Capitolo 7

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Il tempo passava lentamente quel giorno, nessuno rideva, scherzava o cantava come gli altri giorni, James non usciva dalla sua cabina e tutti sulla nave mi guardavano come si guarda un cucciolo indifeso. Ed era così che mi sentivo, incapace di difendermi. In quel momento non sapevo cosa fare, l'unica cosa che volevo era parlare con James.
La giornata fu lunga e noiosa, ma per fortuna il sole tramontò e io tornai in cabina.
James stava dormendo, era ancora vestito e il letto era ancora fatto. Per non disturbarlo dormii anch'io sopra le coperte .
Non riuscii subito ad addormentarmi, appena chiudevo gli occhi vedevo Jonathan che mi fissava con quel suo sguardo cinico e crudele, per poi vederlo cadere in acqua e affondare lentamente come un sasso.
Passò poco meno di un' ora e finalmente mi addormentai.

La mattina seguente l'aria sul ponte era ancora quella del giorno prima.
Era stato un evento tragico per tutta la ciurma, Jonathan era indubbiamente uno dei migliori e più fidati marinai del capitano Wolf. Era stata una grande perdita e una grande delusione.
Nonostante questo in pochi giorni tutto tornò alla normalità. Le giornate passavano velocemente e io cercavo di imparare più presto il possibile il mestiere del pirata. Albert mi insegnava i nodi e le legature fondamentali, Richard a manovrare la nave e James a tracciare le rotte, a leggere le mappe stellari e a combattere con la spada.
Oltre a questo mi piaceva rendermi utile, aiutavo i mozzi a pulire, lavavo i panni, cucinavo e tenevo in ordine le mappe e le carte di James.

Adoravo la mia nuova vita, trovavo sempre qualcosa di utile e interessante da fare, sulla nave non esistevano momenti di noia
ma si aveva sempre qualcosa da fare o qualche motivo per  ridere e scherzare.
Nulla poteva farmi desiderare di tornare indietro se non la nostalgia della mia sorellastra Denise e della mia dama da compagnia Jane. Loro erano le mie uniche amiche nel castello, le uniche in grado di capirmi.
Denise era tutto il contrario di me, amava la vita da principessa, i vestiti costosi, le buone maniere, i grandi balli e soprattutto lei voleva da sempre essere regina. E sarebbe stata perfetta, una regina eccellente: sempre educata, posata, responsabile e generosa. Insomma perfetta, solo che era terza in linea di successione. Prima c'eravamo io e Jade  (l'altra mia sorellastra). Anche a  Jade piaceva l'idea di diventare regina, ma io ho sempre ritenuto Denise più adatta. Jade non mi mancava per niente, lei era troppo simile a mia madre e faceva sempre la spia se andavo a fare una corsa a cavallo o una passeggiata notturna nel parco del castello.
Jane invece era da sempre la mia migliore amica, lei mi aveva aiutato a fuggire. Era la ragazza più dolce del mondo e mi mancava moltissimo.
Ma nemmeno questo poteva farmi desiderare di tornare a casa. Niente poteva farmi desiderare di tornare a casa.

Prigioniera di una coronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora