Terzo

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Provi a scostarmi, ma non mi muovo. Ti tengo incatenato con il mio corpo contro il muro e intanto slaccio il secondo bottone. Abbasso gli occhi sul lembo di pelle scoperta, ho la gola secca e un irrefrenabile bisogno di toccarti, ma non lo faccio. Sbottono il terzo, poi il quarto e alzo gli occhi su di te. Stai fissando le mie dita, con le guance leggermente arrossate e l'unica cosa a cui riesco a pensare è a quanto sei carino. Alzi lo sguardo su di me e sposti il viso di lato, la tua espressione è cambiata, ora è indifferente. Continuo a sbottonarti la camicia, riesco a vedere perfettamente il tuo petto e i tuoi capezzoli. Il bisogno di toccarti diventa ancora più incessante, e alla fine mi arrendo ad esso e appoggio le dita su di te, ti tocco con l'indice e il medio e lentamente ti accarezzo, titubante. Prendo coraggio e scendo lentamente verso i tuoi bottoncini rosa e li sfioro leggermente. Sussulti, così alzo lo sguardo su di te ma ancora rifiuti di guardarmi, l'unico cambiamento sul tuo volto è il rossore, ora più evidente. Torno alla camicia e questa volta la sbottono del tutto. Respiro, e continuo a scendere con le dita fino al tuo ombelico mentre con le dita disegno piccoli cerchi intorno ad esso. Non riesco a controllarmi, non resisto più e sfioro la striscia di pelo che hai appena sotto l'ombelico e quando lo faccio sussulti più forte, sorpreso. Ti guardo e ora il tuo viso è completamente rosso e gli occhi sono spaventati. Vedendoti tutto quello che ho fatto mi si rovescia addosso. Mi stacco velocemente da te ed esco dal bagno sbattendo la porta.

Prendo le chiavi di casi ed esco, ho bisogno di schiarirmi le idee e di fuggire da te. Che cavolo mi è preso? Ma sopratutto, fin dove mi sarei spinto? Non ci sto capendo più niente. Ho sempre avuto un autocontrollo di ferro con te, sapevo che se ti avessi detto quello che provavo per da già da troppo tempo mi avresti rifiutato, spezzandomi il cuore. Mi avresti detto «mi dispiace Salvatore, ma io amo la Marina» ma adesso, che con lei non hai più nessun legame ho avuto lo stupido pensiero che forse, tra noi, potesse cambiare qualcosa. Sarebbe potuto succedere, anche se la possibilità che i miei sogni si avverassero fosse bassa. Ho sempre segretamente sperato che vi lasciaste, per averti tutto per me, e ho sempre fantasticato su come avrei fatto a farti innamorare di me fino al momento del nostro primo bacio. Non sarebbe dovuto accadere così, dannazione! Non con un me famelico che ha per la prima volta tra le mani la sua dolce e tanto attesa preda. Voglio mangiarti si, ma prima avrei fatto in modo che lo volessi anche tu. 

Adesso che succederà? In che modo posso tornare da te? Voglio chiederti scusa e spiegarti che non so che cosa mi sia preso. Voglio che mi perdoni, che comprendi e voglio che mi dici «non preoccuparti, va tutto bene». Puoi farlo?

Si è fatto abbastanza tardi, adesso posso tornare a casa, non voglio correre il rischio di trovarti sveglio, non voglio incontrarti, non ancora almeno. Ho deciso che ti parlerò domani, perché questa notte devo piangermi addosso per l'enorme cazzata che ho fatto e anche perché voglio ricordarti, ricordare noi, ricordare te, la tua pelle, il tuo profumo, la tua risata, le tue urla e le tue schifose abbuffate di cibo perché questa potrebbe essere l'ultima volta che creerò ricordi con te. Ti prego perdonami e rimani con me.

Sono steso sul letto che guardo la luce delle macchine che si proietta sul soffitto, è proprio vero che Milano è la città che non dorme mai, o era Las Vegas? Sento la porta della tua camera aprirsi e istintivamente chiudo gli occhi e rimango immobile. Ti sento percorrere il corridoio fino a me, e il mio cuore accelera. Sei di fianco al mio letto ora, riesco a sentire il tuo respiro. Poi fai una cosa che non mi sarei mai aspettato. Ti siedi sul letto affianco a me e mi appoggi una mano sulla guancia e mi accarezzi col pollice. «Che cavolo stai facendo Stefano?» penso. Ti sento muovere e adesso sei a cavalcioni su di me, appoggi l'altra mano sul mio petto mentre l'altra continua ad accarezzarmi. Sento il tuo peso su di me, il tuo corpo che si inclina in avanti e il tuo respiro pericolosamente vicino alla mia bocca.


Salve! Il nostro piccolo Surry non ha ancora capito che l'egoista qui è lui..ehh ci vuole pazienza    

-Gibbs

AH! QUASI DIMENTICAVO! IL PROSSIMO CAPITOLO PENSO DI RENDERLO UN PO' PIÙ PICCANTE, NON SO SE MI SPIEGO u.u


Essendo || SalvefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora