Un lato del mio corpo è terribilmente sudato, l'altro troppo freddo.
Apro lentamente le palpebre, e vedo alberi, con i loro tronchi e le loro foglie colorati da ombre e illuminati da calde tonalità.
I raggi del sole, invece, sono scomparsi per cedere il loro posto all'oscurità della notte e alla sua temperatura gelida.
Mi giro lentamente verso l'unica fonte di luce e calore che proviene dalla mia destra, e noto un piccolo fuoco scoppiettare, alimentato da alcuni rametti che in quel momento Eleazar sta gettando dentro.
Il mio respiro è tranquillo, ma la mia testa sembra essere stata presa a bastonate da una mazza da baseball per quanto fa male.
Cerco di alzarmi leggermente, e questo piccolo movimento aumenta i dolori che attraversano il mio corpo come una scarica elettrica.
Eleazar si alza dal tronco su cui era seduto e si avvicina a me. Lo guardo: i suoi capelli umidi luccicano, il suo viso perlomeno sembra asciutto. Nei suoi occhi sembrano riflettersi le fiamme del piccolo fuoco vicino a noi.
-Oh, sei ancora viva.- Dice all'improvviso, con un tono di voce duro, per niente amichevole. -Dormito bene?- Mi chiede poi, cambiando l'intonazione della voce nel giro di un nano secondo, passando da irritato a gentile come niente. E senza preavviso, si dà un pugno sulla tempia e si rialza per allontanarsi.
Lo guardo, stranita, e cerco di sollevarmi da terra nonostante mi faccia veramente male la schiena e la testa.
Chissà dove sono. L'ultima cosa che ricordo è il modo in cui Eleazar ha sollevato la macchina senza fatica, poi il nulla più assoluto.
-Siamo a circa due chilometri da Ferrel Peek Road, tranquilla.- Cerca di rassicurarmi lui, come se mi avesse appena letto il pensiero, ma io non riesco a smettere di sentire l'ansia pizzicarmi i polmoni.
Gli unici parenti che mi sono rimasti sono quelli da parte di mio zio Ores: se avessi la possibilità di salutarli per l'ultima volta prima di morire per le mani di Eleazar, beh, sarebbe il mio ultimo desiderio.
-Che cos'è successo?- Gli domando mentre lo guardo alimentare il fuoco. Devono essere passate diverse ore da quando ho perso i sensi.
-Niente che ti interessi.- Risponde in modo secco, poi gira improvvisamente il viso e allunga il collo per guardare oltre me, come se avesse avvertito qualcosa, ma io non ho sentito niente. Curiosa, mi volto anch'io per guardare dietro, ma non vedo nulla nell'oscurità che sembra aver invaso ogni minimo angolo della foresta. Ora sono veramente irritata: riporto lo sguardo su di lui, e con voce più stridula del previsto, gli chiedo:-Niente che mi interessi? Si può sapere cosa diavolo vuoi veramente da me?-
Continuo a tenere gli occhi fissi su Eleazar, ma la sua attenzione è diretta a qualsiasi cosa stia succedendo dietro le mie spalle.
-Beh, non hai nulla da dire?- Urlo la domanda per attirare il suo sguardo su di me, ma ciò che provoco è diverso da quello che avevo in mente.
-Scarlett!- Sento una voce maschile chiamarmi. È Maximilian.
-Ma...- balbetto, poi mi alzo in piedi, ma inciampo e mi ritrovo a scarponi sul terreno umido.-Max! Sono qui! Aiutami!- Gridò disperatamente, prima di avvertire la presa di Eleazar e la lama del mio stesso pugnale a pochi millimetri dalla mia gola.
-Cazzo!- Impreca Eleazar. Ecco cosa l'ha distratto così tanto: c'era qualcuno nelle vicinanze. -Stai ferma!- Mi ordina, strattonandomi il braccio e bloccandomi con la schiena contro il suo petto. Seduti per terra vicini al fuoco, so per certo che i nostri sguardi sono rivolti verso il gruppo di uomini vestiti interamente di nero che sono appena avanzati di corsa dal buio.
Riconosco Maximilian, i suoi occhi dorati e i capelli mori e i suoi fratelli, la sua famiglia adottiva, gli Hellreis. Si chiamano, in ordine, Christopher, Evan, Jacob, Cj e l'omonimo di mio cugino di secondo grado, Adam: più o meno tutti alti uguali, devono superare un metro e novanta d'altezza, e tutti sono grossi e potenti come carri armati.
Eppure so che Eleazar sarebbe capace di ucciderli tutti se volesse, io l'ho già visto in azione, sia a mani nude sia armato. Non è un umano, è una macchina Assassina, una bestia.
-Voi chi siete?- Chiede l'uomo che ora sta tenendo una lama puntata al mio collo.
Nessuno gli risponde, tutti lo fissano, tranne Maximilian che si rivolge a me.
-Scarlett, stai bene?- Mi chiede e io annuisco. All'improvviso vedo Evan avanzare di un passo verso di noi. Sento la lama premere di più contro il mio collo e il mio istinto di sopravvivenza prende il controllo del mio corpo, spingendomi più vicina a Eleazar per evitare il più possibile il pugnale.
-Ehi, amico, lasciala stare.- Dice Evan, subito dopo avermi vista indietreggiare. Lo guardo: ha una maschera che gli copre il lato destro del volto, nonostante ciò quello visibile mostra quanto sia in ansia per me.
-Evan, stordiscilo.- Ordina Christopher, riferendosi a Eleazar. Infatti, quest'ultimo ha capito. Nel momento in cui vede Evan allungare il braccio, Eleazar spinge la lama più a fondo nel mio collo, tagliandomi leggermente l'epidermide.
-State fermi dove siete!- Esclama mentre io serro le palpebre e lancio uno stridulo urlo per il dolore e per far capire loro di ascoltarlo. -Un passo e la testa della biondina salta per aria!- Li minaccia.
Alzo leggermente le palpebre: la mia vista è offuscata, non riesco a vedere chiaramente ciò che sta succedendo. So solo che il collo mi brucia e che il mio fiato si sta accorciando.
-Non siamo qui per fermarti! Siamo qui solo per lei!- Esordisce Maximilian.
-É la tua famiglia, non è vero? Un colpo sì, due no.- Mi chiede sussurrando Eleazar, in modo che senta solo io. In un primo momento non capisco dove devo colpirlo, poi noto che la mia mano è sopra la sua coscia. Alzo leggermente la mano e dò un singolo colpo.
-Ordina a loro di ospitarmi.- Mi ordina poi, parlandomi con il pensiero. -Forza!-
Il suo respiro caldo mi solletica la nuca come la lama mi ferisce il collo: entrambi mi procurano paura e adrenalina.
-Max, lui è solo spaventato. Può venire con noi? Ha bisogno di un posto dove stare...- Inizio a dire, cercando di mascherare la mia voce con una facciata di credibilità, ma fallisco miseramente. E ne sono convinta, non solo perché il mio tono non ha nulla di rassicurante, ma anche perché in questo preciso momento, Eleazar sta minacciando la mia vita.
-Stai scherzando, vero? Ti sta puntando un pugnale al collo proprio ora!- Esclama Christopher, l'uomo con una luna calante tatuata sulla tempia destra.
-Chris, è ovvio che lo sta chiedendo lui.- Afferma Maximilian per tenerlo calmo.
Tremante, giro leggermente il viso verso il mio aguzzino.
-Eleazar, li stai spaventando. Abbassa l'arma.- Sussurro, senza badare al fatto di chi riesca a sentirmi. Voglio solo essere il più calma possibile, affinché abbassi un po' la guardia.
-Va bene, puoi venire con noi!- Annuisce Christopher. -Ma lascia la ragazza!-
Sento Eleazar trattenere il fiato, prima di allentare la presa su di me e lasciarmi andare.
Quando sento il pugnale allontanarsi dalla mia pelle, mi afferro il collo immediatamente. Poi sento Maximilian gridare.
-Evan, ora!-
All'improvviso mi ritrovo spinta da qualcuno per terra. Tossisco per il colpo, siccome atterro pesantemente con il gomito sulla bocca dello stomaco. Penso anche di essermi slogata la spalla.
Mi alzo tenendomi il braccio dopo aver scostato la massa di capelli biondi e sporchi dal!a mia faccia, e guardo il gruppo di uomini legare Eleazar. Noto sul suo collo un piccolo dardo. Lo hanno stordito veramente?
Lo osservo mentre è sdraiato a pancia in sotto con Maximilian sulla schiena che gli sta legando i polsi. Il suo viso è strano, sembra quasi irritato, non tranquillo. È come se fosse ancora sveglio.
-Oddio...- sussurro, sentendo una strana preoccupazione crescere dentro di me. - È ancora vivo?-
O forse è solo la sensazione di non essere ancora fuori pericolo che mi lascia scombussolata dentro.
-Sí, tranquilla.- Mi risponde Maximilian prima di rivolgersi a Evan. -Occupati di Scarlett. Noi pensiamo a lui.- Gli ordina.
L'uomo dal mezzo volto coperto si avvicina a me e mi porge un fazzoletto da premere contro la pelle ferita.
-Che cosa gli farete?- Gli chiedo mentre controlla il fazzoletto dopo averlo premuto sul mio collo.
-Quello che ci hai chiesto. Lo portiamo con noi.- Mi risponde Evan, lasciando che io prema da sola il fazzoletto contro il collo, poi accenna ad un sorrisetto prima di prendermi in braccio come una sposa sulla soglia della nuova casa.
-Aggrappati a me dolcezza, e goditi il viaggio tra le mie braccia.- Sussurra scherzoso, guardandomi con il suo occhio dalle strane sfumature viola e blu. Io alzo gli occhi al cielo prima di cercare con lo sguardo Eleazar.||Jo||
Li ricordate da Fade to Black, no? Rieccovi gli Hellreis!
Alla prossima & Stay awesome!
-Jo
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Beast Awakened || I Racconti Rapsodici Delle Anime Eccelse(IIII)
Ciencia Ficción"C'è una parte di me che vorrebbe ucciderti dopo averti scopata, e forse approfittare di te anche dopo, l'altra parte invece vuole amarti incondizionatamente. E sai qual è la cosa brutta? Che nessuno dei due prevale sull'altro. Ma, e dico ma, se dov...