Capitolo 9

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NARRATORE

Dopo l'accaduto con Doflamingo, erano passati tre giorni. Hiyorin non né voleva sapere di uscire dalla sua cabina. Solo per i pasti, ma finiva così in fretta che i suoi compagni non riuscivano a parlarle.
La ciurma del Dottore era decisamente preoccupata per la loro amica.

La sera in cui erano riusciti a liberarla, aveva raccontato loro dello scontro fatto con quel pirata, la proposta di entrare nella Donquijote Family....

A malapena era riuscita a difendersi e, anche dopo allenamenti su allenamenti, non sarebbe mai riuscita a migliorare più di tanto. Certo, era abile nell'uso della spada, ma questo non bastava.
L'unica soluzione possibile...
Era farle mangiare un frutto del diavolo.

TRAFALGAR D. WATER LAW

Andai alla porta della rossa e bussai, ma non ricevetti alcuna risposta.
Sospirai, stanco di questo suo distacco improvviso. Però almeno avevo il pretesto per farla uscire.
«Hiyo-ya, potresti venire nella sala comune? Dobbiamo parlarti di una faccenda che ti riguarda» le dissi, indietreggiando poi di due passi quando finalmente uscì dalla cabina.
Non mi degnò nemmeno di uno sguardo e questa cosa mi irritava parecchio.
Una volta arrivati nella sala, ci sedemmo tutti su dei divanetti.
La rossa era nervosa, lo si notava dal fatto che continuava a mordersi il labbro inferiore.
«Allora? Di cosa volevate parlarmi?» esclamó la ragazza, parlando con una voce tremante.
Bepo la guardò dispiaciuto, era stato contrario fin dall'inizio a quest'idea.
Tutti si fecero cupi.
Beh, iniziamo questo discorso...

AKAGAMI HIYORIN

«Hiyo-ya, dopo che ci hai raccontato quello che ti è successo sulla nave di Doflamingo, abbiamo riflettuto sul fatto che tu non sei affatto capace di difenderti da sola» purtroppo ne sono consapevole, ma non è che non riesco a difendermi. Diciamo che non sono così forte e abile.
«Mi stai proponendo di iniziare una sorta di allenamento?» gli chiesi
«No, non ti sto proponendo un allenamento. Adesso ti spiego. Ieri il Log Pose di Bepo ha iniziato a puntare verso un'isola di nome Gaspto e si dà il caso che io conosca un uomo su quell'isola che ha trovato un oggetto molto raro e prezioso che è disposto a vendercelo» mi spiegò, fissandomi con sguardo gelido.
Oggetto raro e prezioso??
«Beh, questo oggetto è un frutto del diavolo...in questo momento ci stiamo dirigendo verso Gaspto. So che può essere improvviso, ma vorremmo che tu mangiassi il frutto per acquisirne le potenzialità che ti verranno concesse e usarle per difenderti in caso di attacco»
Sta scherzando spero?
Non voglio perdere la capacità di nuotare. E poi ho motivi personali per non mangiare quella diavoleria!

Mi alzai velocemente sbattendo le mani sul tavolo di fronte a noi. Provocai un rumore così forte da far sobbalzare tutti meno che quell'insensibile del Chirurgo.
«Spero che tutto questo sia solo uno scherzo di cattivo gusto!! Non ho nessuna intenzione di mangiare un dannato frutto del diavolo! Non voglio avere niente a che fare con quei frutti maledetti! Preferisco sanguinare per sfiancanti allenamenti che non riuscire più a nuotare!» detto ciò, stavo per uscire dalla stanza, ma ovviamente Penguin mi si piazzò davanti, bloccandomi l'uscita e guardandomi triste.
«Cerca di capire che stiamo facendo questo per il tuo bene, non vogliamo che tu ci sia d'intralcio» mi supplicò Orca.
«Per il mio bene? Essere d'intralcio? Avreste dovuto pensarci quando lui mi ha proposto di entrare a far parte della vostra combriccola di dottori affamati di donne!» urlai esasperata e arrabbiata, puntando il dito verso il Chirurgo.
«Ci conosciamo da nemmeno cinque giorni e voi parlate di me e delle mie difficoltà come se ci conoscessimo da tempo! Cosa ne sapete che con un buon allenamento io non riesca a migliorare eh?!! E poi non pot...» «Adesso Basta!» urlò il capitano, sbattendo un pugno sul tavolo. Lo guardai incredula. Il suo solito essere calmo e pacato lasciò spazio ad una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere.
Si era decisamente spazientito. La mia disapprovazione pian piano venne sostituita dalla paura.
Non avevo avuto modo di vederlo arrabbiato, ma forse era meglio continuare a farlo. Sembrava il capo di un branco di lupi che stava per attaccare il suo sfidante per il comando del branco. Mi fissava con occhi gelidi.
«Si può sapere il motivo di così tanta opposizione, stupita ragazzina testarda?!» mi riproverò, mantenendo ancora il tono alto di prima.
Non potevo dirglielo, non ancora almeno.
Rimasi in silenzio, abbassando lo sguardo.
«Cos'è ora non hai più voglia di fare l'isterica? Sei ancora una mia subordinata, non puoi disobbedire ad un mio ordine!» parló ancora, ma con un tono decisamente più calmo.
Iniziai a tremare, ma lentamente alzai lo sguardo. Avevo la vista appannata per le lacrime che minacciavano di scendere. «Non obbligarmi a dirtelo, ti prego...» sussurrai, con un fil di voce.
Lo sguardo di Law apparve stupito, ma ne capii il motivo solo dopo che Penguin, ancora vicino a me, mi carezzò il viso con il pollice.
Le lacrime stavano scendendo...
«Hiyorin, perché non vuoi mangiare un frutto del diavolo?» mi chiese dolcemente Bepo, guardandomi con occhi lucidi. Quanto amavo la gentilezza di quell'orso.
«Se vi racconto il motivo, mi promettete che non ne parleremo più?» riuscì a dire, mantenendo sempre un tono di voce alquanto basso.
Tutti annuirono, mentre il capitano si calava il cappello maculato sugli occhi.
Tornai a sedermi vicino a lui e abbassai lo sguardo, concentrandomi sul colore del tavolo.
Feci un profondo respiro e iniziai a raccontare...

La Sorella del RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora