CAPITOLO 5

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Finalmente Tori ha terminato la sua opera d'arte e possiamo rilassarci bevendo qualcosa, mentre il Pozzo inizia a riempirsi di Intrepidi già mezzi ubriachi.
Anche se è una giornata importante solo per i sedicenni, pare che comunque anche il resto della fazione si unisca ai loro festeggiamenti.
Vorrei poter dire che è una cosa che capita solo durante le ricorrenze più o meno importanti, ma pare che per loro ogni sera è buona per fare baldoria.
Io non bevo, non voglio che la mia mente venga offuscata dai fumi dell'alcol e quindi sono l'unica in tutto il Pozzo, a parte i bambini, che sta bevendo del succo di frutta.
«Sei proprio sicura di non essere una Rigida?» mi domanda Tori.
«Non lo so, dimmelo tu» le rispondo facendole l'occhiolino.
Lei sa cosa sono, è stata lei a farmi il test attitudinale e a manometterne il risultato.
È l'unica persona con la quale ho legato in questa fazione, forse perché è l'unica a conoscere il mio segreto, oppure perché mi sento in colpa per non essere arrivata prima negli Intrepidi e riuscire a salvare suo fratello George.
Anche lui era un Divergente e le stesse persone che hanno mandato qui me, lo hanno buttato nello strapiombo facendo credere a tutti che si fosse suicidato. È una delle scuse classiche che ho ampiamente usato anche io.
La vita in questa fazione è dura, soprattutto durante il periodo dell'iniziazione, il suicidio è non è raro e questo la rende un copertura una perfetta.
«Attenta, spasimante a ore quattro.»
«Le mie o le tue?» le domando, ma lei non fa in tempo a rispondere.
«Hey Adal, è vero che sarai una delle mie istruttrici?» domanda Zeke sedendosi accanto a me e circondandomi le spalle con un braccio.
«Supervisore. Controllerò gli iniziati per conto di Max» mi tolgo il suo braccio dalle spalle e continuo «mi stai dicendo che resterai con noi?»
«Sì baby, sono un'Intrepido nato!» esclama agitando la sua bottiglia di birra.
«Allora niente più abbracci e nomignoli, da domani sarò come un capo per te.»
«Signorsì Signora!» esclama mettendosi sull'attenti «Però conosco molti angoli bui del Pozzo dove non c'è mai nessuno...»
«Tipo lo strapiombo?»
«Tipo lo strapiombo... ok, capito, me ne vado» dice mantenendo uno sguardo triste per circa cinque secondi prima di tornare sorridente e buttarsi su un'altra Intrepida.
Zeke è un ragazzo simpatico, in questi anni mi ha dato il tormento ma per me è sempre stato una specie di fratello minore. La sua allegria e spensieratezza facevano sentire più leggera anche me. Erano come una medicina, una delle poche ad avere un sapore gradevole ma che purtroppo nascondeva un retrogusto amaro.
Tante volte sono stata sul punto di cedere ai suoi tentativi di abbordaggio, ma ho sempre avuto la forza di respingerlo.
È un bravo ragazzo e non volevo rovinarlo, fargli perdere il suo candore.
Passa tutto il suo tempo a provarci con le ragazze, ma in fondo non è un donnaiolo, è solo un po' esuberante ed è normale per la sua età. Crescendo cambierà e troverà una brava ragazza. Io non lo sono, è per questo che l'ho sempre respinto.
La debolezza umana e quello che mi è accaduto quando ero una ragazzina sono il motivo, o forse, vorrei che lo fossero.
Vorrei poter dire che il mio unico modo per combatterli sia scaricare la mia tensione attraverso il sesso, ma mentirei a me stessa.
Tutto iniziò quando l'ossessione di Max era al suo massimo.
Non potevo avvicinare nessuno, neanche per parlare, ero sua prigioniera in una fazione che ho sempre amato per il suo potere di farmi sentire libera.
Questo fece nascere in me il desiderio di trasgredire, non ai suoi ordini o a quelli di Jeanine, ma ai miei. Avevo sempre vissuto seguendo rigide regole autoimposte e quella situazione mi fece esplodere, portandomi ad adescare Intrepidi.
All'inizio li portavo nel mio appartamento, ma più andavo avanti e più avevo bisogno di aumentare il livello di trasgressione.
Iniziai, non solo ad appartarmi in posti sempre meno sicuri, ma anche a portare i giochi sessuali a livelli sempre più estremi, sperimentando qualsiasi cosa venisse in mente a me o a loro.
Ero completamente fuori controllo e, con Max così ossessionato da me, rischiavo grosso ma questo mi eccitava ancora di più.
Fu Tori a salvarmi da me stessa.
Ricordo ancora la sua espressione quando mi trovò nel retro del suo studio con due Intrepidi. Il modo in cui mi ha guardata è rimasto impresso nella mia mente. Disgusto, delusione e biasimo nello sguardo della mia unica vera amica.
Crollai in lacrime davanti a lei mentre i due Intrepidi erano ancora intenti a scoparmi.
Tori mi prese per un braccio e mi trascinò nel piccolo bagno dello studio.
Riempì il lavandino, mi prese per i capelli e spinse la mia testa nell'acqua gelida. La sollevò urlando di guardami allo specchio e di dirle cosa vedevo, ma quando aprivo la bocca per parlare lei spingeva di nuovo la mia testa nell'acqua.
Fu molto dura con me, ma quello era l'unico modo per farmi capire che mi stavo buttando via.
Vorrei poter dire di essere "guarita" ma il sesso continua ad essere una grande valvola di sfogo. Sono migliorata, adesso non lo cerco ossessivamente tutti i giorni e in modi quasi perversi, semplicemente, ogni tanto mi apparto con i pochi Intrepidi che conoscono questa torbida parte di me.
Deve rimanere segreta, perché complicherebbe le cose con Max e questo continua ad essere frustrante. Nascondermi, non fargli sapere che ho altri uomini, perché questo potrebbe di nuovo far scatenare la sua gelosia e rischiare di mandare tutto al diavolo.
Prima di quel maledetto test, la mia vita era perfetta, ogni cosa al suo posto, tutto ben definito, ma dopo, quella perfezione ha iniziato a sgretolarsi ed ora la mia vita è un casino.
Devo solo avere pazienza, il futuro capofazione domani sarà qui e il giorno in cui tutto tornerà ad essere perfetto sarà più vicino, devo solo resistere.
Sopporterò il gioco erotico di Max e scaricherò la tensione facendomi qualche Intrepido.
Semplice routine, non c'è più niente in grado di sconvolgerla.

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