ventisettesimo capitolo

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Il primo furto di Rose non fu memorabile solo per lei, lo fu anche per altre due persone.

"Philippe, dove vai?" lui si girò mentre abbottonava la camicia estiva. "Arabelle, ho una figlia che vorrà trovarmi a casa quando si sveglierà. E tu questo lo sai..."
Lei storse la bocca carnosa: "Ma è l'alba!"
Gli disse mentre sbirciava l'orario sull'orologio appeso al muro.
"Ed io ho ancora sonno!"
Lui sorrise e intanto finiva di vestirsi: "Non ti obbligo ad alzarti, ti ho pagata per l'intera notte fino alle otto del mattino, quindi dormi tranquilla. Madame Perinot non si lamenterá perché non c'è qualcun altro a scaldarti il letto."
Lei si mise il lenzuolo sugli occhi: "Puoi spegnere un pó di candele, c'è troppa luce...", lui rise: "C'e ne è una sola accesa, ora vado via, così puoi dormire. Buona notte Arabelle, alla prossima volta."
La donna sbirció il suo bellissimo cliente, con un occhio che faceva capolino dal lenzuolo: "Philippe... tornerai presto, vero? Da quando mi hai scelta preferirei averti tutti i giorni, piuttosto che un giorno solo con un altro... sei un vero signore, ci sai fare con le donne."
Philippe mentre spegneva la candela e apriva la porta, scosse la testa : "Te l'ho già detto, è una cosa saltuaria" poi uscì, chiudendo piano l'uscio .

Era quasi l'alba, quando salito in carrozza stava facendo ritorno a casa. Si faceva accompagnare con un mezzo senza stemmi e appena saliva tirava le tendine, non voleva farsi riconoscere da nessuno, anche se non aveva nulla da nascondere, oramai era vedovo. Avrebbe potuto farsi una nuova amante, ma dopo quello che era successo con Ivonne Binnet, non voleva più nessun genere di coinvolgimenti ne sentimentali ne legati ad amicizie di vecchia data.
Un bordello di alto bordo, gli era sembrato la soluzione migliore.
Aveva scelto Arabelle tra tutte le altre, perché era l'unica che non gli ricordava in nulla sua moglie.
Non desiderava farsi trascinare in ricordi o nostalgie di lei, erano sempre troppo dolorosi.
Infatti la prostituta era tutto ciò che Clarette non era.
Alta, magra, poco seno, occhi blu e capelli biondissimi.
E il profumo che usava era troppo penetrante, tanto che qualche volta le aveva chiesto di non usarlo perché gli causava quasi la nausea.
Lei, per compiacergli, non lo mise più. Comunque anche se non era il suo tipo, con quella donna riusciva a dimenticare per qualche ora i suoi tormenti.
E poi diciamoci la verità, possedere un corpo femminile nell'atto del sesso era molto più gratificante che in solitudine come fino a qualche mese prima.
Aveva accettato di lasciarsi andare a questi incontri, solo sulle numerose insistenze dei suoi più intimi amici.
Stava pensando a tutto questo, forse perché cercava ancora una giustificazione proprio per essersi lasciato tentare, quando un rumore assordante di zoccoli si fece sentire all'improvviso.
La propria carrozza rallentó e il suo cocchiere iniziò a imprecare e a gridare: "Signore!! Ci sono dei banditi!!".
Philippe guardò fuori spostando una tendina, era oramai l'alba e in quella stagione, anche se erano su una strada in mezzo ai boschi, la luce filtrava tra i rami.
Si impressionó per come correvano verso di loro, avevano tutti una camicia bianca con qualcosa sul lato del cuore e in viso indossavano una maschera rossa.
Del gruppo in arrivo qualcosa lo attirò, aguzzó lo sguardo...'Ma quello è Aramis!! ' Gridò nella mente. Guardava il cavallo di sua moglie che galoppava come non aveva più fatto in tre anni.
Alzò lo sguardo sul cavaliere... un tuffo al cuore gli mozzò il respiro.
Ma non gli impedì di gridare al suo cocchiere: "Fermati Pierre!!".
Spalancando lo sportello della carrozza ancora in movimento, balzò fuori con agilità.
Aveva il fiato corto per la grande emozione che provava, gli occhi erano inchiodati sulla piccola e prorompente figura sul cavallo. Era una donna.
'Non può essere lei! O mio Dio...ti prego fa che lo sia!'.
I banditi erano oramai vicini, ma non rallentarono, sembravano seguire una meta e non erano loro.
D'istinto si buttò in mezzo alla strada, con le braccia aperte, bloccando in parte il passaggio.
Il suo cocchiere strabuzzó gli occhi, gridandogli da sopra la cassetta se si sentiva bene, lui non lo degnó nemmeno di uno sguardo.
La donna in testa, guardò i suoi compagni, poi con un cenno del capo, indicò i lati e lo oltrepassarono senza mai rallentare.
Però qualcosa successe...
Nell' attimo in cui si sfiorarono, lei sul cavallo e lui lì in piedi come una statua, si guardarono negli occhi... entrambi si girano per seguirsi con lo sguardo.
Per Philippe sembrò che il tempo si fosse fermato.
Quegli occhi dallo sguardo inconfondibile, erano di sua moglie!.
Sentiva le gambe tremargli, gli ci volle qualche istante, per riuscire a coordinare la camminata.
Ritornó alla carrozza, era pallido come uno straccio, il suo cocchiere dovette scendere ad aprigli lo sportello, non ne era in grado per via della forte emozione.
Appena si sedette, tornò in sé e pregò l'uomo di fare in fretta nel riportarlo a casa, perché doveva accertarsi al più presto di una cosa.

Clarette e Philippe.   La Rosa Scarlatta.                                     Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora