«Ei Sal, svegliati » . Non mi muovo, come potrei? Ma che ti prende? «Eddai Sal, ho bisogno di te» insisti, con voce suadente. Apro gli occhi e ti osservo, per quello che il mio cervello mi consente di fare, con te in questa posizione. «Che cazzo stai facendo Stefano, scendi subito» sono un pessimo bugiardo e ringrazio questo buio che ti impedisce di vedere la mia faccia tutta arrossata. «Se vuoi che mi sposti devi dirlo con un po' più di convinzione» dici, dondolandoti lentamente su di me.«Sp-spostati» «mh..riprova, questo era ancora meno convincente di prima» e così dicendo di muovi su di me con ancora più insistenza facendomi gemere.
«Ti prego.. ». «Mi preghi di fare cosa? » dici guardandomi con uno sguardo affamato. «Levati, non ho tutto questo autocontrollo » dico. «Non hai bisogno di controllarti con me, ormai l'ho capito» «capito cosa?» di amarmi? penso speranzoso. «Quello che provi per me, solo uno sciocco non l'avrebbe capito dopo il modo in cui mi hai toccato in bagno» arrossisco violentemente e distolgo lo sguardo. «Sai, ci ho pensato molto. Quando mi hai toccato mi sono sentito strano, ed ero impaurito da queste emozione d'altronde noi siamo migliori amici, ma quando sei uscito di corsa dal bagno mi sono ripreso dal mio stato di shock temporaneo e.. » cosa? Continua! E COSA?
Ti alzi leggermente per metterti più comodo e mentre lo fai le tue mani si spostano verso i miei capezzoli «e mi sono accorto di avercelo duro». Adesso ho gli occhi sgranati e la bocca spalancata. Mi guardi con un sorriso compiaciuto sulle labbra e ho ancora gli occhi sgranati e la bocca spalancata quando ti avventi sul mio collo, torturandolo. Mi assaggi famelico, dandomi piccoli morsi per tutto il collo fino alla spalla. Sono ancora scosso, incredulo da tutto quello che è successo e sta succedendo, non muovo un muscolo, a malapena sbatto le palpebre. Sembri accorgetene e smetti di massacrarmi il collo dandomi invece leggere baci. Ho il brividi quando sento il tuo respiro sul mio collo, perdo ogni inibizione, il mio cervello si scollega e tutto quello a cui riesco a pensare è che ti voglio, e subito.
Ti afferro la nuca con una mano, spingendoti di più verso di me, incitandoti a continuare mentre con l'altra inizio una lenta discesa sulla tua schiena, fino ad afferrarti natica, stringendola. Sussulti di piacere e ti muovi su di me con insistenza, simulando l'atto sessuale. Ti faccio staccare dal mio collo per levarti la maglietta, ti lecco i capezzoli e ti lasci scappare un gemito «Si, si ti prego, di più» dici con voce implorante. Scendo con le mani verso i tuoi pantaloni del pigiama, giocando con l'elastico, ma ti stacchi bruscamente da me, e alzandoti in piedi sul letto ti sfili velocemente pantaloni e mutande insieme per poi ritornare sopra di me. Sei sempre stato così senza pudore? Mi sollevo a sedere per sfilarmi la maglietta e ti fiondi sui miei capezzoli. Ti afferro con entrambe le mani il sedere, stringendolo e spingendoti verso di me. «Surry ti prego, ti voglio dentro di me» dici supplicandomi. «Ho voglia di affondare in te, ma se lo facessi ti farei male quindi resisti ancora un po, ok?» dico dolcemente. Ti porto due dita alle labbra «bagnale» dico con voce roca, e lo fai, le prendi in bocca e cominci a succhiarle languidamente. Mentre di guardo la mia mente vaga e immagino che quelle che hai in bocca non siano le mie dita, facendomi impazzire. Tolgo le dita e mi avvicino alla tua apertura, massaggiandola, e infilando il primo dito. Sussulti, irrigidendoti per quella intrusione, e incomincio a muovere il dito su e giù. Gemi più forte, e inserisco il secondo dito, poi il terzo. Capisco che sei pronto quando ti muovi sulle mie dita gemendo senza pudore. «Sei così erotico in questo momento che potrei venire» «non ti azzardare a venire finché non avrai fatto venire prima me» sentendoti sorrido perversamente e tolgo le dita. Mi guardi con una punta di disapprovazione ma poi sorridi, capendo. Ti stento senza tante cerimonie e mi alzo per levarmi le mutande, ormai dolorosamente strette.
Ti lecchi una mano e la appoggi sul mio pene, accarezzandolo poi lo avvicini alla tua apertura, guardandomi. Affondo in te con un colpo secco facendoti urlare poi rimango immobile. Mi ci vuole tutto l'autocontrollo di questo mondo per non muovermi, dandoti il tempo di abituarti a me. Ti prendo il pene in mano, cominciando a segarti per distrarti dal dolore e inizio a muovermi dentro di te.
Spingo in te sempre con maggiore potenza, facendoti urlare di piacere. Stare dentro di te è bellissimo, sei così caldo..non credo che resisterò ancora a lungo.
Sono quasi al limite. Prendo in mano il tuo pene «vieni per me, Stefano » e lo fai urlando «Oddio, si! ». Ti sento stringermi e mi lascio andare venendoti dentro con un gemito a voce alta, chiudendo gli occhi.
Apro gli occhi e realizzo, sconvolto. Egoista, egoista, egoista, egoista, egoista adesso ti prendi pure i miei sogni, non ti basta tormentarmi di giorno?
Salve! Eccomi tornata col mio gattino u.u Pensavo sarebbe stato più imbarazzante scrivere questa parte di storia, invece niente, zero. TUTTA QUESTA STORIA PERVERSA FA PERVERSARE (?) ANCHE IL MIO CERVELLO E, A QUANTO PARE, ANCHE IL CERVELLO DEL NOSTRO PICCOLO SURRY, CHE SOGNI FAI? SPORCACCIONE.
-Gibbs
VOLEEVIIIII