{•Quel luogo non gli piaceva,era circondato da specchi,dal suo maledetto riflesso.
«Guardati,guarda cosa sei diventato.» Sussurrò la figura da uno degli specchi.Le labbra del biondo erano schiuse, la pelle era scarlatta per la paura.Cosa ci faceva lì?Cosa volevano da lui?
«Un uomo senza anima, cuore.» Fece un passo indietro scontrandosi contro la figura di se stesso e aggrappandosi allo specchio in cerca di una via di fuga, inesistente, tra di essi.
«Un disastro» In quel momento una figura si tramutò prendendo le sembianze del suo coinquilino. Il liscio sgranò gli occhi mentre osservava la figura tendergli la mano,gli altri riflessi scoppiarono in una risata sbilanciata.
Portò i palmi delle mani alle orecchie ed urlò un
«Smettetela!»
'John!!'
Richiamò il ragazzo riccio. Il biondo rivolse verso di lui uno sguardo ed a passo deciso si avvicinò alla mano tesa tendendo di conseguenza anche la propria. Ma qualcosa lo bloccò, riuscì a sfiorare l'indice del moro prima di essere preso dalla caviglia da una mano grigia conseguita da tante altre che lo tiravano verso il basso.
«Sherlock!» Urlò mantenendosi ai bordi di uno specchio mentre cercava di resistere nel non cadere nell'oscurità.
Il riflesso di Sherlock urlò quando il petto del biondo sbatté contro il pavimento, osservò la figura dell'uomo dissolversi mentre veniva tirato giù. Ciò che sentiva in quel momento erano solo delle forti risate accostate a dei fischiettii inquietanti. Le mani lo trascinarono per le caviglie fino a farlo cadere giù per gli abissi oscuri.•}I suoi occhi sgranarono dopo un «No!» urlato. I palmi delle mani erano premuti sul materasso ed il busto sollevato. Osservò l'orologio accanto al comodino, si mise seduto e portò le mani tra i capelli tirandoli appena.
"Tutto okay, John?"
Il più basso sussultò voltandosi immediatamente verso la fonte della voce.
Sherlock era coperto dalle lenzuola fino alle spalle, voltato verso il corpo basso del dottore, i ricci scuri toccavano la sua fronte pallida mettendo in evidenza la forma dei suoi occhi e le iridi dalle mille sfumature azzurre.
«Che ci fai nel mio letto?» Sussurrò imprecando leggermente portandosi la mano destra contro al petto.
Holmes con tutta la calma del mondo alzò le spalle stringendosi tra le coperte.
"Il mio letto è occupato."
John fece per spicciare parola, ma il bruno fu più veloce.
"Mycroft, aveva bevuto troppo ieri."
Le sopracciglia del biondo si corrugarono insieme alla fronte.
Mycroft Holmes, ubriaco.
Aveva sentito bene?
"Non essere confuso, non conosci mio fratello quanto me.
Ti consiglio di ritornare a dormire, è notte tarda."
Borbottò guardandolo dal basso incontrando il suo sguardo che vacillava tra la confusione e la rabbia.
«Che è successo ieri sera?
Dio santo, perché non mi avvisi mai?» Chiese con tono basso ma leggermente graffiato a causa della rabbia, dandogli un pizzico di autorità.
Sentì poi il letto muoversi, la mano fredda del coinquilino si poggiò sul fianco sinistro, giocando con il lembo della maglietta del pigiama del medico.
"Ti arrabbi troppo spesso sai?
Ti cadranno i capelli per il troppo stress se continuerai così, John.
Siamo usciti mentre tu dormivi per parlare di un caso."
I polpastrelli alzarono leggermente la maglia andando ad accarezzare la pelle calda, provocando una leggera pelle d'oca.
John afferrò i polsi dell'amico e gli tirò via la mano con determinazione.
«Un caso di cui io sicuramente non sono al corrente.»
Schiuse le labbra in una risata isterica e si alzò dal letto prendendosi il cuscino.
"Dove vai?"
«A dormire dalla signora Hudson.»
"Davvero vorresti svegliare una povera signora alle quattro del mattino per un tuo capriccio?"
«Mio capriccio, Sherlock?
Capriccio?
Ne ho abbastanza di non sapere.»
"Geloso dottor Watson?"
Le mascelle del biondo si serrarono, le labbra rimasero rilassate, ispirò profondamente.
«Buonanotte, Sherlock.» Sussurrò voltandosi ed uscendo dalla camera, raggiunse il salotto e sistemò il cuscino sul divano prima di stendersi su esso, in posizione fetale, con le ginocchia piegate fino allo stomaco a causa del leggero freddo.
Chiuse gli occhi senza accorgersi dei passi del riccio che con una coperta tra le mani si fermò davanti al corpo tremolante.
Con un gesto delicato lo coprì infilandosi poi sotto di esse accanto al liscio.
«Che c'è adesso?»
Mugolò John tenendo gli occhi chiusi e stringendosi contro lo schienale del divano per far stare comodo il più alto.
"Ti eri dimenticato della coperta e di me."
Sussurrò curvando le labbra carnose in un leggero sorriso amorevole, sperando di essere perdonato.
John non spicciò parola e si voltò dandogli le spalle.
"Dai John, così sto stretto."
«Se stai stretto vai nel mio letto»
"Non lo vorresti."
«Invece sì.»
"Sei carino quando menti."
Il silenzio, ancora una volta.
Sherlock veniva cullato dal respiro calmo di John, soffermato su alcuni sospiri.
"Sai, conosco una posizione in cui potremmo stare comodi entrambi."
«Oh! Sentiamo.» Sbuffò ironico.
Sherlock si alzò trascinando in piedi il coinquilino, per il polso.
Lo guardò senza espressività stendendosi poi sul divano voltato verso il più grande che rimase fermo, in posizione eretta con un sopracciglio alzato in modo interrogativo.
"Che aspetti? Non capita tutti i giorni di dormire su un divano con Sherlock Holmes."
Si vantò allargando le braccia facendo capire le sue intenzioni.
Le labbra sottili di John si schiusero in una risata.
«Che onore.»
Sussurrò stendendosi e dandogli le spalle.
Sherlock rimboccò entrambi con la coperta che arrivava fino al pavimento, essendo per un letto a due piazze.
Poi cinse i fianchi del biondino stringendolo a lui, gli prese la mano intrecciando le loro dita.
Si accorse del sorriso di Watson, pur senza vederlo.
Doveva essere bellissimo come i suoi tanti sorrisi.
«Buonanotte Sherlock.» Sussurrò flebile accoccolando la schiena contro al suo petto.
"Ti amo"
«Mh?»
"Mi riferivo alla coperta, è così morbida." Si affrettò a dire cercando di mantenere l'indifferenza nel tono di voce.
«Non c'è Mycroft nel tuo letto non è così?» Rise scuotendo leggermente la testa.
Ma Sherlock si era già riaddormentato, con John tra le braccia.
Come aveva sempre desiderato, si sentiva voluto, pur non essendone consapevole.
I due si appartenevano da sempre, senza saperlo, ma ogni parte di uno apparteneva all'altro.
Si addormentarono insieme, le loro gambe intrecciate come i loro cuori.[Sorpresaa!!!
Okay, ho trovato una rete wi-fi e ne ho approfittato, MUAHAHA.
Ilyxx]
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Thin lips & curly hair || Johnlock (one shots)
De TodoUna raccolta di One Shot sui Johnlock che scriverò e pubblicherò quando la mia mente mi darà ispirazione da cui trarre idee.