dieci

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Harry aveva iniziato ad autolesionarsi, Louis quando non erano in casa lo trattava male o lo lasciava a solo, Harry ogni giorno sperava che Louis cambiasse ma non succedeva, Louis era ogni giorno più arrabbiato.

Quella sera mamma vedendo che i due andavano d'accordo si concesse un'uscita con le amiche che non si concedeva da tanto tempo, così i due rimasero a casa da soli.

"Mettiti in ginocchio" ordinò inaspettatamente Louis mentre guardavano la serie TV preferita del liscio.
Harry fece subito quando gli era stato detto di fare, sapeva cosa Louis voleva fargli fare, ma non gli importava, ormai non gli importava più di niente e nessuno, nemmeno di se stesso.
Senza che Louis gli dicesse cosa fare, fece tutto da solo, sbottonó gli skinny neri, li calò, massaggió il membro del fratello per due minuti e poi lo liberò per prenderlo in bocca, teneva gli occhi su Louis, a suon di sberle gli aveva fatto capire che voleva, quella sera ci mise di più a venire, ed Harry quasi si soffocò quando lo sperma scivolò nella sua gola calda.
Harry pensava che fosse finita lì, come tutte le sere da circa due mesi, ma quella sera Louis probabilmente era più stanco e arrabbiato del solito.
"Spogliati" ordinò
Harry non lo fece, non riusciva a farlo, aveva paura non voleva che Louis lo violentasse.
"Dicevi di amarmi" disse Harry
"Ora ti dico di toglierti i vestiti" Harry non si mosse, era terrorizzato.
"Bene" Louis si alzò e spinse Harry che cadde sul divano, Louis gli calò i jeans e la biancheria, senza prepararlo entrò dentro Harry, che tirò un urlo straziante, non aveva mai sentito un dolore così forte.
"Oddio Harry..." ansimó Louis.
Harry lacrimava dal dolore, sperava davvero che Louis lo volesse aiutare? Che lo avrebbe amato?
"Mi fai male" pianse il riccio.
"Stai zitto".

L'abuso andò avanti per un'ora e mezza, una volta che Louis si svuotò nel corpo di Harry andò in camera lasciando il più piccolo esausto, stremato sul divano, non aveva nemmeno la forza per rimettersi i vestiti ed alzarsi.
Passarono minuti lunghissimi, poi si alzò e con lo sguardo fisso sul nulla andò in cucina, prese il coltello e si taglio la vena del braccio sinistro, non urlò, non si lamentó, non gli importava del male che quella lama gli aveva inferto, non era niente se messa a confronto a quello provato poco prima su quel dannato divano.
Svenne in poco tempo.

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