3.Deja vu.

62 7 4
                                    

*driiin-driiiiin-driiiiiiiiiin*

Ufffaaaa!!! È da 10 minuti che sta cosa suona,se non la smette, fara la fine delle altre. Non ho voglia ne di alzarmi, ne di vestirmi o di prepararmi,ne di andare a questa benedettissima scuola che tra poco cambiero ancora e non ho voglia neanche di farmi "nuovi amici" che poco dopo non rivedro mai pui, per cio io resto a letto.

*driiin-driiiiin-driiiiiiiiiin*

"La finestra è aperta?" domandai a me stessa mentre mi alzai di pochi centimetri il collo per vedere la finestra,dopo di che mi rimisi con la testa sul cuscino nella stessa posizione in cui ero inizialmemte, presi la sveglia e con un scatto agile la lanciai fuori dalla finestra. Ecco fatto,non c'éra piu nessuno a rompermi. La sveglia era ormai K.O .

"Jessicaaa!" grido chi altri se non Nadya (la persona che considero mia madre anche se non lo é)...ed io, da brava ragazza, mi misi il cuscino sulla testa per continuare il mio pisolino.
"Guarda che ti ho vista! Non puoi fare piu cosi la mattina con tutte le sveglie!" continuo gridando.
"Ma lo ha voluto lei. Non è colpa mia, ma di quel ageggio infernale! Io le ho detto di stare zitta, ma lei niente." borbottai difendendomi dalle sue accuse. Maledico chi l'abbia creata questa cavolata chiamata 'sveglia' ,perche a me da sempre piu voglia di dormire anzi che svegliarmi.
"Guarda che porto il secchio d'acqua gelata!" disse seria.
"Va bene, hai vinto tu, mi alzo." borbottai ancora. Andai verso l'armadio, presi una felpa grigia con la nike nera, dei jeans blu leggermente strappati di qua e di la ed entrai in bagno. Dopo 15 minuti ero pronta. Non ero il tipo da mettersi due chili di trucco ma giusto una spuntatina, per cio avevo fatto abbastanza in fretta. Scesi nel piano di sotto, salutai Nadya ed andai verso l'uscita.
"Jessica." mi chiamo Nadya.
"Si,che c'é Nadya?" domandai con la mano poggiata sulla maniglia.
"Vai con la limousine?" mi pose la domanda con la risposta piu ovvia al mondo. 
"No. Non ci penso neanche e tu lo sai. Prendero l'autobus." risposi dopo di che feci un cenno con la mano in segno di saluto e usci dalla porta.

Mi misi le cuffie ed ascoltai qualche canzone, senza rendermene conto ero arrivata alla stazione e nello stesso momento anche l'autonus arrivo.
La parte strana di tutto cio non era il fatto che io e l'autobus eravamo alla stazione nello stesso tempo, ma la cosa strana era il fatto che io, in qualche modo, ero riuscita ad arrivarci senza indicazioni e senza sapere l'orario dell'autobus,pur neanche conoscendo la citta.
Era strano, ma avevo l'impressione di esserci gia stata,ma non quel tipo di 'esserci stata per 2 settimane' ,ma la sensazione di averci vissuto ...
Dopo essere salita, mi misi a sedere su un posto in fondo, un posto tranquillo e ascoltai la musica fino a quando l'autobus non parcheggio d'avanti a scuola.
La giornata passo in fretta dato che non c'éra molta gente a scuola, era quasi dezerta. In effetti,il primo giorno di scuola ,da quanto ho sentito per i corridoi dai ragazzi che erano presenti , era una tradizione saltarlo,sia per i piu grandi ,sia per quelli del primo anno. Quando le rappresentazioni finirono ,perche in realta non erano lezzioni vere e proprie,guardai tutti i profili ,decidendo a quali andare ed girai un po per la scuola per esplorarla dato che mi annoiavo. Potevo dire che la scuola era stata interessante, ma non lo era, apparte una sala che sembrava abbandonata,dove trovai un bellissimo pianoforte che subito suonai e un terrazzo mozzafiato dal quale si godeva di un panorama stupendo,ci restai un po di tempo,ma poi era gia diventato tardi, dovevo andare anche se a dire la verita mi dispiaceva. Avevo ormai fatto tutto,quindi tornai a casa, mangiai, mi cambiai e mi misi a dormire come se fosse stata la rutine di ogni giorno.

Un Gioco Pericoloso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora