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La notte seguente Thomas si addormentò tardi, mentre all'esterno altri ragazzi probabilmente suoi amici, sgaiattolavano ancora per il nuovo villaggio.

E il sogno ritornò prepotente nella testa di Thomas, e con lui la voce di Teresa. Tutta Teresa, non solo la voce, nonostante fosse tutto buio, nella mente addormentata di Thomas.

«Tom, sono io.»

«Grazie.»

«Per che cosa?»

«Per tutto. Per avermi voluto bene, per aver lottato con me, per essermi stata vicino nonostante io non ti abbia mostrato quando ti amavo. Per avermi salvato, prima perdendo ciò che avevamo e poi perdendo la vita. Grazie. Anche se fa troppo male. Ringraziarti e non poterti stringere, Teresa.»

Per un po' nessuno dei due parlò. Sembrò quasi essere finito tutto, ma Thomas la sentiva. La sentiva vicina. La sentiva accanto a lui. Ma sapeva che se avesse aperto gli occhi lei non sarebbe stata seduta sul letto accanto a lui.

«È stato bello.» fu Teresa a spezzare il silenzio seppure così pieno.

«Che cosa?»

«Quando la C.A.T.T.I.V.O. mi ha costretta a baciarti. È stato davvero bello.» Se solo non fosse stato un sogno, Thomas avrebbe giurato di sentire un certo imbarazzo nelle parole di Teresa. Sorrise.

«Già. Mi hai fatto male, davvero. Li odio, odio quelle teste di...»

«Tom, è tutto finito.»

«Ricomincerei tutto daccapo solo per abbracciarti un'altra volta. Anche una sola, Teresa.»

«Presto starai bene. Dimenticherai tutto. Ti lascerai alle spalle il Labirinto, la Zona Bruciata. Ti lascerai alle spalle tutto.»

«Tutto tranne te. Era solo per sapere che stavi bene, che continuavo a camminare in quel deserto. Solo per te.»

Teresa non rispose. Finché poi parlò. «Grazie di essere rimasto mio amico dopo tutto quello che ti ho fatto. Mi ha spezzato il cuore. Mi sono odiata, per quanto fossi ingenua. Credevo in quella gente.»

«Non è stata colpa tua.»

Ci fu un lungo silezio, in cui Thomas sebbene addormentato, cercò di godersi la presenza di Teresa. Poi il ragazzo parlò.

«Sai perché li odio, Teresa?»

«Be', a dire il vero sì.»

«Perché ci hanno distrutti. Tutto quello che eravamo io e te, quello che saremmo potuti diventare. La tua vita, si sono presi la tua vita, Teresa. La *nostra* vita. Quella che vivrei ora, con te.»

«Se non fossero morti ora tormenterei i loro sonni.»

Thomas sorrise per ciò che aveva detto la ragazza.

«E così tormenti i miei.» Gli mancava scherzare con lei.

«Ti tormento sul serio? Sono un fantasma?» Teresa mise una punta di offesa in quelle parole, ma Thomas percepì il suo sorriso.

«No. Non so se tutto questo è reale, ma sono contento che esista. Sei il mio angelo, piuttosto che un fantasma.»

Si svegliò dopo un sonno profondo e lungo, il viso asciutto. Non sapeva se aveva pianto o no. Ma si sentiva meno vuoto. Più motivato a vivere.

Next To Me⇒ThomesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora