Prima di iniziare, vi chiedo gentilmente se, a fine capitolo, potreste perdere un paio di minuti nel leggere lo spazio autrice. Grazie mille.
NARRATORE
Era notte fonda e tutto l'equipaggio si era ritirato nelle cabine, con la speranza di recuperare qualche ora di sonno.
Solo il loro glaciale capitano, seduto nell'infermeria, era sveglio a controllare alcune cartelle cliniche del suo equipaggio.
«Si direbbe che tutti stanno bene, non hanno riscontrato nessun periodo di malattia» borbottava.
Posata l'ultima cartella, il suo sguardo cadde su quella di Hiyorin, la quale era completamente vuota.
L'aveva preparata consapevole che avrebbe condiviso con lei una lunga convivenza, ma ancora non aveva avuto l'occasione di visitarla.
"Domani avrò la possibilità di riempire quella cartella" pensò distrattamente, finendo di scrivere un biglietto.
Uscì dalla stanza con il biglietto in mano e si avvicinò alla porta della ragazza, lasciando il pezzo di carta incastrato in una piccola fessura tra la porta e il pavimento.Il mattino seguente, nella sala comandi, erano tutti in preda all'euforia, perché dopo diversi giorni di navigazione sarebbero giunti finalmente a Gaspto.
Nonostante l'iniziale intenzione di approdare su quell'isola fosse stata rifiutata, i pirati Heart avevano davvero bisogno di fare rifornimento di carburante e alimentari.
«Dovremmo diminuire le reazioni di cibo per farci bastare il tutto in questi ultimi cinque giorni» borbottò Penguin continuando a guardare la lista dell'inventario del magazzino.
Hiyorin, sentendolo borbottare, ridacchiò.
Si stava dirigendo verso l'infermeria, stringendo un piccolo pezzo di carta in mano."Dovresti venire in infermeria per un piccolo controllo.
Non voglio avere qualcuno con malattie trasmissibili a bordo.
Ne vale della salute di tutto l'equipaggio.T.Law"
La rossa era rimasta alquanto sorpresa da questa richiesta da parte del capitano. Ripensava costantemente all'abbraccio ricevuto dal moro, ed ogni volta che entrambi si rivolgevano la parola, le gote di lei si coloravano di un bel porpora. Cosa le stava succedendo, lei non riusciva a capirlo.
Giunta davanti alla porta dell'infermeria, bussò ed entrò non appena ricevette un "Avanti" da parte del medico di bordo.
Hiyorin chiuse la porta dietro di se.
«Siediti su quel lettino, perfavore» borbottò Law, finendo di scrivere alcuni appunti, per poi alzarsi e avvicinarsi a lei. «Dovresti levarti la maglia»
A quelle parole, la rossa sgranò gli occhi e sentì improvvisamente molto caldo. Con gesti molto lenti, si sfilò la maglia, prendendo i bordi e levandola dalla testa.
Questa sua lentezza aveva dato tutto il tempo possibile al capitano per ammirare il suo bel corpo, ma egli doveva concentrarsi su altro; perciò fece un respiro profondo e "impostò" la sua mente sulla medicina.
Controllò che non avesse problemi respiratori, battito del cuore... beh insomma tutto. Non tralasciò niente.
Distoglieva lo sguardo da lei solo per scrivere sulla cartella clinica della rossa, che nel frattempo era diventata dello stesso colore dei suoi capelli.
«Bene... puoi andare...» le disse soltanto, mentre ritornava alla sua scrivania e scribacchiava gli ultimi appunti.
Hiyorin afferrò la sua maglia e uscì dall'infermeria, per poi dirigersi verso la sala comandi.
«Odierò per sempre queste visite» borbottò.
Intanto il moro, dopo che la ragazza era uscita, si era tolto il cappello e la felpa, stranamente accaldato. Cercò di calmarsi, bevendo un bicchiere d'acqua e si diresse anche lui verso la sala comandi.
Intanto gli altri avevano appena salutato Hiyorin, che si era appena infilata la maglia nel mentre che stava entrando, quando videro che anche il loro capitano, con i capelli un po' scompigliati e senza la sua felpa, entrare.
Gli occhi di tutti passavano da uno all'altra, come una partita di Ping pong. Perché entrambi erano arrivati senza maglia, era questa la domanda che si stavano ponendo tutti.
«Cosa avete da guardare in quel modo?» la voce glaciale del moro fece ritornare tutti al loro posto.
Ma Penguin e Orca furono presi dalla curiosità e trascinarono la rossa nella sala da pranzo.
«Ma cosa vi è preso così all'improvviso?» gracchiò la ragazza, fulminandoli con lo sguardo.
«Parla! Perché tu e il capitano siete arrivati mezzi nudi, e per lo più insieme, nella sala comando?» chiesero in coro i due ragazzi, fissando Hiyorin con sguardo malizioso.
A quelle parole la rossa scoppiò a ridere, tenendosi la pancia. «Ma a cosa state pensando?! Mi ha fatto un controllo medico. E poi è ovvio che si è tolto la maglia. Qua dentro fa caldissimo»
«Allora...» iniziò Penguin, guardando l'amico
«...non è successo niente» concluse Orca, ricambiando lo sguardo. I due sospirarono, quasi dispiaciuti, facendo scuotere la testa alla rossa.
Successivamente ritornarono nella stanza precedente, ma il capitano bloccò loro nel corridoio «Penguin ho bisogno dell'inventario degli alimenti, dell'armeria e dei medicinali. Voglio evitare di rimanere a corto di cose essenziali ed evitare di finire come l'ultima volta» concluse, guardando duramente il povero ragazzo.
Penguin si sistemò il cappello, deglutendo. «E-ecco, d-devo ancora finire di elencare tutto, però vado sub...» balbettò, ma venne interrotto bruscamente da Law.
«Ancora?! Hai avuto tutta la mattinata per farlo! Dove l'hai passata? A giocare?» tuonò il moro.
«Scusami, hai ragione, ma ci sono davvero molte cose a cui ho dovuto prestare attenzione» balbettò ancora il poveretto, sentendosi così piccolo dinanzi ad uno sguardo di fuoco, ma allo stesso tempo di ghiaccio. «Non tollero scuse, soprattutto da parte tua. E adesso muoviti» sputò glacialmente il moro.
Orca e Hiyorin erano rimasti leggermente indietro e quest'ultima, non sopportando il trattamento che Penguin stava ricevendo, avanzò, ignorando Orca che la teneva per il braccio. «Law!» chiamò con voce ferma «Non credo che tu debba rivolgerti così a Penguin. Non è giusto nei suoi confronti, visto che tu gli hai dato un incarico che non poteva svolgere da solo in così poco tempo.» concluse lei, fissando dritto negli occhi il suo interlocutore. Law la guardò a lungo, fino a calarsi il cappello maculato sugli occhi. «Bene, se è così che la pensi, fammi tu l'inventario dei medicinali» alzò lo sguardo, ghignando.
Lei sapeva benissimo di essersi cacciata in guai seri, visto che sapeva pochissimo di medicina, ma con il mento alzato si girò e andò dritta in infermeria, dov'era stata pochi minuti prima.
Afferrò la cartella dell'inventario e si avvicinò all'enorme armadietto pieno di medicinali.
Si mise all'opera, fermandosi di tanto in tanto, perplessa e spaesata dalla quantità di medicinali che servivano.
«Ci sono due fiale di Morfina... ma ne servono altre diciotto... accidenti ma non dovrebbero esserci solo cinque bottigliette di Ferro? Perché ce ne sono dodici? Ah no queste sono di Magnesio.... Oh mamma mia che confusione!» si stava davvero per mettere le mani nei capelli.
Intanto il suo capitano si era messo all'ingresso dell'infermeria e si stava godendo lo spettacolo: per lui era divertente vederla così in difficoltà.
Avanzò di qualche passo è la sorprese alle spalle, facendole quasi cadere una bottiglietta dalle mani. «Fai attenzione. Questo medicinale è molto costoso. Se lo rompi, lo dovrai ripagare tu stessa.» le bloccò il polso, per poi toglierle la fiala dalle mani e rimetterla a suo posto.
«Noto che hai bisogno di aiuto» sghignazzò lui, togliendosi il cappello e poggiandolo sulla scrivania lì vicino.
«Odio ammetterlo, ma si. Non ci sto capendo niente, ci sono troppi medicinali da controllare. Povero Penguin che deve fare ogni volta questa cosa. Ma come fa?» lo guardò con aria esasperata, massaggiandosi una tempia.
Il moro le spiegò che Penguin era stato costretto da lui stesso ad imparare tutti i nomi, perchè in sala operatoria era necessario che qualcuno fosse in grado di aiutarlo con i medicinali giusti e i dosaggi giusti.
Hiyorin ascoltò attentamente, fino a che non le passò per la testa una strana idea.
«Potresti insegnare anche a me? Metti caso che Penguin non sia in grado di aiutarti. Potresti avere un'altra persona nel repertorio, non credi?»
Law rimase un po' sorpreso da questa proposta, ma il ragionamento era sensato. E comunque avere qualcuno in più in qualità di aiutante non era una cattiva idea.
«Va bene, ma sappi che sarà dura. Imparare tutti questi nomi per te sarà un'impresa, Hiyo-baka-ya» sorrise lui, ricordandosi di averla già chiamata con questo nomignolo-semi insulto.
Di risposta, la rossa sbuffò, ma scacciò subito dai suoi pensieri quell'insulto e si concentrò.
Avrebbero passato molto tempo insieme, d'ora in poi. Nella stessa piccola e stretta stanza.
Dove l'aveva vista senza maglietta.Hiyorin arrossì di colpo. «Stai male? Hai le guance tutte rosse.» fece per posargli una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre, ma lei fece subito un passo indietro.
«Sto b-benissimo. È s-solo che non sono abituata a queste temperature...» scusa patetica, ma efficace, visto che Law alzò le spalle e si girò nuovamente verso l'armadio."Cazzo Hiyorin, vedi di riprenderti. Ma cosa diamine ti passa per la mente?"
Il resto della giornata passò molto veloce e in maniera tranquilla.
La notte, invece, un po' meno....Chiedo venia per la mia anima.
Non so quanto tempo è passato dall'ultimo capitolo, ma mi rendo conto che è tanto tempo.
Ho avuto un lungo blocco dello scrittore e non riuscivo ad avere idee.
Vi chiedo davvero scusa per questo periodo buio e spero che non succeda ancora.In più sono rimasta molto colpita. Ho notato che questa storia sta piacendo a molte persone.
Ciò mi rende felicissima e più motivata.Grazie mille❤️
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La Sorella del Rosso
Fantasy"Fremevo dalla gioia di rincontrare dopo tanto tempo mio fratello. Non vedevo l'ora di riabbracciare tutti. Ma c'era Lui che, ogni volta che mi guardava, il mio cuore faceva una strana capriola. Sapevo che c'era qualcosa di più forte tra noi. Soprat...