Rompi i miei castelli di carta, con quel sorriso. Non mi aspettavo di certo che fossero di cemento, ma almeno di sabbia. Invece tutto crolla solo vedendoti e ti odio e ti amo. Mi hai trasformato in qualcuno che non riconosco, ogni volta che mi specchio mi sorprendo. Sono sempre io, ma con una paralisi facciale. Trascorrere la mia vita con te ha come effetto collaterale la felicità e ti dirò la verità, mi spaventa assai. Ho paura che tutto questo un giorno o l'altro mi venga portato via e non penso che il mio cuore reggerebbe, ne ha già passate tante. Per cui ti chiedo, per favore di uccidermi adesso prima che sia troppo tardi. Ti amo.
Sto aspettando che finalmente esci dalla tua stanza. Quanto cavolo ci metti? Andiamo a mangiare sushi mica a una cena con Obama. «Ti ci vuole ancora molto? Sono ore che sei chiuso li dentro, sei ancora vivo? » sbotto. «Si, un secondo » urli. Già lo immagino il tuo di secondo. «Lo so che a voi ragazze vi ci vuole un'eternità per prepararvi ma così mi sembra esagerato. Guarda che se non esci subito vado via senza di te!» Apri di scatto la porta e con noncuranza ti avvii verso la porta. «Allora andiamo? Dai che è tardi e ho fame. » Ti fisso cinque secondi buoni e un facepalm non me impedisce nessuno. Usciamo di casa.
«SONO PIENO» dici sorridendo, mentre ti accarezzi la pancia. «Ci mancherebbe altro, hai mangiato tutto quello che potevi ingerire, a un certo punto ho pensato seriamente che ti saresti mangiato anche il piatto» rido. Metti il broncio e non posso fare a meno di sorridere, sei davvero troppo carino. E idiota.
Mentre sei girato noto che hai un chicco di riso vicino alla bocca. Mi sporgo oltre il tavolo «Stai fermo.» Dico, guardandoti le labbra. Mi avvicino sempre di più mentre tu mi fissi, completamente rosso in faccia, ma quando poso la mano sulla tua guancia, quella senza il chicco, non ti scansi, ne provi ad allontanarmi ma schiudi le labbra, fissando le mie. Sei davvero troppo eccitante Stefano in questo momento. Che stai facendo? Mi sembra di aver già detto che quando sono con te il mio autocontrollo se ne fa a fare un giro. Voglio assaporare quelle labbra, lo voglio veramente, così intensamente che i pochi centimetri che ci separano mi fanno male. Smettila di guardarmi con quell'espressione, egoista.
Quelle labbra mi fanno ritornare alla mente qualche giorno fa, subito dopo il mio tentativo, miseramente fallito, di farti fare una doccia. Tu eri appoggiato allo stipite della porta e ti cavavi qualche pellicina mentre io cercavo la forza di dirti che me ne sarei andato. E in un attimo mi sono passati davanti agli occhi gli ultimi giorni che abbiamo trascorso insieme, dalle pulizie pomeridiane, alla "cosa" in bagno fino al tuo viso dilaniato dalle lacrime. In quell'istante tutto è tornato normale, non eravamo più solo io e te, il mondo ha ricominciato a esistere tutto ha ricominciato a essere.
Velocemente col l'altra mano ti tolgo il chicco di riso dal viso e mi rimetto seduto. «Vado a pagare» dico, alzandomi velocemente mentre tu mi guardi allibito.
Scusa Ste, ma non posso.
Salve, è da un po che non ci si vede (si nasconde dietro un albero) come state? io ho avuto un sacco di cose da fare, come guardare serie tv e mangiare le gocciole, proprio non potevo aggiornare prima, troppi impegni. c:
vi voglio bene anche io <3
il prossimo sarà l'ultimo capitolo, giuro che aggiornerò prima, parola di lupetto. bye
-Gibbs