NARRATORE
«Ah sì...mio fratello è Shanks Il Rosso»A quell'affermazione, tutti sbarrarono gli occhi, Orca per poco non si strozzò con un pezzo di pane, qualcuno sputó un po' d'acqua e Pinguino per poco non cadde dalla sedia.
Gli unici a rimanere impassibili furono Bepo e il capitano, il quale fece ammutolire tutti non appena si alzò dalla sedia. Si avvicinò alla ragazza e le prese una ciocca di capelli, mostrandola al resto della ciurma.
«Credevo foste più svegli. Dopotutto si assomigliano. Anche il colore dei capelli è identico» si fermò, per poi rivolgersi alla fanciulla «Hiyo-ya, vai nella tua stanza. Devo discutere di alcune cose con i miei uomini» «Ma io...» cercó di ribattere la ragazza «Niente "Ma"! Obbedisci ad un ordine del tuo capitano!» terminó lui, alzando leggermente la voce e sfoderando un ghigno che avrebbe fatto invidia ad un sadico.
La ragazza liberó la sua ciocca di capelli dalla mano di Law e dopo un impercettibile inchino, si avviò verso la sua stanza."Ordine...capitano..." quelle parole le rimbombavano in testa come una strana musichetta. Doveva ancora abituarsi al fatto che lei ora facesse parte di una ciurma di pirati.
'E che pirati!' Suggerì la coscienza della ragazza.
Allibita dalla sua stessa coscienza perversa, Hiyorin aprì sbuffando la porta della sua camera, aspettandosi di vedere una triste e fredda stanzetta senza decorazioni. Invece davanti a lei si mostrò una deliziosa camera con pareti color giallo canarino. Sotto la finestra a cerchio, decorata da delle tende a strisce verticali arancioni e rosa pesca, attaccato al muro, c'era un letto in ebano, decorato con delle lenzuola color pesca e un cuscino bianco e, all'apparenza, molto soffice. Dall'altra parte della stanza c'era una scrivania di legno scuro, su cui c'era appoggiata sopra la sua borsa e il suo zaino verde che aveva recuperato prima di salire a bordo del sottomarino. Davanti alla scrivania, si ergeva una sedia dello stesso colore di quest'ultima, con sopra un cuscino rosa pesca e arancione, abbinato alle tende. Notó sopra a quest'ultima un pacco più o meno grande quando una scatola per le scarpe blu con dei fori più o meno della stessa circonferenza di un tappo di sughero sui lati. Timorosa nell'aprilo, decise che ci avrebbe dato un'occhiata più tardi, magari in compagnia di Orca o Pinguino.Intanto, i suoi compagni, rimasti in cucina per discutere con il capitano, erano appena usciti dalla stanza per ritornare alle loro postazioni.
La ragazza li raggiunse nella sala di comando, dove Law era comodamente seduto su una poltrona a lucidare la sua Nodachi.
Alzó di poco lo sguardo, e con tono indifferente ordinó uno spostamento del timone di 15°.
«Hai bisogno di qualcosa?» chiese il capitano non appena notó la ragazza.
Spostó lo sguardo su un pacco blu che reggeva tra le mani tremanti.
«Volevo chiederti se questo pacco è per me...l'ho trovato nella mia cabina e pensavo che...» «Ma certo che è per te. Altrimenti non lo avrei messo sulla sedia della tua camera, Hiyo-baka-ya.» le rispose velocemente Law, aggiungendo un bel ghigno mentre formulava quell'insulto.
Hiyorin lo fulminò con lo sguardo e lo fissò male a lungo, ma se ne pentì subito non appena Law si alzò dalla poltrona e, a grandi passi, si avvicinò a lei.
Si chinò appena e, avvicinandosi ad un orecchio, le sussurrò maliziosamente di aprire la scatola, invece di perdere tempo ad ammirare il suo capitano.
Il soffio leggero e caldo di Law fece arrossire violentemente la ragazza, che si spostò bruscamente all'indietro, cozzando contro la parete fredda della cabina.
Il capitano si raddrizzò, con un magnifico sorrisetto compiaciuto.
Imbarazzata da tutto ciò, la poveretta stava per scaraventare il pacco contro il suo capitano. Per fortuna Orca e Pinguino la trattennero.
«Ragazzi, vi va di aprire questo pacchetto con me? Non mi fido molto, visto che è da parte di Trafalgar.» disse lei, alzando di poco la voce sulle ultime parole, facendo sorridere il diretto interessato.
I ragazzi annuirono divertiti e tutti e tre uscirono dalla cabina per dirigersi verso un'altra stanzetta che assomigliava ad un salottino.
Si sedettero attorno ad un tavolo in legno scuro ed Hiyo, titubante, aprì lentamente la scatola.
Dentro c'era un piccolo lumacofono giallo dal guscio nero con croci bianche che stava dormendo beatamente. (Inizio col dire che il disegno qua sopra l'ho realizzato io cercando di seguire più o meno lo stile di Oda, però è venuto lo stesso una schifezza. Ma ho voluto mettere lo stesso il disegno per farvi capire più o meno l'aspetto del lumacofono di Hiyorin).
«Un baby lumacofono? Perché mi ha regalato un baby lumacofono?» chiese la ragazza ai due amici, inclinando di poco la testa verso destra e assumendo una faccia stranita.
I due ridacchiarono alla reazione della loro amica, poi Pinguino, cercando di tornare serio, le spiegó «Vedi, ogni volta che approdiamo su qualche isola, il nostro capitano consente a tutti noi di andare dove ci pare e piace e, una volta che il gruppo incaricato di rifornire la dispensa ha finito le spese, il capitano ci contatta con i lumacofoni, così ritorniamo al sottomarino senza dover andare a cercare gli altri.» «Oppure, in caso di emergenza, se veniamo attaccati dalla Marina Militare, possiamo chiamare gli altri per chiedere aiuto» aggiunse Orca, sorridendo.
Hiyorin guardò entrambi i ragazzi, poi guardò il lumacofono, che si era appena svegliato.
La ragazza notó che il piccoletto aveva gli occhi dello stesso colore di quelli del suo capitano: azzurro-grigi.
«Bene, vedo che hai aperto la scatola»
Hiyorin sobbalzò a quella voce profonda. Law era entrato nella stanza senza farsi notare, facendo spaventare anche i suoi due sottoposti.
Sbuffando infastidito, il chirurgo si avvicinò al divanetto su cui era seduta la ragazza, e si mise accanto a lei.
Un po' in imbarazzo, la ragazza cercò di rompere il ghiaccio «Per caso hai scelto tu le decorazioni del piccolino?» chiese.
«Si, perché? C'è qualche problema?» chiese lui a sua volta, voltandosi verso la ragazza con sguardo interrogativo.
«Nessuno problema. Hai solo dei pessimi gusti» ridacchiò lei, stuzzicando il capitano e facendo sganasciare dalle risate i suoi amici. Leggermente infastidito, Law tentò di cambiare argomento, guardando la lumaca che, a sua volta, lo stava fissando con sguardo truce e interrogativo.
«Non vuoi dargli un nome? Sembra che non stia aspettando altro» chiese lui, indicando il piccoletto che guardava il dito puntato su di lui come se volesse morderlo.
La ragazza se ne accorse e rise ancora più forte.
Tra una risata e un'altra, disse «Si, credo che sarebbe il caso di dargli un nome. Comunque credo che tu non gli stia simpatico!!»Dopo essersi calmati, tutti e quattro iniziarono a pensare ad alcuni nomi.
«Perché non lo chiami Whitecross?» propose Pinguino.
«No! È troppo banale e ovvio» ribatté lei, indicando il guscio del suo piccolo amico.
«Che ne pensi di "Ho voglia di uccidere Law"?» ridacchiò Orca, facendo notare ai due le occhiatacce che il capitano e la lumaca continuavano a mandarsi a vicenda.
«Ho trovato! Visto che ha la stessa espressione del capitano, lo chiamerò "Dottor Law"» annunció decisa Hiyorin, beccandosi uno sguardo truce da parte del chirurgo al suo fianco.
Ignorandolo, la ragazza prese in mano il suo nuovo amico e, avvicinandolo al viso, gli chiese dolcemente, sorridendogli «Allora ti piace? Spero che andremo d'accordo io e te...sei così carino»
La lumaca sembrava imbarazzata, così strofinó il muso contro la guancia della sua nuova padroncina. La ragazza rise e disse un flebile «Mi fai il solletico» beccandosi un «Awww!» di Orca e Pinguino,
Intanto Law, sentendosi ignorato, uscì dalla stanza e tornó alla cabina di comando, ordinando un emersione subito dopo saputo che oramai erano vicini ad un'isola.Subito dopo l'emersione, Hiyorin uscì fuori per godersi il sole con Dtt. Law (se non si era capito, è l'abbreviazione di Dottor Law) su una spalla, seguita da Bepo, Pinguino e Orca.
Stavano ridendo e scherzando, quando un grosso galeone affiancó il sottomarino giallo.
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La Sorella del Rosso
Fantasy"Fremevo dalla gioia di rincontrare dopo tanto tempo mio fratello. Non vedevo l'ora di riabbracciare tutti. Ma c'era Lui che, ogni volta che mi guardava, il mio cuore faceva una strana capriola. Sapevo che c'era qualcosa di più forte tra noi. Soprat...