Prologo

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"E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce"-Cit

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"E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce"
-Cit. Giovanni, 3, 19

•••Prologo•••

"Da: bjornsokolov@pdp.com
A: matildegrace@pdp.com
23.45, 22 Febbraio 2084
-
Non posso più far parte di questo scempio. Molte vite sono state perse, molti tentativi andati in fumo.
Quello che succede lì dentro è orribile.
Non avrei mai dovuto iniziare tutto questo.
Dobbiamo scappare, dobbiamo trasferirci nella Repubblica dei Vincitori. Mi capiranno se spiegherò le cose e ci accoglieranno.
Porterò Eleazar con me. Ci vediamo al porto abbandonato.

Mi raccomando, stai attenta amore mio.

-Bjorn"

«Eleazar prendi le tue cose!» Disse il padre al bambino, che tranquillamente giocava con il tablet seduto davanti a lui.
Il figlio alzò lo sguardo verso l'uomo che aveva avanti. Sapeva che era successo qualcosa, perché aveva utilizzato un tono diverso da quello amorevole con cui solitamente usava per rivolgersi a lui.
Quello era un ordine.
Senza disobbedire, rispose con un tranquillo «Sì, papà», e s'alzò dal tavolo per dirigersi in camera sua.
Bjorn spense il computer e attivò il degausser portatile che teneva sempre in tasca per demagnetizzare l'apparecchio e renderlo inutilizzabile.
Aveva riflettuto molto su quello che stava per fare, siccome metteva a serio rischio tutta la sua famiglia, ma sapeva di aver preso la decisione giusta. Nel Principato di Pierce non esisteva l'obiezione di coscienza, ma per quello che aveva fatto? Per quello che aveva creato? Poteva davvero pensare di avere anche lontanamente qualcosa di simile ad una coscienza?
Appoggiò i gomiti al ripiano e si spalmò le mani arrossate sul viso. Iniziò a piangere.
Gocce d'acqua salata percorsero le sue guance e i singhiozzi aiutarono la loro discesa verso il mento.
Odiava se stesso per quello che aveva fatto a centinaia di persone. E per quello che sarebbe successo a causa sua all'intera popolazione.
La Guerra Gelida era iniziata nel primo mese del 2083. Dopo il crollo dell'economia mondiale si erano creati due continenti: il Principato di Pierce, che comprendeva l'America e l'Australia, e la Repubblica dei Vincitori, che aveva nel suo gruppo l'Europa, L'Africa e Asia. Nel giro di un paio di anni queste due fazioni avevano sempre cercato di terrorizzarsi a vicenda.
Armi sempre più sofisticate, avanzate, di prima qualità e potenza letale erano state create. L'atomica non era più l'arma più forte. Eppure, con quello che aveva scoperto studiando la bionica...
Avrebbe finalmente decretato un vincitore, e una fazione perdente condannata alla morte.
La parte più insopportabile era sapere che aveva dato lui stesso le carte in gioco. Era colpa sua se miliardi di persone sarebbero morte, perché era questo a quello che serviva, giusto?

«Papà?»

Quando si sentì chiamare da suo figlio, che in quel momento portava una cartella più pesante di lui sulla schiena, Bjorn si asciugò le lacrime prima di guardarlo.
Occhi chiari, chiari quanto un cielo sereno, lo stavano fissando. Gli assomigliava molto, e non poteva che andare fiero di lui, l'unico erede del suo patrimonio e delle sue scoperte.
La sua fama di ricercatore avrebbe sempre accompagnato Eleazar.

«Stai bene?»

«Sí, Eleazar. Sei pronto?»

Nel momento in cui il bambino annuì, Bjorn lo prese in braccio e insieme a lui s'incamminò verso la porta per lasciare quella casa, e non farvi più ritorno.
Salito in macchina, Eleazar tenne gli occhi incollati al finestrino, senza emettere nessun rumore se non quello del suo respiro.
Erano successe così tante cose in quelle ultime settimane: suo padre era sempre teso, sua madre non si vedeva da giorni. In più aveva costantemente incubi che non lo facevano riposare la notte.
Non ci volle molto per arrivare al porto, e in lontananza Bjorn riusciva a vedere i fari della macchina di sua moglie.
Anche lui accese le luci del proprio veicolo e si fermò a pochi metri di distanza.
Quando scese insieme a Eleazar, avvertì una strana sensazione percorrere la sua schiena e in quel secondo vide altre macchine accendersi uno dopo l'altro, e un arrivò dietro di loro per chiudere un cerchio.
Bjorn prese suo figlio in braccio e lo strinse forte. Espirò lentamente e inizio a tremare. Una nuvola bianca si formò davanti alla sua bocca. Si dissolse immediatamente nell'aria per lasciare il posto a una nuova, e così fu per quelle consecutive.
Non sapeva che cosa stesse accadendo, ma quando vide Matilde, la sua amata, imbavagliata e bendata, nuda con una pistola puntata sulla sua tempia e trascinata da un suo collega dell'organizzazione, capì perfettamente.
Il suo migliore amico lo aveva tradito. Colui che considerava più di un fratello aveva aperto bocca e spifferato ai piani alti cosa aveva in mente di fare.

«Lasciatela andare! Lei non ha fatto niente!» Urlò Bjorn, spaventando il bambino che ben presto iniziò a piangere. L'uomo che teneva la madre di Eleazar sorrise e premette la canna della pistola più affondo nella tempia della donna, e Bjorn sentì perfettamente i singhiozzi e le urla disperate di sua moglie.

«Metti giù il bambino, Bjorn, e noi risparmieremo tua moglie.» Lo ricattó.
Eleazar si strinse con più forza a suo padre e pianse alzando la voce in modo che suo padre lo sentisse. Nonostante la tenera età, aveva capito: in quel periodo di Guerra, era inevitabile notare ciò che gli succedeva attorno.

«Papà, ti prego non lasciarmi!»

«Non ti lascio, ma dobbiamo salvare la mamma, ok? Ti fiderai di me?» Chiese al bambino. Eleazar annuì e allentò la presa al collo del padre.
Eppure Bjorn sapeva cosa sarebbe successo: era contro la legge uccidere una persona prima che avesse compiuto il suo quattordicesimo anno di età, indipendentemente dal suo rango sociale. Perché funzionava così nel Principato di Pierce: una persona poteva ucciderne un'altra solo se l'assassinato era dello stesso, o inferiore, rango sociale dell'assassino e mai il contrario.
Eleazar si sarebbe salvato. Il suo bambino avrebbe vissuto, ma la cosa che terrorizzava Bjorn era che non sapeva come.

«Vi prego, risparmiateci. Spariremo e non ci faremo più rivedere da nessuno!»Supplicò mentre si abbassava per mettere giù suo figlio. Eleazar guardó in alto, verso il padre, poi rivolse lo sguardo all'uomo che teneva tra le grinfie sua madre.

«Non posso farlo. Voi sapete troppo.»
E con quella frase, l'uomo sparó un colpo alla testa della donna e lasciò cadere il corpo a terra.
Bjorn non ebbe il tempo di reagire che un proiettile perforò anche lui, uccidendolo all'istante.
Il corpo cadde in ginocchio, poi crollò di fronte agli occhi di Eleazar.
Il bambino si avvicinò in fretta a suo padre e gridò spaventato, prima di girarsi verso sua madre e rimanere accecato dai fari della macchina. Il modo in cui l'aria fredda entrava ed usciva dalla sua bocca era irregolare, i singhiozzi non aiutavano.

«Papà! Papà! Dobbiamo salvare la mamma!»

«Prendete il bambino!» Ordinó l'uomo ai suoi scagnozzi prima di spostare con il piede il cadavere della madre di Eleazar e aprirsi la strada. «Dobbiamo andare. Voi altri, liberatevi dei corpi.»
Ci vollero tre uomini per bloccare il bambino, legarlo e gettarlo nel cofano della macchina dell'organizzazione, ma nessun uomo avrebbe mai avuto la capacità di tranquillizzare Eleazar.

|| Jo ||

Ecco il prologo.
E inizio a torturare bambini. Bene, Jo. Sei pronta per la galera!

Sai, se accendi quella stellina e lasci un commento, contribuisci a rendere la grafica di questo capitolo molto più carina! (E fai felice me! :D)

Stay awesome, e ci rivediamo nel primo capitolo!
-Jo

Beast Awakened || I Racconti Rapsodici Delle Anime Eccelse(IIII)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora