosí ricambiai il sorriso. " Allora Jane che ci facevi nella stiva?" Mi chiese James baciandomi la testa. " Sono sunnambula" mentii " Devo essere scesa qui nel sonno e per errore devo aver fatto cadere quella botte." Guardai l'oggetto che Jhonatan aveva fatto cadere sulla mia testa. Era una botte piuttosto piccola, ma tremendamente pesante, abbastanza per farmi perdere conoscenza per diversi minuti e per procurarmi un bernoccolo enorme sulla fronte.

" E sei venuta qui con una spada?" chiese guardando l'oggetto che tenevo ancora stretto nella mano "Una mia spada?". Mi guardó negli occhi, sospettava qualcosa " Quando dormo non so quello che faccio, e dato che ci siamo allenati tutto il giorno devo aver sognato di usare la spada." Odiavo mentire, e in quei giorni non stavo facendo altro, mentivo a tutti sulla mia identitá, fingevo una relazione con James e ora anche questo.

Lui mi sorrise, non era molto convinto, avrebbe scoperto tutto in poco tempo. Mi diede del rum per riprendermi e mi fece realmente sentire meglio, cosí quando fui in grado di alzarmi tornai in cabina con James.

" So che mi nascondi qualcosa tesoro" disse baciandomi la fronte proprio sul bernoccolo " e scopriró cosa tranquilla".

Mi guardó per qualche secondo negli occhi, secondi che sembravano ore. Eravamo cosí vicini in quel momento che potevo sentire il suo cuore battere piú forte di quanto sentissi il mio. Mi abbracció e mi disse " Ricorda che io ci saró sempre per te e ti proteggeró sempre, se tu vorrai."

Era proprio quello di cui avevo bisogno, qualcuno di cui fidarmi, qualcuno che teneva realmente a me, che non aveva intenzione di usarmi e di farmi fare cose contro la mia volontá. Qualcuno pronto a difendermi da tutto e da tutti. Qualcuno che mi voleva bene per dacvvero. Lo strinsi a me fortissimo e non dissi nulla. Per ora non volevo ancora dirgli niente.

Andammo entrambi a dormire e la mattina dopo quando mi svegliai, come previsto, trovai un' altra lettera.

Carissima principessa,

ieri sera mi hai veramente deluso. Pensavo che tu fossi piú intelligente. Per colpa tua ho rischiato di essere scoperto. Spero tu non abbia detto nulla a quell idiota che finge di essere il tuo fidanzato.

Questa notte finiremo ció che avevamo iniziato la notte scorsa. Spero tu non sia cosí stupida da riprovare a ribellarti.

Questa notte alle quattro nella stiva. Vieni pure in vestaglia da notte, anzi no. Vieni col vestito rosso che ti ha regalato il capitano. Ti sta di d'incanto.

Baci, Jhonatan.

Quando finii di leggere mi pervase la stessa rabbia della mattina prima, ma invece di strappare la lettera decisi di tenerla e dopo essermi vestita la infilai nella tasca dei pantaloni. Poi svegliai James.

Continuammo con gli allenamenti e migliorai moltissimo.

" Allora che ci facevate questa notte nella stiva?" Chiese Albert a bassa voce. Si era seduto accanto a me durante il pranzo e aveva deciso di farmi quella domanda nel caos generale quando nessuno ci avrebbe sentito. " Ve l'ho detto" risposi secca " ero sunnambula." . Sorrise, non mi credeva minimamente. " Ho visto Jhonatan uscire dalla stiva subito dopo aver sentito quel fracasso". Sorrise malizioso, chissá a cosa stava pensando.

Perfetto, mi mancava. Albert convinto che avessi una relazione con Jhonatan. "Solo non capisco una cosa" disse dopo un po' " a che vi serviva la spada?" " A nulla che vi riguardi" risposi senza guardarlo. " Lo immagino. Ma questa sera potreste mostrarlo anche a me" si stava avvicinando troppo cosí lo spinsi via. " No" dissi semplicemente. " D'accordo" disse " Sará per un'altra volta. Presumo abbiate altri impegni". Si alzó e si allontanó.

Effettivamente avevo altri impegni quella sera. Purtroppo aveva ragione.

La giornata passó in fretta, troppo in fretta.

"Allora" disse James avvicinandosi a me "cosa voleva oggi Albert da te?" Mi mise le mani sui fianci e mi strinse a lui. Adoravo quando faceva cosí, mi faceva sentire al sicuro. "Niente di importante" dissi guardandolo negli occhi. "Niente che non vuoi anche tu" dissi sorridendo maliziosa. " E voi chi hai intenzione di accontentare prima? " lentamente inizió ad abbassare le mani dai miei fianchi. Ma ad un certo punto si fermó. Aveva sentito la lettera nella mia tasca. La tiró fuori prima che potessi fermarlo. Inizió a leggerla furioso.

Quando terminó alzó lo sguardo su di me. Tenevo la testa bassa, lo sguardo fisso al pavimento e mi tormentavo l'orlo della camicia con le mani. Lo facevo sempre quand'ero nervosa.

" Lui sa chi sei?" non aspettó una risposta " e ti ricatta?" non aspettó nemmeno dopo quella domanda. "cosa vuole da te?" In quel momento alzai lo sguardo, sentii le lacrime riempirmi gli occhi e scendere lentamente lungo le mie guance. Mi abbracció e mi disse di stare tranquilla. Che avrenmo risolto tutto. Insieme.

Restammo svegli entrambi. Alle quattro mi cambiai dietro l'armadio. Dopo di che uscii dalla cabina e scesi le scalette della stiva. Lui era giá lí. Mi sorrise. Un sorriso ben diverso da quelli che mi faceva durante il giorno. Di notte sembrava una persona diversa. Non somigliava affatto al Jhonatan che avevo conosciuto due giorni prima.

"Sei uno schianto" disse riportandomi bruscamente alla realtá "Quel vestito ti sta veramente bene" disse avviacinandosi a me. Io indietreggiai finché non finii contro il muro. Lui mise le mani sui miei fianchi e disse " ma penso che staresti meglio senza."

Mi prese i polsi con forza e li bloccó contro il muro, mi guardó negli occhi sorridendo. Un sorriso crudele, soddisfatto, e mi bació tentai in tutti i modi di allontanarlo ma non ci fú verso. Mi lasció andare uno dei due polsi e con la mano libera inizió a slacciarmi il corsetto.

Stava per sciogliere l'ultimo nodo quando sentii una voce dietro di lui. "Lasciala andare idiota" non era James. Era Albert.

Jhonatan lasció la presa e si trovó di fronte Albert, Richard e James. "Tu lurida..." non fece in tempo a finire la frase che James gli tiró un pugno in faccia. "Non me l'ha detto, l'ho scoperto da solo. Mi fai schifo."

Prigioniera di una coronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora