È la verità che vuoi

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Max: "Mika, ehi, svegliati".
Mi sveglio, trovandomi Max che mi scuote la spalla.
M: "Mm, che hai?" Chiedo, con la voce ancora impastata dal sonno.
Max: "Ho trovato questo biglietto sotto la porta. È per te".
Mi passa un piccolo foglietto di carta gialla, e comincio a leggere.
'Caro Mika,
è da tanto che voglio dirti tutto questo, e adesso mi sembrava il momento giusto per farlo. Ieri, quando te ne sei andato, mi sono pentito per non averti detto la verità. È questo quello che vuoi, la verità; ebbene, eccoti accontentato.
Ti avevo detto che non potevo mettermi con te per via dei miei genitori, ed è così. I miei genitori sono omofobi, sono contro quelli come te...quelli come noi. Ho un fratello, o meglio, l'avevo. Si chiamava Mitch, ed era poco più grande di me. Qualche anno fa, mio padre l'ha sorpreso mentre messaggiava con un ragazzo, il SUO ragazzo. Non sai come si infuriò mio padre. Sai cosa ha fatto? L'ha ammazzato di botte, e l'ha cacciato di casa. Sono 4 anni che non vedo mio fratello, 4 anni che non ho sue notizie, 4 anni che nessuno fa il suo nome in casa mia. Mio padre, allora, cominciò a dire che Mitch era morto, e che ora gli rimaneva solo un figlio, io. È così fiero di me, Mika, non sai quanto, e non voglio deluderlo. Ha solo me, e non vuole che faccia la stessa fine di Mitch. Mi ha mandato in questa scuola, perché vuole che diventi una persona importante. Che ne so cosa, magari vuole che diventi il nuovo presidente dell'America, o, che ne so, il nuovo re della Gran Bretagna. Tutto, ma non che diventi gay. Purtroppo, però, lo sono, e non posso farci niente. Sono totalmente, perdutamente innamorato di te, mi fai impazzire, non sai quanto. Amo le tue labbra, amo i tuoi sorrisi, amo tutto di te, ma, io non posso. Non posso deludere mio padre, non posso essere cacciato di casa per sempre. Pensaci, se facessi coming out a mio padre, mi manderebbe via da qui, e allora noi non ci potremmo vedere mai più. Invece, se non dicessi nulla, possiamo continuarci a vedere (di nascosto, ovviamente). Per favore, dammi un'altra possibilità. So che sono un vigliacco, ma, per favore, io voglio te e solo te. Jane non conta nulla per me, è solo una ragazza qualunque. Ma tu, tu sei l'amore della mia vita, credimi. Ti prego, perdonami.
Andreas.'
Le lacrime cominciano a scivolare veloci sulle mie guance, e i miei singhiozzi si diffondono per la stanza. Max è in piedi di fronte a me, che mi osserva, e non fa una piccola mossa per confortarmi.
M: "L-L'hai letta anche tu?" Gli chiedo, tra un singhiozzo e l'altro.
Annuisce, e si porta le mani ai fianchi.
M: "E-E? Cosa ne pensi?"
Sospira, si siede accanto a me e mi guarda.
Max: "Penso che lui ti meriti più di me. Vai da lui, e parlagli, si vede che è innamorato di te".
Avvicina il suo volto al mio, e mi lascia un bacio sulle labbra. L'ultimo, forse. Un bacio d'addio, pieno di tristezza e malinconia.
M: "S-Sarai sempre mio amico. T-te lo prometto".
Sorride, annuendo, poi mi indica la porta.
Mi alzo dal letto, scelgo dei vestiti a casaccio, e vado in bagno a vestirmi. In men che non si dica, sono pronto per andare da Andreas.
Mi precipito davanti alla sua porta e busso.
La porta si apre, e Andreas si presenta davanti a me.
A: "Michael"
M: "Ciao"

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