Capitolo 8

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Erano passati due mesi dal giorno in cui mi ero imbarcata e tutto stava andando per il meglio. La faccenda di Jonathan era stata praticamente dimenticata e ormai ero accettata come un membro della ciurma.

Anche tra me e James le cose andavano piuttosto bene anche se non riuscivo ancora a capire se lui mi piacesse realmente oppure quello che provavo per lui era semplicemente un misto tra amicizia, riconoscenza e attrazione fisica.

Quella mattina mi ero alzata di buon umore e tutto stava a indicare che la giornata sarebbe filata liscia e senza intoppi. Il mare era calmo, tutti erano sereni e non si vedevano navi all'orizzonte.

Erano quasi le quattro del pomeriggio e James mi stava spiegando come confondere un'avversario durante un duello, quando sentimmo la nave tremare orribilmente, come se avesse urtato uno scoglio, ma eravamo in acque profonde e le mappe non segnavano secche.
"Cos'è stato?" chiesi allarmata
"So esattamente cos'è. Speravo di averlo evitato. Annemary scendi nella stiva"  "No James cos'è stato? Voglio saperlo!" "Non abbiamo molto tempo, te lo spiegh....." dietro di me vide qualcosa che gli impedì di finire la frase, e prima che io potessi rendermi conto di ciò che stava succedendo mi saltò addosso facendomi cadere per terra. Subito dopo qualcosa di enorme e incredibile colpì il ponte della nave, nel punto in cui poco prima mi trovavo io, creando un buco gigantesco. Era un enorme tentacolo.

Sul ponte scoppiò il panico, altri enormi tentacoli avvinghiarono la nave . "Niente panico branco di ragazzine!" urlò il capitano "Non voglio vedere gente che urla, che scappa o che piange! La  cosa più importante è che i tentacoli non avvolgano la nave! Fate in modo che non accada e sarete salvi! "  Molti scesero nella stiva e caricarono i cannoni, ma nonostante i numerosi colpi la bestia non demordeva , James estrasse la spada e iniziò a mozzare i tentacoli del mostro che cercava le sue vittime.

Io inizialmente non sapevo che fare, la paura e lo sgomento mi avevano completamente intontita.
Ad un certo punto un urlo disumano mi fece risvegliare dai miei pensieri. Jacobs era stato afferrato da un tentacolo e Albert tentava di trattenerlo.
Purtroppo però la bestia prevalse e Jacobs venne trascinato nelle profondità. Il suo volto era il ritratto della paura e del terrore. Nei suoi occhi si leggeva la voglia che quel poveretto aveva ancora di vivere. Purtroppo il tentacolo fu troppo veloce e nessuno riuscì a salvarlo.

Presi la spada e iniziai a fare il possibile per respingere il mostro che nel frattempo stava lentamente distruggendo il ponte della nave.

Alzai la spada e mozzai di netto uno degli infiniti tentacoli della bestia. Il pezzo tagliato cadde a terra spargendo sangue sul pavimento e addosso a me, mentre il resto del tentacolo si ritrasse in acqua.  Mi guardai intorno e notai che il mostro stava perdendo colpi e mi sentii improvvisamente sicura di poter vincere, quando qualcosa mi afferrò la gamba e iniziò a tirarmi verso il bordo della nave.
Sentii una paura folle pervadermi il corpo e subito tentai di aggrapparmi da qualche parte, ma urtai qualcosa con la testa e persi conoscenza.

"Allora come sta?" chiese una voce  "Piuttosto bene" rispose un'altra "Deve ancora svegliarsi, ma penso non manchi molto" concluse.
In quel momento tentai di muovere la mano, per grattarmi il naso, ma ero così debole che non riuscii ad alzarla più di qualche centimetro.
"Si è mossa!" esclamò la prima voce e sentii dei passi precipitosi dirigersi verso di me. "Annemary, sono io James." aprii gli occhi e anche se vedevo piuttosto sfocato riuscii a distinguere la figura di James che era seduto accanto a me.
"Cos'è successo?" chiesi confusa "Niente tranquilla, ti spieghero tutto quando starai meglio." "No" risposi "Io voglio sapere cos'è successo, adesso! Cos'era quel mostro? E perché hai detto che speravi di averlo evitato?" mi guardò per qualche secondo e poi alzò gli occhi al cielo in segno di resa.
"Vedi" iniziò "stiamo navigando nelle acque più pericolose della terra: Il triangolo delle bermuda e " quel mostro" era un Kraken. Ho detto così perché solitamente agisce all'alba e al tramonto, quindi non ero pronto ad un attacco in pieno giorno. Per nostra fortuna era debole. "
Lo guardai stupita, avevo un milione di domande da fargli.
"Come sapevi che per affondarci avrebbe avvolto la nave?" fu la prima domanda che gli posi " Perché l'ho già visto all'opera" rispose semplicemente " Dieci anni fa mi trovavo nelle stesse acque con un'altra nave e un altro equipaggio, il sole stava tramontando e il mostro attaccò. Nessuno sapeva cosa fosse o come respingerlo, così la nave venne risucchiata nelle profondità. Ci salvammo in cinque: io, mio padre, Jonathan, Richard e il capitano in seconda Benwrick. Tutto il resto della ciurma affondò con la nave. Io, Jonathan e Richard eravamo appena dei ragazzi in viaggio per la prima volta sulla nave di mio padre."
Non sapevo cosa fare, sembrava distrutto, così dopo qualche attimo di silenzio chiesi "Ma come avete fatto a mandarlo via? Prima che svenissi sembravamo spacciati. E siete ancora tutti vivi?" " Dopo che sei svenuta,  Albert ha tagliato il tentacolo appena prima che ti trascinasse in acqua. Il Kraken intanto aveva afferrato l'albero maestro, ma non era sotto di noi, bensì di fianco e provava a sbilanciarsi. Così abbiamo iniziato a colpire con i cannoni dal suo lato e abbiamo tagliato da sotto il tentacolo che teneva l'albero e tutti gli altri tentacoli. Così gli abbiamo fatto perdere completamente la presa e se ne è andato." non avevo capito esattamente quello che aveva detto, ma lasciai perdere e passai alla domanda che mi stava più a cuore "E state tutti bene?" lui mi disse di non preoccuparmi per le loro ferite, e che non c'erano altre vittime oltre al povero Jacobs.

Al mio risveglio ero convinta di essere stata priva di sensi pochi minuti, massimo un'ora. In realtà mentre dormivo il sole era tramontato ed era sorto nuovamente.
Oltre alla botta in testa, mi ero anche fatta un taglio piuttosto profondo alla gamba e dovevo stare a letto per qualche giorno.

Quella sera celebrammo il "funerale" del povero Jacobs, che solitamente consiste nel gettare il corpo in mare, ma date le circostanze, sostituimmo al corpo gli oggetti ai quali Jacobs era più legato, come la vecchia bussola di suo padre, il suo cappello fortunato e il medaglione regalatogli dalla sua amata.
Fu un momento commovente e bellissimo, pieno di significato e di dolcezza.                                James continuava a darsi la colpa dell'accaduto, tutti cercavamo di rassicurarlo del contrario, ma niente da fare, i sensi di colpa lo stavano schiacciando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2017 ⏰

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