Sea

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Bambini che piangono, caldo, acqua, bambini che piangono, sabbia, bambini che piangono.

"John, questo bambino mi disturba."
Mormorò il riccio seduto sul telo da spiaggia con le mani congiunte appena sotto al mento, di cui le dita sfioravano appena la pelle resa lucida dai raggi solari, si stava trattenendo nel risolvere il problema a modo suo, ma lo aveva promesso al suo coinquilino, niente scenate in pubblico.
«Sherlock, dovresti provare a divertirti come un vero essere umano.»
Ribadì il biondino alzandosi dalla sedia sdraio raggiungendo il più alto, in modo da essere difronte ai suoi occhi color ghiaccio, dalle mille chiare sfumature.
«Vieni a fare il bagno con me, non voglio storie.»
Concluse il dottore portandosi le mani alla vita accennando al mare dietro di sé con il capo, Holmes lo guardò alzando un sopracciglio in modo interrogativo, come se gli avesse chiesto di portargli la Luna.
Fece finta di pensarci picchiettando i polpastrelli delle proprie dita.
"Alzarsi per correre sulla sabbia bollente, conseguenza, piedi scottati.
'Oh, ma Sherlock poi entrerai in acqua!' In un'acqua pienamente inquinata da urina di esseri umani, pesci che ti mordicchiano la pelle, alghe.
Noioso.
Aspetta, fammici pensare..."
Lasciò in sospeso la frase aggrottando le sopracciglia in modo da far corrugare la fronte, marcandola di quelle piccole rughette orizzontali.
"Nope."
Rispose rialzando lo sguardo sul coinquilino abbozzando un sorriso sghembo.
John alzò gli occhi al cielo alzando la mano destra porgendogliela mormorando in modo paziente.
«Andiamo»
Sherlock scosse la testa convinto.
«Ho detto andiamo.» Puntualizzò Watson prendendogli la mano destra tirandolo a sé, Holmes rimase immobile alzando nuovamente il sopracciglio in modo interrogativo, tirò la mano del medico in modo da lasciarlo cadere sulla sabbia, a pochi centimetri dal suo petto.
"Non voglio." Sillabò portandosi di nuovo le mani congiunte sotto il mento.
Con l'espressione da nano arrabbiato, il biondo si sollevò pulendosi quei pochi granelli di sabbia dal volto e dal busto.
«D'accordo, Sherlock, d'accordo.» Si limitò a mormorargli in un leggero borbottio allontanandosi verso la riva.
Mantenere la pazienza con quell'uomo era quasi impossibile, non per John, doveva essere davvero molto paziente per restargli accanto.
I suoi piedi si immersero lentamente nell'acqua sentendo quel sollievo salire fino al suo ultimo capello brizzolato, mosso dal leggero venticello caldo.
Chiuse per un attimo gli occhi e fece un passo in avanti sentendo poi una voce profonda e familiare commentare l'acqua. "Fredda."
Il soldato ispirò profondamente cercando di non urlare davanti a tutti i bagnanti.
«Non era noioso? Sherlock Holmes.» Chiese retoricamente senza guardarlo, il riccio lo affiancò assumendo un'aria nonchalance.
"Immergersi nell'acqua fredda con più di trenta gradi all'ombra? Come può essere noioso? Non ti facevo così idiota, John."
Ci poteva scommettere tutti i soldi del mondo che il genio avrebbe risposto in questo modo, voltò il capo verso sinistra, chiudendo un occhio a causa del Sole.
Ed eccolo lì, i ricci tirati indietro dal vento, la pelle chiara e le mani dietro la schiena, gambe scoperte ed esili, un costume a slip blu e una maglietta grigia.
«Credo che tu debba toglierti la maglietta.»
Commentò il più grande schiarendosi la voce riprendendo a guardare l'orizzonte.
"Per quanto mi lusinghi il tuo interesse nel vedermi in parte nudo, John, no, non la toglierò." Rispose con una leggera calma nel tono che fece alzare gli occhi al cielo per la seconda volta al compagno.
«Non puoi.»
"Non è vietato."
Il brizzolato si rassegnò avanzando fino ad immergersi completamente nell'acqua, schiudendo le labbra in un leggero sospiro di sollievo, osservando poi Holmes ancora sulla riva, aprì bocca per ribadire, ma il riccio fu più rapido.
"Sì, John, ora mi butto, un attimo."
Mormorò aspettando qualche attimo prima di tuffarsi, schizzando in pieno il coinquilino che strizzò gli occhi senza protestare.
"Forza, si muova Watson!" Urlò a qualche metro di distanza il genio ammiccando un leggero risolino, John iniziò a nuotare, per quanto potesse fino a raggiungerlo, Sherlock nuotò più velocemente.
"Solo questo sa fare dottore?" Provocò ridendo e riprendendo a nuotare sempre più a largo.
Il nano alzò le sopracciglia.
«Non dica l'ultima parola, Holmes.» Ribadì iniziando a nuotare più velocemente, Sherlock sarebbe campato cent'anni pur di avere l'ultima parola e questo John lo sapeva.
Improvvisamente si fermò a guardarlo, perdendosi completamente in quel corpo slanciato che nuotava sempre più lontano, improvvisamente si immerse e non lo vide più, ispirò ritornando alla realtà accorgendosi di essersi spostato troppo a largo, annaspò cercando di non andare nel panico.
L'unica e ripeto, l'unica cosa che turbava fortemente le emozioni del più grande, oltre ai ricordi, era la profondità, ne aveva tremendamente paura.
Sentì qualcosa muoversi attorno alle sue piccole gambe che si muovevano velocemente.
« N-no.» Mormorò cercando di scorgere cosa fosse, ma vi era talmente tanta schiuma creata dal movimento che non vide nulla.
Successe rapidamente.
Si ritrovò fuori dall'acqua, Holmes aveva portato il corpo basso del coinquilino sulle proprie spalle coperte dalla maglietta.
«Sherlock!» Urlò in modo poco virile appena emerse, insinuò le mani nei suoi riccioli bagnati.
"Sì, John quello è il mio nome, non c'era bisogno di ricordarmelo."
«Me-mettimi immediatamente giù!»
"Come desidera dottore."
Le mani grandi del bruno si mollarono dalle gambe del più basso, lasciandolo cadere all'indietro.
Quest'ultimo riemerse in una frazione di secondo, annaspando in cerca di aria.
Stavolta fu il genio ad alzare gli occhi al cielo, lo raggiunse arpionandolo al suo corpo per i fianchi, il biondo cinse la vita del moro aggrappandosi al suo collo.
«Ora sì che la gente parlerà, Sherlock.»
Mormorò tra un ansimo e l'altro, puntando poi gli occhi su chi avesse davanti.
Uno Sherlock Holmes completamente zuppo d'acqua, con indosso solo degli slip ed una maglietta grigia completamente attaccata alla pelle del busto, che lasciava delineare ogni suo muscolo perfetto.
Sherlock si accorse di quanto gli occhi azzurri/grigi del dottore lo stessero scrutando, così fece passare la mano sul suo ventre, fino al mento dove posizionò l'indice ed il medio facendo pressione, in modo da far alzare lo sguardo al più grande.
«S-Sherlock.» Lo richiamò osservando i suoi occhi e per quanto li conoscesse bene, per quella volta sembrò non conoscerli affatto.
"Vogliamo realmente farla parlare la gente?" Soffiò il riccio sulle sue labbra sottili, che, senza lasciarle schiudere in una risposta, le combinò alle sue, piene e rosee, in un bacio lento.
Le mani del biondo stuzzicavano le punte dei riccioli scuri del più alto, mentre quest'ultimo si spingeva contro il suo corpo.
Era strano, era strano come loro due, essendo completamente diversi in ogni dove, si completassero a vicenda.
E per quanto strano fosse era la cosa più bella al mondo.
E rimasero così, ad assaporare uno le labbra dell'altro, in mezzo ad un mare infinito.

Thin lips & curly hair || Johnlock (one shots) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora