68. ~Come non detto

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Zayn's POV

"Abbiamo quasi finito", risi notando l'espressione sofferente di quella ragazza, aveva sedici anni e non aveva smesso un attimo di stringermi il braccio.

"Fa malissimo!" si lamentò ancora sospirando.

"I tuoi sanno che hai deciso di farti un tatuaggio?" Non per entrare nei suoi affari, ma le firme sulla raccomandata che mi aveva portato sembravano del tutto false.

E i minorenni avevano bisogno di essere accompagnati dai genitori.

Non rispose, ed io ne ebbi la conferma, ma ormai avevo quasi finito.

"Non credo sia importante", rispose sgorbutica.

"Sai che se lo scoprissero mi licenzierebbero senza pensarci?"

Di tutta risposta strinse i denti dal dolore.

"Ecco", affermai spegnendo la macchinetta.

Si mise a sedere guardandosi il braccio dolorante aggiunstandosi i vestiti. Notai un lieve rigonfiamento sulla sua pancia, cosa che mi fece restare perplesso.

Di sicuro l'avevo immaginato, aveva soltando sedici anni.

Voltai subito lo sguardo altrove cercando di essere più discreto, ma forse se ne accorse.

"Allora, qui sopra per un mesetto circa dovrai applicare questa crema poi avvolgerlo in questa pellicola, mi raccomando, ogni giorno."

"Grazie", sorrise per poi soffermarsi a guardare il mio braccio. "Oh...s-sono stata io?" mi chiese imbarazzata.

La guardai confuso, poi mi indicò il mio braccio, c'erano tantissimi segni rossi, graffi.

In effetti, ricordavo che mentre lavoravo mi aveva stretto un po' troppo.

"Oh, no, no."

"Ma ci sono anche di là.." indicò l'altro mio braccio.

Abbie.

Aveva un sorrisetto in viso, ed io non sapevo che dirle.

"Ti scrivo la ricevuta", mi passai una mano tra i capelli sedendomi alla scrivania. "Ecco fatto", mi alzai e gliela porsi.

La prese tra le mani poi la posò in borsa e si alzò lentamente dal lettino con lo sguardo cupo.

Cominciai a mettere a posto il mio studio evitando di guardarla, era quasi ora di pranzo ed io avevo finito il turno, ma quella ragazza non accennava ad andarsene.

"So che l'hai notato", parlò attirando la mia attenzione.

Indicò la sua pancia toccandola lentamente.

Cazzo avevo ragione.

"Non volevo..-"

"E' apposto", mi interruppe. "I miei quando l'hanno saputo mi hanno cacciata di casa, ora vivo dal mio ragazzo che ringrazio Dio l'ha presa bene." 

"Mi dispiace", davvero.

"E' successo e non ho saputo impedirlo", alzò le spalle. "Non so perchè sto raccontanto tutto ad un estraneo, forse perchè sei un bel ragazzo", rise.

Ed anche un pedofilo, per una ragazza di sedici anni.

"Ti consiglio di prendertene cura, davvero." Ritornai serio.

"Parli come se ci fossi già passato", commentò, io sospirai.

"Sì, ci sono passato e non è stata una bella esperienza", mi fermai, quella ragazza continuava a guardarmi per farmi continuare. "La mia ragazza l'ha perso, o meglio, l'ha persa, ha gestito male il suo corpo, in verità non sapeva neanche di aspettare un bambino."

Abbie Allison Styles 2 -Love me again-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora