Psycho- Seconda parte

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Marissa:

Non potevo crederci, non riuscivo a realizzare ciò che era successo: Anna, i genitori e Aaron erano morti in un'esplosione a causa di una fuga di gas.
Da quello che avevano detto in televisione le cause della morte erano ancora da chiarire, ma per gli inquirenti non c'era dubbio: fuga di gas.

Suonò il campanello, andai ad aprire mentre mi asciugavo le lacrime con un fazzoletto stropicciato. Ad attendermi dietro la porta trovai tutti i miei amici.
C'era Walter, Frieda, Courtney, Alex ed Eric… Non mancava proprio nessuno.
Appena mi videro con le lacrime agli occhi, mi strinsero in un caloroso abbraccio di gruppo. Noi eravamo amici dalle superiori. Nel corso del tempo si era istaurato un bel rapporto d'amicizia.
-"Marissa, vogliamo che per stasera dimentichi tutto…" disse Frida: una nerd ossessionata dagli horror e i videogame. "Ne hai passate tante, non vogliamo vederti così."
-"Ragazzi, non dovete preoccuparvi per me…" pronunciai con voce debole. "Su, entrate..."

Li invitai ad entrare e ci accomoddamo sul divano del salotto.
-"Allora…" aggiunse Eric o come lo chiamavo io <<il fattone>>. "Come stai?"
-"Che domande sono?" Domandò disgustata Courtney: una ragazza dark dagli occhi neri e capelli biondi. "Non si nota come sta? Sei proprio un idiota!"
-"Cosa? Adesso non posso chiederle nemmeno come sta? L' idiota sei tu Courtney!" Ribattè lui.
-"No, no… Calma ragazzi. Sto bene. Sto bene." Dissi cercando di calmare le acque.
Courtney ed Eric erano fidanzati da 3 anni, ma a volte mi chiedevo come fosse possibile che stessero ancora insieme.

In stanza si creò un silenzio gelido, nessuno parlava a parte il televisore con le sue notizie di cronaca.
-"Ehmm… Ho portato un film horror!" Esclamò Frieda spezzando il silenzio.
-"C-che film?" Chiese Walter: un balbuziente, capro espiatorio del gruppo.
-"Psycho." Rispose.
-"Ah, p-psycho… È-È dove c'è l'a-assassino c-che u-uccide s-sotto l-la d-doccia?" Balbettò Walter.
-"Si, tu sei al sicuro visto che non ti lavi." Aggiunse Ironicamente Eric.
-M-ma…"
-"Sta zitto! Odio dover perdere del tempo ad aspettare che formuli una frase di senso compiuto!" Esclamò Eric interrompendolo.
Walter chinò il capo mortificato, i suoi occhiali rendevano il suo sguardo come quello si un cerbiatto.
-"Alex!" Dissi. "Sei molto taciturno."
D'altronde sapevo che fosse il suo carattere. Se ne stava sempre con un tablet a disegnare cadaveri, come un psicopatico.
-"Cosa devo dire? Una mia ex è appena morta… io a differenza vostra non voglio far finta di nulla." Rispose guardandomi dritto negli occhi. I suoi occhi verdi accentuati dai capelli castano scuro mi intrigavano.
Io non dissi nulla, ma lo fece Courtney al mio posto:
-"Alex, grazie per la collaborazione… Pensi che non siamo dispiaciuti per la morte di Anna e Aaron? Erano anche nostri amici. Il mondo non gira tutto intorno a te. Abbiamo anche noi dei sentimenti. Hai mai pensato che forse lo stiamo facendo per Marissa? Forse la tua testolina non ti ci arriva, eh?"
Alex la guardo e non rispose, mentre Courtney sussurrò:
-"Ne ho abbastanza."
Poi si alzò dal divano ed uscì innervosita.
Eric la seguì, naturalmente non poteva stare ad osservare impotente.
-"Forse è meglio che vado anch'io." Aggiunse Alex, mentre si dileguava fuori di casa.

Eravamo rimasti solo io, Walter e Frida.
-"Ragazzi, si è fatto tardi…Vado anch'io. Se vuoi ti lascio il film e poi me lo restituisci!"  Esclamò Frida.
-"No, grazie mille… Magari lo guarderemo un altra sera."
-"Ottima Idea!"
Guardai Walter e domandai;
-"Tu non vai?"
-"P-potremmo g-guardare un p-po di t-tv?"
-"No Walter… Non mi va! Torna a casa anche tu."
Così anche Walter imbarazzato e impacciato si alzò dal divano e se ne tornò a casa.

Dalle scale scese mia sorella Ejma, una ragazzina di sedicianni affetta dalla sindrome di down e chiese sorridendo:
-"Ho sentito che ci sono stati i tuoi patetici amici… Come mai se ne sono andati? Hanno capito finalmente che non erano i benvenuti qui dentro?"
-"Heyy Ejma, finalmente ti dei decisa di uscire dalla tua camera…"
-"Si! Sono scesa solo per prendere qualcosa da mangiare..."
-"Mi sono pappata tutto io…" dissi trovando la voglia di scherzare. "Comunque sia, se hai bisogno di me mi trovi in camera mia. Domani verrai con me?"
-"Ci penserò su." Rispose Ejma mentre frugava dentro il frigo.

Chiusi il portone a chiave e salì nella mia stanza per addormentarmi… il mattino seguente mi aspettava un saggio di ballo molto importante, non potevo mancare, poi il ballo era l'unica cosa che mi sollevasse il morale da tutto lo schifo.

Mi sdraiai sul letto, cercai di prendere una posizione comoda e proprio quando stavo per chiudere gli occhi, squillò il cellulare...Era Alex.
-"Pronto?" Risposi.
-"Hey Marissa."
-"Come mai mi hai chiamata?"
-"Per chiederti scusa…"
-"Scusa per cosa? Per stasera? Hai davvero una faccia tosta."
-"NO PUTTANA, TI CHIEDO SCUSA PERCHÉ STO PER PIANTARE UN COLTELLO DRITTO SULLA GOLA DI ALEX E  NON MI FERMERÒ FINCHÈ NON SENTIRÒ L' OSSO."
A quelle parole urlai dalla paura… La sua voce era cambiata, era diventata rauca e molto profonda.
-"C-chi sei? Dov'è Alex?" Dissi preoccupata.
-"Tranquilla, Alex è sotto la doccia… Dici che questo omicidio potrà mai diventare il sequel di Psycho?"
-"No!"

Chiusi la chiamata e cercai subito di chiamare il 911 ma nessuno rispondeva, era come se quel numero non fosse mai esistito.
-"DAI MALEDIZIONE!"
Nessuno rispondeva e non c'era molto tempo, così gettai il telefono sul letto, misi delle pantofole e scesi le scale di fretta dirigendomi in cucina.
La casa di Alex era a pochi passi dalla mia. Dovevo far qualcosa. Non potevo far accadere una tragedia simile. Afferrai un coltello dalla cucina e di corsa uscì di casa dirigendomi verso l'appartamento di Alex.

Quando arrivai bussai più forte che potevo, urlai il suo nome, ma nessuno aprì. Pensai al peggio. Solamente quando la porta non si spalancò mi tranquillizzai.
Era Alex, era in pigiama e fortunatamente stava bene.
-"ALEX" Urlai. "NON SEI AL SICURO. C'È QUALCUNO CHE CERCA DI UCCIDERTI."
-"Di cosa stai parlando?"
-"Si, mi ha chiamato qualcuno con il tuo numero e mi ha detto che voleva ucciderti mentre eri sotto la doccia."
-"Marissa, io non ero sotto la doccia."
-"ma…"
-"Marissa? Getta quel coltello e cerca di calmarti."
-"Non... Non è possibile."
-"Sarà stato uno scherzo di cattivo gusto."
Annui con la testa mentre continuavo a piangere, non potevo crederci che mi avessero fatto uno scherzo del genere...Sopratutto dopo tutto quello che mi era successo.
-"Vuoi entrare?" Chiese Alex.
Feci cenno di no, poi girai le spalle e senza dire nulla, nello sconforto, me ne tornai a casa.

Finalmente arrivai a casa, entrai dentro cercando di dimenticare l'accaduto, ma quello che trovai mi raggelò il sangue.
Sul muro c'era scritto con del sangue:
"SCHERZETTO"
Abbassai gli occhi a terra e vidi un corpo...Era il corpo di mia sorella dissanguato in un tappeto di sangue.
Feci un urlo a squarcia gola. Poi fu tutto buio.

 Poi fu tutto buio

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