27/01/2012
{22:30} Comprami del burro.
SH{22:31} Potresti farlo da solo visto che hai delle gambe, delle braccia e un corpo per esserne capace.
JW{22:31} Vorresti realmente fammi uscire alle 22:31 con questa situazione che mi circonda?
SH{22:32} D'accordo, passo dal supermercato.
JW{22:33} :)
SH{22:45} Perché sei andato a dormire di sopra?
SH{22:50} John?
SH{23:01} Vieni a dormire con me?
Per favore.
SH{23:05} Cosa?
JW{23:06} E per la cronaca, dormivo a differenza tua.
JW{23:06} Scendi?
SH28/01/2012
{03:15} Sei bello quando dormi, hai un'aria meno arrabbiata, più calma.
Spero che i tuoi incubi non ti imprigionino pure stanotte.
SH
Messaggio non inviato.{08:05} Sherlock?
JW{08:09} Sherlock dove sei?
JW{08:30} Diamine, Sherlock.
JWVisualizzato.
{09:00} Perché visualizzi senza rispondere?
JW{09:03} Sherlock dove sei?
JW{09:30} PERCHÉ NON MI DICI MAI NULLA?
JW{10:30}Sono passate due ore, non sei a casa.
JW{10:45} Devo iniziare a preoccuparmi?
JW{10:50} Sì, dovrei.
JW{11:02} Sto per chiamare Lestrade.
JW{11:02} No, non farlo.
SH{11:03} Sherlock! Santo cielo dove sei?
JW{12:05} Rispondi, per favore.
JW{17:00} Al Bart's.
SH{17:03} Che succede?
JW{17:04} Sherlock?
JW{17:04} Sono un impostore.
SH{17:05} Cosa?
JW{17:05} Okay, sono al Bart's, dove sei?
JW{17:05}
Addio, John
SH-Arrivo di chiamata da parte di John Watson.-
Il cielo era cupo, piccole nuvole macchiavano quel leggero grigiastro.
Il vento proveniente da Ovest gli accarezzava i riccioli scuri, lasciandoli ricadere sulla fronte, il lungo capotto nero si alzava dal suolo andando verso il vento, come se volesse seguirlo, come se non volesse cadere insieme a Sherlock.
Il pavimento era macchiato da una pozza di sangue, dove poggiata vi era la testa di Jim Moriarty.
Era morto, gli occhi spalancati verso il cielo ed il suo sorriso stampato ancora sulle labbra.
Arti leggermente divaricati.
Ma qualcosa non quadrava, era inutile uccidersi, ma era troppo tardi per pensare, non aveva tempo.
Il cellulare ben fermo nella mano destra, portato all'orecchio.
"Sherlock?" Lo chiamava il suo coinquilino dall'altro campo, lo vide scendere dal taxi e proseguire.
«Fermati esattamente dove sei.» Ordinò mantenendo il solito tono basso e apatico di voci.
"No, dove sei?" Insistette l'uomo.
«Ti prego.» Supplicò forse per la prima volta.
"Okay, va bene."
«Alza gli occhi, sono sul tetto.»
E fu lì, fu lì che il cuore di John Watson sembrò cedere, spezzarsi in minuscoli pezzettini e cadere silenziosi nel nulla.
"Che ci fai lì? Scendi." Ordinò sentendo il nodo in gola formarsi in modo abbastanza rapido, cercò di scacciare ogni ipotesi negativa.
Ma ormai, Sherlock Holmes era lì, sul tetto del Bart's, sotto gli occhi di John Watson.
«Io non potrò scendere, quindi dovremmo procedere in questo modo.»
Come messinscena era credibile, ma forse fin troppo.
La voce del bruno sembrò incrinata, la mano nel sostenere il cellulare tremava in modo lento.
Cos'era?Perché? Ansia?
-Emozioni- suggerì il suo subconscio.
No, Sherlock non provava emozioni, tantomeno per un finto suicidio.
Lo stava pur facendo per lui, per John.Se non ti butti i tuoi unici amici moriranno.
John?
Non solo John, tutti.
"Che succede?" La voce del biondo lo risvegliò dai propri pensieri.
Riprese rapidamente stabilità.
«Ti devo delle scuse. È tutto vero, ho inventato io Moriarty.»
Le labbra leggermente piene si compattarono, faceva male.
Ma non doveva lasciarsi andare a cose stupide come i sentimenti.
Non c'erano.
Solo una reazione chimica errata, Sherlock.
John proseguì a rispondere in modo confuso, come se ogni pensiero fosse offuscato.
"Cosa?P-Perché sta dicendo queste cose?"Gli occhi di Holmes si chiusero, le sue palpebre si appesantirono, non poteva resistere.
Una lacrima solleticava la parte sinistra del viso, scivolava sul suo zigomo fino a rientrare nella bocca lasciandosi ammaliare, assaporare come se fosse la cosa più rara al mondo, dalle labbra.
Le sue iridi color ghiaccio, schiarite dalle lacrime si mostrarono.
Chissà se John avesse visto quella lacrima.
«Sono un impostore.»
Ammise flebilmente.
"Sherlock-"
«I giornali hanno sempre avuto ragione.» L'interruppe mantenendo gli occhi color blu in quelli più chiari, come se potesse sentire ancora la pesantezza di un suo sguardo, intenso, pur a metri di distanza.
«Voglio che tu lo dica a Lestrade, voglio che tu lo dica alla signora Hudson e a Molly. Anzi, dillo a chiunque voglia ascoltarti. Dì loro che ho creato io Moriarty, per scopi personali.»
Watson serrò le mascelle ed iniziò a gesticolare con la mano libera, in modo breve e determinato.
"Okay, zitto Sherlock, sta zitto. La prima volta che ci siamo visti... La prima volta che ci siamo visti sapevi tutto su mia sorella, giusto?"
Respirò pesantemente, ispirò e poi rilasciò il respiro.
"Nessuno potrebbe essere tanto intelligente." Mantenne gli occhi su di lui.
"Tu sì." Concluse in modo determinato scuotendo poi la testa.
La risata di Sherlock, il suo risolino poté sentirlo anche senza il cellulare, echeggiò nell'aria prima delle sue parole.
«Ho fatto delle ricerche su di te, prima che ci incontrassimo ho scoperto tutto il possibile per fare colpo di te.»
Il sorriso a labbra schiuse emanava tristezza, amarezza, isteria.
«Era un trucco. Un semplice trucco di magia.»
L'ex soldato sembrò rassegnarsi a quelle parole, l'uomo di cui si era innamorato doveva scendere da lì e seriamente smetterla.
"No, okay, ora basta."
«No. Resta esattamente dove sei, non ti muovere.» Impose il più piccolo all'uomo più basso che annuì.
"Okay, d'accordo."
«Mantieni gli occhi fissi su di me.» Il tono di voce fece ubbidire John che non aveva distaccato gli occhi dai suoi per neanche un attimo.
«Puoi farlo per me? Ti prego.»
"Fare cosa?"
«Questa chiamata è il mio biglietto, è così che fanno le persone, no? Lasciano un biglietto.»
"Quando si lascerebbe un biglietto?"
Ma Sherlock non rispose.
"Sherlock?" Lo richiamò il più grande.
«Addio John.»
Bastarono quelle due parole, solo due misere parole per far crollare il mondo addosso al dottor. Watson.
Holmes allargò le braccia, lasciò cadere via il proprio telefono, come un uccello con le sue ali.
John allontanò il cellulare dal suo orecchio sinistro.
"N-no..non." Era stupito, le parole sembravano non voler più uscire dalle sue labbra.
Sherlock si sporse in avanti, i suoi piedi lasciarono il pavimento del tetto di quell'ospedale.
Stava volando e poté sentire la voce di John che a squarciagola urlò il suo nome.
Atterrò, come sia sopravvissuto rimarrà sempre un segreto, il suo piccolo segreto.
Una bicicletta fece cadere Watson prima di raggiungere il corpo del ricciolino, si lasciò cadere tra le persone tenendogli la mano balbettando stupito.
I cecchini rimisero a posto le loro armi.
I suoi amici erano al sicuro.-Durata della chiamata 00:30:17-
{22:31} Come hai potuto?
JW
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Thin lips & curly hair || Johnlock (one shots)
RastgeleUna raccolta di One Shot sui Johnlock che scriverò e pubblicherò quando la mia mente mi darà ispirazione da cui trarre idee.