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Una voce chiara e autoritaria:
-Che sta succedendo agente O'Neil? Il sospettato si è ribellato?
O'Neil non rifletté molto sulla domanda e rispose sicuro:
-No, niente di cui preoccuparsi: l'agente Stillman è arrivata per darci il cambio. Ci ha fatto vedere l'ordine...
La risposta non si fece attendere:
-Quale ordine O'Neil? Non ci sono ordini del genere!
A quelle parole l'agente sbiancò e iniziò a temere la domanda successiva, temeva che potessero rendersi conto del suo grande stupido errore. Il suo superiore però non era ingenuo quanto lui:
-Agente O'Neil stai forse insinuando che hai lasciato l'agente Stillman da sola con il sospettato senza battere ciglio?! Ci sarà pure stata una ragione se non l'avevamo coinvolta, non hai un minimo di cervello?! Se avessimo voluto lei a sorvegiare il suo caro e vecchio amico d'infanzia Samuel Tobe l'avremmo chiamata sin dall'inizio invece di chiamare un incapace come te!
-Ho controllato il codice dell'ordine che Stillman mi aveva dato e ho trovato il corrispondente nell'archivio...
Una notevole quantità di insulti sulle proprie facoltà intellettive e sul perché della sua esistenza nel mondo venne incassata da un riluttante agente O'Neil e che, a giudicare dalla faccia del compagno, non era stata riservata solo a lui. La comunicazione si chiuse con l'ordine di catturare nuovamente Sam Tobe e di arrestare l'agente Stillman in quanto complice del sospettato.

Susan riascoltava mentalmente le parole di quel ragazzo: Una volta premuto il detonatore avrai solo pochi minuti prima che le comunicazioni vengano ripristinate.
Dopo la cerimonia di benedizione per Toby aveva voluto aspettare prima di avvicinarsi a Michelle, voleva lasciarle ancora qualche attimo prima di dirglielo. Aveva passato tutta la notte a scegliere le parole. Aveva trovato le parole perfette, erano perfette senza alcun dubbio. Ma ora che il momento era arrivato sentiva l'ansia travolgerla come un'ondata: sarebbero veramente state le parole giuste o l'avrebbero spaventata troppo? Aveva appena perso suo marito, non voleva farla preoccupare ancora di più. Sarebbe riuscita a convincerla? Michelle è cugina di Sam, è possibile che abbiano lo stesso DNA da testoni.
La vide insieme ai genitori di Toby e il pensiero del suo amico morto le fece ribollire il sangue. Poi fu un altro uomo a porgerle le proprie condoglianze, Susan lo riconobbe: era Finn Quell, il capo di Toby e Sam. Michelle teneva la testa bassa, forse non voleva piangere o non voleva che gli altri la vedessero piangere. Finn Quell si allontanò: era il momento, non c'era più tempo per i dubbi. Avanzò tra la gente che cambiava direzione continuamente per darsi reciprocamente gli ossequi, una sorta di slalom lento e controllato influenzato dalla massa incostante. Più si avvicinava più si ripeteva le parole da dirle. Ricorda le parole, ricorda le parole. Le aveva scelte con cura, non doveva dimenticarle! Pochi metri separavano le due donne. Ricorda le parole, ricorda le parole! Si fece coraggio e la chiamò:
-Michelle.
Lei si voltò, lo sguardo apatico: niente lacrime, niente magone. I loro occhi si incrociarono. Susan non ci vide dolore o disperazione, ci vide solamente abbandono e solitudine. Michelle si sentiva abbandonata, sola. Ci sentiamo tutti abbandonati quando le persone che ci capiscono veramente se ne vanno. Toby se n'era andato. Lui capiva Michelle, la amava. E capiva anche Susan, anche lei si sentiva sola. Le ritornarono in mente tanti ricordi, tutti felici ma lontani. Susan doveva dire le parole, le ricordava. Chi se ne importa delle parole! La abbracciò e la stinse forte lasciandosi a quei ricordi. Ora tutto può aspettare, questo momento è solo per Toby. Michelle ricambiò l'abbraccio e rimasero in silenzio. Susan si sentì gli occhi bagnati. Quando si lasciarono si sentì finalmente pronta, scelse di parlare lentamente con un timbro inudibile a terzi:
-Devi allontanarti e andare a prendere la tua macchina. Portala lontano e nascondivi il cellulare spento, poi torna qui e fa finta di niente. Fidati di me.
La vedova sgranò gli occhi, ma Susan allungò la mano e le toccò con delicatezza la spalla. Lei iniziò a piangere di proposito e si allontanò.
E una è fatta. Ora doveva trovare Sam e mettere in atto il piano.

Quei due agenti si erano rivelati più testardi del previsto, ma in fondo era andato tutto liscio. Una volta premuto il detonatore avrai solo pochi minuti prima che le comunicazioni vengano ripristinate. Aveva pochi minuti certo, ma a cosa corrispondevano pochi minuti: due, tre? Russell non era stato molto preciso al riguardo. Cercò di ricordare bene il loro incontro:
Si era precipitata a casa dopo che Russell le aveva dato il suo indirizzo. Portò con sé perfino Megan, la piccola si mise a passare il tempo con un piccolo portatile pieno di giochi che le aveva dato l'hacker. Lui le raccontò di come si era insospettito riguardo la situazione del cellulare fermo da 24 ore e di cosa avesse visto una volta collegatosi alle telecamere dell'ODN. Lei non sapeva più cosa pensare o cosa fare, poi le tornarono in mente le parole della nipotina: Porterei Sean dalla sua mamma e lo aiuterei a risolvere tutto. I dubbi si dissiparono. Si mise a complottare con Russell. Far evadere Sam dalla cella di plexiglass era fuori discussione, c'era troppa sorveglianza e nessuno avrebbe permesso a qualcuno di avvicinarsi nuovamente al sospettato, nemmeno a Susan. D'altro canto forse lo avrebbero fatto presenziare, anche solo per poco, al funerale di Toby Johnson. Ipotesi verificata dalla chiamata che Susan fece a Michelle: sì, l'ODN le aveva dato il permesso di invitare suo cugino alla cerimonia. E naturalmente anche Susan era invitata. Se Sam poteva davvero prendervi parte sarebbe stato tenuto sicuramente sotto sorveglianza da parecchi agenti, sei o sette almeno: Susan sarebbe stata in grado di stenderli tutti? Potrei sempre provare.
-No, serve un piano migliore. - Russell non era sicuro che la soluzione migliore fosse ricorrere subito alle mani, prima serviva un diversivo.
-Hai ragione, comunicherebbero tutto alla centrale e si metterebbero a darci la caccia come forsennati.
-Le comunicazioni certo! Possiamo fare in modo che non possano riferire niente di quello che accade!
-Come pensi di fare? I servizi di comunicazione sono costantemente monitorati e spesso aggiornati.
La gioia del ragazzo si spense all'istante:
-Non ci avevo pensato. Ah se solo avessi in necessario per causare un cortocircuito!
-Credi sia davvero possibile? - Ora era Susan la speranzosa.
-In teoria sì, ma in pratica non è possibile: mi servirebbe una cosa che non si costruisce più da tempo.
-Nello specifico?
-Un E-bomba che causi un EMP.
-Gli impulsi elettromagnetici non si usano più da anni!
-Lo so, infatti avevo detto che non era possibile. Ci avevo pensato solo per un attimo: se mandassimo in cortocircuito le loro comunicazioni li avremmo disorientati e tu e Sam avreste avuto un po' di tempo per allontanarvi.
Russell sembrava sapere il fatto suo, che fosse realmente capace di armeggiare con un apparecchio vecchio come una E-bomba?
-Sei davvero sicuro di saper lavorare con una E-bomba?
-Sì posso farcela!
Susan parve rifletterci:
-Come fai ad essere certo che non siano preparati per una E-bomba?
-Te lo dico per esperienza personale: siamo tutti così impegnati a fronteggiare le ultime versioni di quello che abbiamo che ci dimentichiamo come affrontare ciò che è venuto prima e che costituisce le basi per arrivare alle ultime versioni di quello che abbiamo.
La donna sembrò convinta. Ora però c'era un altro problema: dove si trova una E-bomba così su due piedi? A questo l'hacker non seppe trovare soluzione. Sentì Susan che si avviava verso la porta e lo rassicurava con una frase che lo lasciò di stucco.
-Non preoccuparti Russell, quella te la porto io.
Il ragazzo volle chiederle spiegazioni ma pur inseguendola fino all'ingresso riuscì solo a fare in tempo per sentire la porta che sbatteva. Rimase a fissare la porta e a riflettere su quello che aveva appena sentito dall'agente dell'ODN, che in quel momento stava rischiando abbastanza per poter essere licenziata, senza riuscire a trovare una spiegazione che implicasse solo azioni e comportamenti legali. All'improvviso sentì qualcosa tirare la manica della sua maglietta. Megan lo guardava con occhi innocenti:
-Dov'è andata la zietta?
Lui la guardò per un po' prima di risponderle:
-Davvero non lo so dove è andata la tua zietta.
La zietta ritornò dopo circa un'ora con una valigia in mano. La pose sul tavolo e la aprì mostrando il contenuto: 6 sfere di metallo lucido poco più piccole di una mano e con un pulsantino di un vivido colore rosso. Russell guardava in shock le armi a impulsi elettromagnetici recuperate dalla sua amica con tanta facilità:
-Non voglio nemmeno sapere come le hai ottenute.
-Va bene, mi risparmi la fatica di raccontartelo.

Susan ripensava a dove nascondere la bomba: sotto il tavolo del rinfresco? No, mi vedrebbero. Un bel lancio? Sarebbe come sparare un razzo segnaletico. Non c'era scelta: doveva tenerla stretta in mano e attivarla. Sarebbe stato doloroso farsi attraversae da un impulso elettromagnetico? Basta solo che non mi metta definitivamente K.O.
Si allontanò da Sam e cominciò ad andare di nuovo in mezzo alla folla. Michelle non era nei paraggi, forse avrebbe dovuto aspettare. Ma non ne aveva il tempo: non sarebbe passato molto prima che gli agenti si accrogessero che non era stata mandata dall'ODN e si mettessero a cercarla. Tum tum tum. Il battito del cuore cominciò ad accelerare, pompava adrenalina pura. Tum tum tum. Era quasi piacevole, si sentiva viva e felice di fare qualcosa che riteneva giusto. È da tempo che non sentivo tutta questa eccitazione. Il battito le rimbombava nelle orecchie. Tum tum tum. Più avanzava più la gente aumentava. Pochi passi e poi premi il bottone. Susan contò cinque passi prima del bottone. Tum tum tum. Quattro passi prima del bottone. Tum tum tum. Tre passi prima del bottone. Tum tum tum...
-Ferma dove sei!
Chi aveva parlato? No non c'è tempo! Due passi prima del bottone. Tum tum tum. Un passo prima del bottone. Tum tum tum...
-Ho detto ferma Susan Stillman, sei in arresto!
Troppo tardi. Tutti gli invitati si girarono verso Susan spaventati e si allontanarono da lei. Peccato mi avrebbero nascosta meglio. Si sentirono dei rumori assordanti e alzando lo sguardo vide droni e elicotteri dell'ODN in volo solo per lei. CLICK.

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