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Il direttore generale venne a sapere della visita imminente di Kail Reed solo quando vide il volto del ministro della difesa entrare dalla porta principale, lasciandosi alle spalle due guardie poste sull'attenti in segno di saluto.
Con sguardo fermo Reed si avvicinò alla cella di plexiglass. Uno sguardo che al direttore, il quale era stato in guerra contro i più spietati nemici capaci di orrori impronunciabili, parve inquietante. Notò che mentre attraversava la sala, Susan gli passò di fronte senza fare neanche un saluto. E si precipitò spaventato verso il ministro per rimediare al mancato rispetto da parte della donna.
Si presentò con il saluto militare:
-Generale superiore Reed. Pongo le mie più sentite scuse per il comportamento dell'agente Stillman, non so cosa le sia preso.
L'uomo dal freddo sguardo non batté ciglio e sembrò non dare peso alla sottigliezza, ma andò subito al sodo:
-Sono qui per il poliziotto tenuto in custodia. Ho l'ordine di interrogarlo di persona.
Il direttore rimase allibito. A interrompere la conversazione furono tre colleghi che andarono loro incontro a chiedere ulteriori informazioni. Alle loro domande però non fu data risposta.

Cosa ci fa Kail Reed qui? È un pezzo grosso quello! Il mio non può essere un caso tanto grave da coinvolgere addirittura uno dei generali superiori! La vista di Reed fu disarmante per Sam, non credeva suoi occhi. Numerosi agenti andarono incontro al generale in tono rispettoso e formale e si profusero in discorsi con aria preoccupata, mortificata forse, ma che lui non riuscì a decifrare. Tuttavia il facoltoso ospite non mostrò emozione per tutto il tempo, sembrava che non fosse capace di arrabbiarsi, di inorridirsi o di sorridere. Lo vide parlare una sola volta, con il direttore generale, poi tacque.
Si diresse verso la sua cella, il passo lento e regolare. Invece il battito di Sam fu tutt'altro che lento e regolare. Continuava a chiedersi cosa potesse mai spingere qualcuno come Reed ad interessarsi ad un caso così. Poi ebbe un'illuminazione: i piani alti dovevano essere stati informati della scomparsa del droide dopo la sua presa in custodia da parte dell'ODN. Evidentemente hanno preferito evitare di diffondere il panico dicendo in giro che era scappato all'ODN dopo averlo catturato, ma avvisare loro.
La porta si aprì piano e si richiuse in fretta.
Si scrutarono l'un l'altro, Sam non distolse gli occhi da quell'uomo tanto potente. Volle sostenere quello sguardo spaventoso con tutte le sue forze, senza mostrare troppo il suo disagio.
Kail Reed prese posto sulla sedia di fronte a lui in silenzio. Poggiò i palmi delle mani sulle ginocchia e, per la seconda volta, Sam lo vide parlare:
-Siete accusato di tradimento, lo sapete?
Il prigioniero non era ancora sicuro di poter parlare bene, perciò annuì. Alché Reed continuò. La sua voce era calma, le sue parole lente:
-Mi ha sorpreso sapere di accuse verso uno della polizia, soprattutto dopo aver letto i suoi dati. È un vero peccato che proprio lei abbia iniziato a disertare. Cosa mai l'avrà spinta a tradire il nostro bel Paese? Un peccato, lasciarci sfuggire uno come lei è stato un vero peccato. Io personalmente non volevo crederci. Eppure tutti gli indizi lasciano credere che sia lei, Tobe.
Sam lesse un bagliore di divertimento nei suoi occhi, strano e leggermente irritante, come se lo stesse provocando. Cosa ci trova di tanto comico?
Il bagliore scomparve in un lampo.
Con la mandibola ancora indolenzita, parlò lento:
-Non sono stato io, io non ho tradito il mio Pese e mai lo farò!
Calò un silenzio tombale. Si osservarono a lungo di nuovo, ma stavolta Sam cedette. Continuava a tornargli in mente lo sguardo divertito di Reed. Spostò la sua attenzione sugli agenti intorno alla cella. Erano tutti agitati, qualcuno controllava i computer, altri correvano a destra e a manca, perfino il direttore generale aveva un'aria sconcertata. Vide alcuni fare delle telefonate e altri parlare con degli auricolari alle orecchie.
Tornò a guardare Reed, i suoi occhi penetranti, il viso immobile, le labbra che si piegavano in una strana smorfia. Come se si stesse trattenendo:
-Lo so.
Poi i suoi occhi non video altro. Le luci si spensero, il Bureau cadde in mano alle tenebre. Prima di sprofondare nell'oscurità però, vide il ministro elargirgli un sorriso.
Un inquietante sorriso che a Sam fece gelare il sangue.
Sentì la sua voce nel buio mente quel sorriso agghiacciante ancora gli provocava incubi ad occhi aperti:
-Ma che sia tu o meno, qui qualcuno ha tradito.
Sam ebbe un brivido. Chi è che ha tradito allora?
Pensando questo ascoltò ancora il generale:
-Anche mio fratello ha letto il tuo file... Adesso mi da del tu?
-...Sai una cosa Sam? Ci piaci. Ed è proprio perché ci piaci che ti faremo un regalo...
Un regalo?
-...Faremo sì che tu possa partecipare al funerale del tuo collega Johnson.
Sam sgranò gli occhi. Come vuole fare per farmi andare al funerale, dimentica forse che è l'ODN ad avermi in custodia?!
-...So che ti sembra strano, ma non preoccuparti. In fondo, essere ai piani alti ti fa conoscere sempre qualcuno di utile. Ma prima è meglio se ti facciamo dare un'occhiata a quella mandibola.
Non appena ebbe finito di parlare le luci si riaccesero tutte. Sam si guardò intorno e vide il personale turbato almeno la metà di lui, incredulo. Nessuno seppe spiegarsi cosa fosse successo e a causa del black out generale erano saltate sia le telecamere sia i microfoni installati nella cella di Sam. Nessuno seppe così ciò che si erano detti il prigioniero e il generale superiore e ministro della difesa Kail Reed.
Mentre ripristinavano tutti gli apparecchi, Sam ripensava alle parole di Reed. Ci piaci...Ci piaci...

Con gli occhi gonfi per la mancanza di sonno e le ore passate davanti allo schermo in una stanza la cui unica luce soffusa proviene solo dai monitor, Russell esultò:
-Ti ho trovato!
Era il capitolo di cui si ricordava tanto poco la lezione, ma di cui si ricordava:
-Ora ho capito cosa ti hanno fatto mio caro Wallie!
Ammesso che fosse quello il nome di quel robottino.
Ancora euforico si diede da fare con la tastiera. Questa volta ci sarebbe riuscito anche a costo di metterci una settimana intera. Lo spegnerò quel droide. Lo farò!

Vorrei dedicare questo capitolo a Skylark253. Non è lungo come gli altri lo so, ma spero vi possa piacere comunque. Se per caso qualcuno nota degli errori o parole che non si accordano con la sintassi delle frasi ditemelo pure e io correggerò. O se volete dirmi una qualsiasi altra cosa fate pure senza problemi. ;-)

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