repairer hug

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Sasha's pov

"...Se avresti fatto come ti avevo detto non saresti in queste condizioni..."

è da mezza ora che sento mia mamma blaterale, o meglio che non la sento, sono troppo concentrata a pensare in Emi per sentirla. Cosa ci faceva qui? Sara ferita anche lei? Anche lei era nel incidente? Tante domande senza risposta e una sola certezza fra tanti dubbi, la voglio al mio fianco, ho bisogno di uno di quei abbracci in cui ci ripariamo a vicenda, ho bisogno di lei. Lei è la luce che illumina il mio giorno, la mia voce, le mie lacrime, la mia fede, i miei sorrisi, lei è i miei sogni, le mie ali, cavolo lei è tutto per me, come non averne bisogno? Ne ho bisogno più dell'aria e mi distrugge sapere che non possiamo stare insieme, mi distrugge pensare che il nostro amore è eternamente condannato, mi distrugge sapere che non posso gridarle al mondo quanto la amo.

"Ti avevo detto di aspettare cosi venivi con noi nella stessa macchina ma tu non fai mai quello che ti dico, vediamo se cosi almeno impari" continua mia mamma, cristo, ma un momento per respirare non lo prende? Che io non faccio mai quello che lei mi dice? Ma se io non faccio altro che essere la sua ombra, ma ovvio per lei non è mai abbastanza , non faccio mai abbastanza. Ogni santa cosa che faccio in questo mondo è per avere la sua ammirazione, per che lei sia orgogliosa di me, ma se prendo 8 secondo lei potevo superare quella che ha presso 9, se arrivo 2 in una qualsiasi stupida gara potevo anche arrivare prima, e se lo faccio era solo una stupidaggine per lei. Non è mai felice, mai contenta, sto rinunciando al vero amore della mia vita per uscire con il ragazzo che lei ha scelto per me e lei si permette ancora di dirmi che non faccio quello che lei mi dice. Per fortuna che quello nemmeno vuole stare con me e vuole diventare prete, secreto che ancora non li avevo confessato a Emi, volevo mantenerla sulle spine, mi piaceva vederla gelosa. E ora? ora non è più al mio fianco e non posso nemmeno dare la colpa a lei, sono io che ha una paura immensa del giudizio delle persone, sono io quella che ha paura di essere chi è veramente, sono io quella che si nasconde e vive una vita che non è nemmeno sua." Almeno la prossima volta mi ascolti... mi stai ascoltando?" mia mamma sventola le mani di fronte alla mia faccia facendomi scendere dalla nuvola di pensieri in cui mi sono persa "non ci credo, ma come ti permetti di..." avrebbe ricominciato a parlare e a drammatizzare quindi ho deciso di metterle un stop "basta mamma, okay, basta. Per cortesia puoi rimanere in silenzio almeno per 5 dannati secondi, mi fa male la testa e sento che fra un po mi esploderà quindi per favore smettila di parlare. Tutto questo coraggio non so da dove sia uscito, non mi sono mai permessa di parlarle cosi ma ora ho veramente un grandissimo mal di testa, sono ancora spaventata, ho i nervi di punta e non faccio altro che vedere le immagine di Emi nella mia testa, come questa mattina ci siamo urlate contro, come ho dovuto poi fare uno dei più falsi sorrisi mentre ero a casa di mio zio, e ancora la paura, la paura di quel rumore che risuona una e un'altra volta nella mia testa, la paura di quel buio che mi ha invasa per poco tempo, per fortuna. Mia mamma è scioccata, non se lo aspettava di me e non la biasimo, nemmeno io me lo sarei mai aspettata di me stessa, ma ora non potevo di certo abbassare la guardia, dovevo continuare neutra e decisa. Cosi, mi alzai e camminai verso la sala de aspetta, lei voleva fare ancora degli analisi nonostante i medici le avviano detto che stavo bene e che solo avevo presso una forte botta in testa e un polso slogato. Entrai e andai a sedermi ma mi ritrovai davanti con qualcosa di inaspettato, Emi si trovava fra le braccia di quel suo amico... Sebastian, se non mi sbaglio si chiama cosi, era in lacrime. Il mio cuore perse un battito, e poi un altro e ancora un altro fino a quando non lo senti più, e come se il tempo si fosse fermato in quell'immagine. Non l'avevo mai vista cosi debole e fragile, è successo qualcosa di molto brutto e io dovevo essere al suo fianco. Mentre i miei piedi si muovono uno dopo l'altro verso di lei non mi importano le conseguenze, non mi importa di mia mamma, non mi importa nemmeno se lei ora come ora non voglia parlarmi, io so solo una cosa, ha bisogno di me e io voglio esserci. Restai a pochi passi da lei e dalle mie labbra usci il suo nome, quasi come un sussurro, ma lei senti comunque e si giri di scatto, i suoi occhi erano rossi e pieni di dolore, aveva tutto il trucco sbavato nella faccia "Sasha" disse lei incredula, non si aspettava di rivedermi, io non ci pensai, i miei movimenti sono stati autonomi, mi avvicinai e la abbracciai, la corsi alla sprovvista ma non rifiuto nemmeno per un secondo il mio abbraccio, mi strinse forte a lei e io la strinse forte a me. Ecco questo è uno di quei abbracci riparatore, che ti dicono non temere che non sei sola, io sono qui e lo sarò sempre, questo è un abbraccio che ti tiene l'anima in piedi, come una specie di ancora.

scusate eventuali errori

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