12

1 0 0
                                    

Così dovrebbe bastare. Michelle parcheggiò la macchina e tirò il freno a mano. Susan non era stata molto specifica sulla distanza, perciò aveva scelto di spostare l'auto di un kilometro. Ancora seduta sul posto di guida tirò fuori il cellulare per spegnerlo. Osservò il dispositivo a lungo, anche dopo che lo schermo diventò scuro rimase a fissare il vuoto. Vedeva riflesso il suo viso e le venne in mente il suo riflesso nello specchio di quella mattina: pallido e privo di emozione, i tratti del viso sembravano non avere la minima voglia di muoversi per abbozzare un sorriso o una qualsiasi altra espressione. L'unico segno di vita erano le palpebre che si chiudevano lentamente.
Con non curanza buttò il cellulare sul sedile del passeggero e sbuffò. Provò a liberare la mente dai troppi pensieri ma fu inutile: c'erano troppe cose importanti che non poteva mettere da parte. Rifletteva su quello che le aveva detto Susan sulla sua macchina: Portala lontano e nascondivi il cellulare spento, poi torna qui e fa finta di niente. Certo ora la macchina era lontana e il cellulare era spento, presto sarebbe ritornata alla cerimonia ma quelle ultime parole...Fa finta di niente. Come poteva fare finta di niente? Suo marito era stato ucciso e suo cugino, a momenti suo fratello, era stato arrestato per motivi che l'ODN o non le voleva rivelare o, quando lo faceva, le diceva che Sam era sospettato dell' omicidio di un anziano bibliotecario; accuse alle quali Michelle non riusciva a credere nemmeno se fosse venuto Sam in persona a dirle "Ho ucciso un uomo". No, Sam non sarebbe mai in grado di uccidere un uomo innocente! L'incontro con Susan non fece che turbarla ancora di più. Susan era un agente dell'ODN che voleva aiutare Sam...ma se l'ODN diceva che Sam era un criminale allora Susan era andata contro l'ODN e se Susan era disposta ad andare contro l'ODN...doveva esserci qualcosa di grosso sotto!...E se anche Toby era stato coinvolto?...E se fosse il motivo per cui lo avevano ucciso e Sam e Susan volessero vendicarlo?...Basta io rivoglio solo il mio Toby!
In preda alla disperazione lasciò cadere la fronte sul volante, che produsse un breve colpo di clacson. Sul marciapiede alcuni pedoni le chiesero accigliati se avesse dei problemi, ma Michelle non li sentì nemmeno. Era troppo occupata a non piangere. Non poteva permettersi di piangere, se fosse tornata con gli occhi gonfi al funerale...Il funerale! Devo andare! In effetti non ripresentarsi dopo essersi allontanata di punto in bianco dal cimitero e aver spostato propria la macchina di un kilometro avrebbe destato non pochi sospetti. E probabilmente Susan non voleva che Michelle desse nell'occhio.
Con ancora il magone si tirò su di scatto e uscì dalla macchina per avviarsi in fretta al cimitero, speranzosa di non essersi allontanata tanto a lungo da aver suscitato domande. Camminava a passo molto svelto lungo i marciapiedi guardando dritto davanti a sé, ma spiava con la coda dell'occhio ogni cosa le accadesse attorno per essere più sicura. Non era molto facile però: un sacco di persone stavano camminando nella direzione opposta alla sua e scansarle e nel contempo osservarle tutte attentamente era complicato. Molte parlavano al telefono, altre fra loro, c'era chi leggeva con degli E-book reader, alcune camminavano con la testa china sull'orologio digitale e altre ancora bevevano caffè...aromatizzato alla vaniglia, l'odore era inconfondibile. Michelle ebbe un attimo di nausea, ma cercò di concentrarsi sulla sua via. Anche le strade erano molto trafficate: c'erano molte macchine e Michelle vide passare anche un autobus. Stava superando le persone che camminavano in direzione uguale o opposta alla sua quando d'un tratto vide diverse auto con i vetri oscurati che, separate l'una dall'altra da auto normalissime, procedevano in coda. Che strano pensò.
Le uniche persone che potevano permettersi di andare in giro con macchine dai vetri scuri erano quelle con molti soldi in tasca e quindi famose, che le usavano per proteggere la propria privacy, e l'ODN.
Non era una vera e propria legge ma un'abitudine adottata per far sì che ODN e VIP potessero circolare tranquillamente senza troppi problemi e/o persone che ficcassero il naso: per non far notare la differenza tra agenti e ricconi, entrambe le parti usavano lo stesso tipo di macchine. L'unica differenza era che quelle progettate per l'ODN erano provviste di misure di sicurezza migliori per ogni evenienza, anche se dall'esterno soltanto un occhio esperto poteva notarlo. In questo modo ogni possibile paparazzo non poteva mai sapere se chi si trovava nella vettura avrebbe potuto essere il suo prossimo scoop o l'Organizzazione di Difesa Nazionale.
Ciò che più sorprese Michelle fu la presenza di quelle auto in un orario di punta come allora. I ricconi in genere non prendono strade così trafficate...l'ODN! Com'era possibile, che stesse succedendo qualcosa al funerale? Magari si trattava di altro, magari distante dal funerale ma sulla stessa via. Dopotutto Sam era legato e non si era ancora ripreso del tutto, bastavano due agenti a tenerlo sotto controllo, non poteva essere lui la minaccia! Allora perché si sentiva tremare le gambe?
Inconsciamente accelerò il passo sempre di più fino ad arrivare a correre. Non voleva perdere di vista quelle auto, non le importava nemmeno di dare nell'occhio.
Correva senza staccare gli occhi dalla strada, dalle macchine. Poi venne frenata da una qualche barriera sulla quale andò a scontrarsi. Michelle si voltò e vide che si trattava di una donna di mezza età piuttosto corpulenta:
-Hey guarda dove vai!
-Mi scusi. - si affrettò a rispondere guardando nuovamente verso la strada. Si accorse di trovarsi a circa un centinaio di metri dall'ingresso del cimitero.
-Vedo che non t'importa molto degli altri!- fece ancora la signora con tono di stizza.
Michelle si girò di nuovo e avrebbe risposto se non avesse sentito una voce maschile urlare lontano "Ferma dove sei!". Non poté non restarne attratta, cominciò a riflettere e si accorse che proveniva dalla direzione del cimitero.
-Pronto carina!? Ma ci sei o ci fai? - la donna non demordeva.
Michelle era divisa in due: da un lato sentiva di dover chiedere scusa alla signora, dall'altro non voleva perdere tempo inutilmente. Vinse la prima parte.
-Mi dispiace davvero per averla urtata signora, io non...
"Ho detto ferma Susan Stillman, sei in arresto!". Susan?! Vinse la seconda.
Scansò la donna frettolosamente e ricominciò con la corsa e lo slalom. Viene davvero dal cimitero! Perché proprio dal cimitero!?
Non ebbe tempo di pensare ad altro perché sentì rumori assordanti provenire dall'alto. La corsa si arrestò, il cuore che le martellava nel petto. Con le mani a coprirsi le orecchie trovò in cielo droni ed elicotteri. Fece per proseguire la sua corsa ma sentì le gambe pesanti. Faceva fatica a reggersi in piedi, eppure non aveva corso molto. Andava anche tenuto conto del fatto che non aveva quasi toccato cibo quel giorno, gran parte del buffet del funerale le faceva storcere il naso. Optò per la marcia.
A pochi metri dal cancello sentì delle urla e dei rumori di scontri. Si voltò verso la strada e vide macchine, motorini, perfino un autobus, tutti bloccati. I motorini si erano schiantati, i passeggeri non riuscivano a uscire dalle vetture e picchiavano i pugni contro i vetri.
Presto sentì schianti ancora più forti, di oggetti ancora più pesanti di macchine o autobus. Gli elicotteri...
Dal cimitero arrivava del fumo.
Susan cosa hai fatto? Forse era per questo che le aveva detto di spostare l'auto, per permetterle di salvarsi.
Il cancello del cimitero era circondato da auto dell'ODN, traboccante di persone: invitati terrorizzati in preda al panico e agenti nelle loro macchine spente che cercavano invano di farli ripartire a suon di imprecazioni. Gli ospiti correvano in ogni dove per scappare via e si scontravano contro gli agenti che tentavano di bloccarli e ristabilire la calma, ma nessuna delle due parti riusciva nel suo intento. Michelle non riusciva a vedere Susan, c'era troppo caos.
Cosa faccio? Susan vuole che scappi, non mi avrebbe usato la premura di dirmi di spostare la macchina altrimenti. In effetti una parte di lei voleva scappare da quel brutto incubo...invece scelse di seguire un'idea che le balenò in mente in un solo attimo. Un'idea stupida, molto stupida.
Cominciò a correre verso il parcheggio dove aveva lasciato la sua auto, incurante delle ambe ancora pesanti e delle leggere vertigini. Questa è solo adrenalina pensò.
Nel correre non vide una ragazza di massimo vent'anni dai capelli castani che la osservava sorpresa.

Chiedo scusa poiché è passato così tanto tempo dall'ultimo aggiornamento, purtroppo non è dipeso da me. Se ci dovessero essere errori di scrittura fatemeli notare per piacere, tanto presa dalla voglia di finire questo capitolo potrei non aver notato qualche errore di battitura.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Sotto coperturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora